International for Strategic Studies: marittimi–ostaggi dei pirati

La condanna degli atti di pirateria navale è unanime a tutte le latitudini. La settimana scorsa, in un forum organizzato dalla londinese International Institute for Strategic Studies, meeting sulla maritime safety, è stato sottolineato come l’International Maritime Organization (IMO) ha espresso la propria preoccupazione per il trattamento dei marittimi ostaggio dei pirati somali; trattati come “scudi umani” sia a bordo delle loro navi-madre che a terra nei loro rifugi. L’aumento degli attacchi rispetto all’anno scorso è una diretta conseguenza delle grandi quantità di riscatto attualmente pagate ai pirati. I pirati sono l’estensione del modello di business per il modo di pagare i loro membri dei commandos sulla base delle competenze o di altre attività, come le armi, che possono ottenere dalla missione, ha detto l’Ammiraglio Roughead. Mentre le compagnie di navigazione, pur adottando sempre più pratiche o tecniche per ridurre il rischio di un attacco dei pirati, si trovano di fronte a pagamenti di riscatto ed elevati tassi di assicurazione. “I think the shipping companies are aware of the fact the ransoms are not helpful – ha concluso l’Ammiraglio Roughead -. My sense is that it is a business decision on their parts”. Inoltre, al forum, si è detto che l’IMO è molto preoccupata  per il benessere di tutti i marittimi innocenti, detenuti in cattività, ed è impegnata in azioni per il loro rilascio tempestivo. E’ stato ricordato il caso della bulk carrier italiana “Rosalia D’Amato” dirottata e sequestrata il 21 aprile ultimo scorso nell’Oceano Indiano a 350 miglia a sud-est di Salalah Oman, con 21 persone di equipaggio, di cui 15 di nazionalità delle Filippine e 6 italiani. Il meeting ha rimarcato le difficoltà per intraprendere azioni legali contro i pirati;  basti pensare al caso dei 18 pirati fermati dalla Marina Militare finlandese per il presunto attacco alla nave “Pacific Opal” battente bandiera di Singapore il 6 aprile scorso. Rilasciati e tornati in Somalia il 21 aprile, perché nessun Stato era disposto a perseguirli in tempi relativamente brevi e certi. In conclusione dell’incontro, si è detto che al 28 aprile 2011, i pirati somali detengono 26 navi e 518 ostaggi: dati forniti dall’International Maritime Bureau (IMB).

Corrispondente da Londra
Em. Carr.