Assoporti: coordinare la portualità italiana

Per Assoporti i Comuni delle città sono interlocutori importanti per una portualità che riesce a superare la dimensione post-industriale e per percorre le vie della logistica. All’Assemblea di Assoporti di ieri, si è sottolineato l’importanza di una vera collaborazione con  ANCI (Associazione Nazionale Comuni d’Italia), per mettere in campo proposte coordinate sia a livello urbanistico  che in materia fiscale.

E’ stato detto che  occorre mettere a sistema aree demaniali per evitare conflitti sulla fiscalità indiretta (ici o altro) e ridurre la tassazione delle merci in transito che sta diventando un vero freno per la competitività con porti stranieri. Nelle linee guida approvate dall’Assemblea,  l’evoluzione dei porti per il futuro è tutta proiettata fuori dalla dimensione urbana (tranne per la nautica da diporto e cruising sostenibile dalle città d’acqua); la nuova strategia prevede il rilancio delle zone franche e della relativa logistica di retroportualità; in sostanza, in futuro, si parlerà sempre più di “porto-allargato” per vedere le autorità portuali nel ruolo sempre più di playmaker della programmazione integrata  di sistema.

E comunque, ci aspettano tempi di varie opportunità, se riusciremo a mettere in campo provvedimenti strutturali e di sistema, non tanto episodici, soprattutto in questo periodo in cui Spagna e Grecia sono sovraesposte a forte competitività; anzi per la Grecia si sta andando ad un sistema portuale pubblico totalmente sotto la regia occulta del mercato internazionale.

Inoltre, in previsione dell’attuazione e dello sviluppo dello sportello unico doganale, l’Assemblea di Assoporti auspica “piattaforme” di informatizzazione  capaci di dialogare con i soggetti pubblici preposti  ai controlli delle merci e soprattutto con i sistemi di sicurezza del Comando generale delle Capitanerie. Infine, Assoporti auspica di coordinare la portualità italiana per poter meglio incidere anche in Europa e non solo.

 

Abele Carruezzo