Cambio di equipaggi di navi ancora in crisi: membri task-force della Neptune Declaration commentano i dati

Copenhagen. La situazione della crisi del cambio di equipaggio di navi non rassicura l’International Transport Workers’ Federation (ITF), il sindacato internazionale dei marittimi. I marittimi svolgono un ruolo cruciale nel mantenere attive le catene di approvvigionamento globali, fornendo assistenza sanitaria essenziale, generi alimentari, prodotti di consumo e componenti di produzione just in time. Oramai, la crisi del cambio equipaggio è in corso da più di un anno e mezzo, con il costo più alto che ricade sui marittimi e sul benessere delle loro famiglie.

“La situazione sta andando di male in peggio. Abbiamo bisogno di qualcosa di più di un servizio a parole da parte dei governi, abbiamo bisogno di azioni concrete che permettano di eseguire i cambi di equipaggio in modo sicuro”, afferma Stephen Cotton, segretario generale della Federazione Internazionale dei Lavoratori dei Trasporti.
Il continuo aumento dei casi di Covid-19 e la diffusione di nuove varianti, nelle principali nazioni marinare, stanno portando a nuove restrizioni governative in importanti porti – hub di cambi-equipaggio con la relativa difficoltà di eseguire nuovi imbarchi di marittimi a bordo di navi, specialmente in Asia. Intanto, non si registra nessun segno di sollievo poiché i marittimi continuano ad avere un accesso limitato ai vaccini.

Il Neptune Declaration Crew Change Indicator – indicatore del cambio dell’equipaggio della Dichiarazione di Nettuno – per luglio suggerisce che la crisi del cambio dell’equipaggio sta peggiorando.
“Gli ultimi dati – denuncia il responsabile della Ricerca del Global Maritime Forum, Kasper Søgaard – mostrano che la crisi del cambio degli equipaggi è tutt’altro che finita. È essenziale che tutti gli stakeholder lavorino assieme per far fronte alla nostra responsabilità comune di salvaguardare i marittimi e assicurarci che possano tornare a casa in sicurezza”.

I dati aggregati – come mostra la slide – dei primi dieci management di ship global carrier mostrano che il numero di marittimi a bordo delle navi, oltre la scadenza del loro contratto, ha continuato a salire dal 7,2% all’8,8% nell’ultimo mese. Il numero di marittimi a bordo delle navi da oltre 11 mesi è passato dallo 0,4% all’1%. Dal lancio dell’Indicatore a maggio, il numero di marittimi a bordo delle navi oltre la scadenza del loro contratto è passato dal 5,8% all’8,8%, che corrisponde a un aumento relativo del 51,7%. Il numero di marittimi a bordo delle navi da oltre 11 mesi è passato dallo 0,4% all’1%, corrispondente a un aumento relativo del 150%. La Convenzione sul Lavoro Marittimo (Maritime Labour Convention) stabilisce che il periodo massimo continuativo che un marittimo dovrebbe prestare servizio a bordo di una nave senza ferie è di 11 mesi.

Il Neptune Declaration Crew Change Indicator si basa sui dati aggregati dei 10 principali ship-managent: Anglo – Eastern, Bernhard Schulte, Columbia Shipmanagement, Fleet Management (FLEET), OSM, Synergy Marine, Thome, V. Group, Wallem e Wilhelmsen Ship Management, che complessivamente hanno circa 90.000 marittimi attualmente a bordo; società che aderiscono alla Neptune Declaration on Seafarer Wellbeing and Crew Change, iniziativa che ha lo scopo di salvaguardare il benessere dei marittimi che è gravemente compromesso dagli effetti della crisi pandemica.

E ancora i responsabili delle ship-management delle compagnie di navigazione sottolineano che i continui alti tassi di infezione e i successivi blocchi domestici stanno ancora mettendo in difficoltà i cambi dell’equipaggio e causando interruzioni ai movimenti dell’equipaggio stesso. Diminuzione dei voli giornalieri verso le Filippine e divieto di viaggio annunciato dal governo filippino per i marittimi provenienti da Emirati Arabi Uniti, Oman, Nepal, Bangladesh, Sri Lanka, Pakistan stanno causando un’interruzione generale dei movimenti dell’equipaggio. Le restrizioni ai viaggi continuano a impedire ai marittimi di tornare a casa e molti voli sono stati cancellati. Le principali nazioni dell’equipaggio marittimo continuano ad avere bassi tassi di vaccinazione e i marittimi continuano ad avere un accesso limitato ai vaccini.

Anche l’International Chamber of Shipping (ICS) per nota del suo segretario generale, Guy Platten, ha ribadito che “Risolvere la crisi del cambio di equipaggio richiederà a tutti i marittimi di avere un accesso prioritario ai vaccini. Ci sono stati alcuni progressi, ad esempio negli Stati Uniti e in alcune parti d’Europa, che accogliamo con favore, ma la stragrande maggioranza dei marittimi non può ancora essere vaccinata. È urgente che i paesi diano priorità alla vaccinazione dei marittimi internazionali”.

Abele Carruezzo