Il vento eolico a Brindisi soffia solo come una brezza di terra

olico a Brindisi

Roma. La potenza del vento al largo delle coste pugliesi rappresenta una risorsa naturale infinita per gli esperti di questo settore. A questi fattori naturali si unisce sia la facilità di connessione alla Rete di Trasmissione Nazionale (RTN), che permetterà di minimizzare o azzerare le interferenze a livello ambientale, sia la possibilità di innestarsi sul sistema industriale pugliese e sulle sue infrastrutture portuali.

Dallo scorso 18 aprile, si potevano inviare le manifestazioni di interesse da parte delle Autorità di Sistema Portuale per lo sviluppo della cantieristica navale al fine di realizzare la filiera tecnologica dell’eolico offshore nel nostro Paese.

Il Ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica aveva emanato due avvisi pubblici importanti sia sull’eolico off-shore e sia per nuovi progetti per la produzione d’idrogeno in aree industriali dismesse. Per il Decreto Energia 181 del 2023, dovranno essere individuati almeno due porti nel Mezzogiorno che rientrano nelle Autorità di Sistema Portuale o aree portuali limitrofe a quelle in cui sia in corso l’eliminazione graduale dell’uso del carbone.

Come avevamo scritto il 19 aprile scorso, il Dicastero precisa che, in attuazione di quanto previsto dall’articolo 8 del decreto legge 9 dicembre 2023, n. 181, convertito con modificazioni dalla L. 2 febbraio 2024, n. 11, è stato pubblicato l’avviso pubblico per l’acquisizione, da parte delle Autorità di Sistema Portuale interessate, di manifestazioni di interesse per la individuazione di aree demaniali marittime con relativi specchi acquei esterni alle difese foranee, da destinare alla realizzazione di infrastrutture idonee a garantire lo sviluppo degli investimenti del settore della cantieristica navale per la produzione, l’assemblaggio e il varo di piattaforme galleggianti e delle infrastrutture elettriche funzionali allo sviluppo della cantieristica navale per la produzione di energia eolica in mare. Le manifestazioni di interesse dovranno dettagliare, tra le altre, le attività proposte, le tempistiche di realizzazione e la fattibilità tecnico economica degli interventi.

Le manifestazioni di interesse e la documentazione indicata nell’Avviso devono essere inviate entro il 18 maggio 2024, all’indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) dgis.div04@pec.mase.gov.it
La Puglia nella transizione energetica con l’offshore eolico, però non passa per Brindisi; ci si deve accontentare solo della manutenzione.

Due i progetti che interessano la Puglia: il progetto del parco marino Kailia Energia, seafront di Brindisi (con capacità massima di 1,2 Gw e una produzione annuale attesa di 3.5.TWh); l’altro riguarda Odra Energia per il secondo parco eolico offshore a sud-est della Puglia meridionale.

Per il Kailia Energia Floating Offshore Wind Farm, da 1.200 MW, sarà sviluppato in un’unica fase, dopo il completamento della costruzione, che dovrebbe essere commissionato nel 2027. Il progetto al largo di Brindisi, sviluppato da BlueFloat Energy e Falck Renewables, dovrebbe generare 3.500.000 MWh di elettricità e fornire abbastanza energia pulita per alimentare un milione di famiglie. Il progetto dovrebbe compensare 2.000.000 di tonnellate di emissioni di anidride carbonica (CO2) all’anno.

Il MASE aspetta le eventuali osservazioni del pubblico entro il 15 maggio 2024. Intanto sull’operatività del progetto si notano delle modifiche che riguarda il territorio di Brindisi.

Le attività previste dal progetto in aree portuali sono distribuite nel seguente modo: – Attività di costruzione: Porto di Taranto con due possibili layout: 1- operazioni di assemblaggio della fondazione (in questo caso la fondazione verrebbe trainata fino al Porto di Corigliano per essere integrata all’aerogeneratore); oppure 2- operazioni di assemblaggio separato della fondazione e dell’aerogeneratore e successive integrazione dell’aerogeneratore alla fondazione. Porto di Corigliano Calabro (Calabria): operazioni di assemblaggio dell’aerogeneratore e integrazione dello stesso alla fondazione galleggiante. Attività di manutenzione: Porto di Brindisi, Taranto e Corigliano Calabro.

Porto di Taranto, Corigliano Calabro e Brindisi rispetto al parco Kailia

(Foto courtesy MASE: Porto di Taranto, Corigliano Calabro e Brindisi rispetto al parco Kailia)

Brindisi si dovrà accontentare delle sole attività di manutenzione; a pensare male, ancora una volta la vicinanza dell’aeroporto – invece di essere un’opportunità che altri territori non hanno – mortifica un insediamento industriale: le torri delle pale sono molto alte!

Mi auguro e spero che gli Enti territoriali stiano convincendo l’Enav e l’Enac a desistere dal considerare un ‘cono d’atterraggio’ (in questo caso si tratterebbe solo di fase di avvicinamento), sempre presente (ma con numero di voli sempre meno di Bari) e che si sta trasformando in un ‘solido bananiero’ che arriva sino a Corfù.

La candidatura del Porto di Brindisi, come base per la costruzione delle pale di cui al bando MASE, era stata seguita con forza dall’On.le D’Attis, fino a proporre una modifica legislativa.

Infatti, per l’On.le Mauro D’Attis, commissario regionale di F.I., le due AdSP di Brindisi e Taranto avrebbero potuto partecipare all’avviso pubblico del MASE insieme, grazie all’emendamento presentato proprio da Forza Italia. “La partecipazione congiunta – aveva affermato l’On.le D’Attis – consentirà a entrambi gli scali di fare squadra, evitando inutili competizioni, per vincere e beneficiare, eventualmente della grande opportunità”.

Appena l’anno scorso, Confindustria territoriale, durante un convegno dedicato ‘Eolico marino galleggiante, le opportunità per la supply chain locale’, affermava che sul fronte occupazionale, ogni parco eolico prevede 1.500 impieghi diretti stimati durante le fasi di fabbricazione, assemblaggio e costruzione del parco, con picchi fino a 4.000 nei periodi di massima necessità. Mentre oltre 300 saranno i posti fissi per 30 anni per la manutenzione, dopo l’entrata in esercizio dei due parchi. Nello specifico, la costruzione dei parchi eolici marini richiede, oltre alle piattaforme galleggianti e alle turbine, anche sistemi di ormeggio e ancoraggio, di cablaggio e collegamento e sottostazioni elettriche.

Abele Carruezzo

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