Un‘area a controllo delle emissioni (ECA) per il Mediterraneo

Una misura molto efficace per contrastare l‘inquinamento atmosferico provocato dalle navi

Questa coalizione di ONG invita le parti contraenti della Convenzione di Barcellona Albania, Algeria, Bosnia Erzegovina, Croazia, Cipro, Egitto, Francia, Grecia, Israele, Italia, Libano, Libia, Malta, Monaco, Montenegro, Marocco, Slovenia, Spagna, Siria, Tunisia, Turchia e Unione Europea a decidere, alla COP22 nel Dicembre 2021:

Di concordare per la richiesta al MEPC 78 dell’IMO di designare il Mar Mediterraneo un’area a controllo delle emissioni per gli ossidi di zolfo e di azoto (SOx e NOx)

Le emissioni di ossidi di zolfo (SOx), ossidi di azoto (NOx) e le particelle (ultra) fini (PM) derivanti dal trasporto marittimo rappresentano una minaccia per la salute umana, l’ambiente e il clima. Nella regione Mediterranea, dove vivono circa 250 milioni abitanti, le emissioni delle navi contribuiscono in modo rilevante ai livelli delle concentrazioni degli inquinanti dell’aria.

L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) evidenzia da tempo che i livelli medi annui nella regione superavano le sue precedenti linee guida sulla qualità dell’aria di oltre cinque volte. Inoltre, circa il 70% delle città site negli Stati che affacciano sul Mediterraneo superano il limite indicato dall’OMS per il PM2,5.1,2 Livelli elevati di concentrazioni di PM2,5 dovute alle emissioni navali corrispondono esattamente alle principali rotte marittime e interessano le aree costiere, dove si trovano molte delle città più densamente popolate della regione mediterranea. In totale 60.000 morti premature sono riconducibili all’inquinamento atmosferico prodotto dalle navi che, nella sola UE, determina circa 60 miliardi di euro di costi sanitari all’anno.

Studi pubblicati da IIASA (2018), INERIS (2019) e REMPEC (2019) indicano che la designazione del Mediterraneo come Area a Controllo delle Emissioni quanto a SOx (SECA) e NOx (NECA) ridurrebbe le emissioni di SOx, Nox e PM2.5 in modo significativo: se la regione fosse dichiarata SECA, gli ossidi di zolfo si ridurrebbero dell’80%.

Se il Mediterraneo fosse dichiarato NECA le emissioni nocive di azoto diminuirebbero dal 70% all’80%.4 Entro il 2050 si potrebbero evitare 10.000 morti premature ogni anno.5 Si stima che i benefici per la salute superano i costi dell’attivazione dell’area ECA di 4.4 volte. Non si prevede che questo determini aumenti dei costi del trasporto oltre le normali fluttuazioni del mercato. Durante la pandemia di Covid abbiamo assistito a un aumento dei costi del trasporto esponenziale6, mentre l’attivazione di un’Area ECA aumenterebbe i costi solo in funzione del divario di prezzo – relativamente basso – tra gli odierni combustibili nocivi e quelli più puliti. Per le ECA attivate in Nord America, nel Mare del Nord e nel Mar Baltico, nonché nelle acque cinesi, non si sono riscontrati importanti impatti economici negativi.
Una valutazione inerente l’attuazione della SECA nel Mar Baltico e Mare del Nord nel 2015 afferma:

“Finora non sono stati riscontrati spostamenti significativi dal trasporto via mare RoRo – considerato il segmento di mercato più sensibile per il trasferimento modale – verso il trasporto stradale. Inoltre, non si è verificata alcuna cessazione di aziende o servizi, né è stata riscontrata una diminuzione del turnover delle merci via cargo nei porti del Nord Europa, che possano essere chiaramente ricollegate all’introduzione del limite di zolfo dello 0,1%.”

Le emissioni di inquinanti atmosferici dalle navi sono regolate dall’Organizzazione marittima internazionale (IMO) attraverso l’Allegato VI della Convenzione Internazionale per la Prevenzione dell’Inquinamento Provocato dalle Navi (MARPOL). Questo stabilisce gli standard per il contenuto di zolfo dei combustibili marini e le emissioni di ossidi di azoto (NOx). Per ridurre le emissioni in un’area specifica, l’IMO ha deciso di designare alcune regioni quali Area a controllo delle emissioni di SOx e/o NOx, come ha già fatto per il Mar Baltico, il Mare del Nord e per la Costa Nordamericana.

Il pieno effetto su salute ed economia si avrà solo quando il Mar Mediterraneo sarà stato dichiarato ECA per SOx e NOx. Nel 2019 gli Stati membri della Convenzione di Barcellona hanno adottato una tabella di marcia al fine di dichiarare il Mar Mediterraneo un’Area a controllo delle emissioni di zolfo (SECA) tramite l’IMO. Le ONG hanno accolto favorevolmente la tabella di marcia, ma esprimono preoccupazione auspicando che non si ritardi il processo volto ad includere anche norme per ridurre i NOx. La richiesta degli Stati membri all’IMO deve includere il bando dell’uso dell’olio combustibile pesante, incluso l’olio combustibile “pesante” a bassissimo tenore di zolfo e, conseguentemente, il bando di tutti i tipi di dispositivi denominati “scrubbers” nel Mar Mediterraneo.

I governi e i parlamenti dovrebbero sostenere le delegazioni della Convenzione di Barcellona, REMPEC e IMO affinché si supporti la richiesta di designazione di un’Area a Controllo delle Emissioni nel Mar Mediterraneo!

EN

An Emission Control Area (ECA) for the Mediterranean Seafor Sea

A highly effective measure to tackle air pollution from ships to benefit health, environment, agriculture, heritage conservation and climate.

The undersigning coalition of NGOs calls the contracting parties of the Barcelona Convention Albania, Algeria, Bosnia and Herzegovina, Croatia, Cyprus, Egypt, France, Greece, Israel, Italy, Lebanon, Libya, Malta, Monaco, Montenegro, Morocco, Slovenia, Spain, Syria, Tunisia, Turkey, and the European Union to decide at COP22 in December2021 to agree on a submission to the IMO MEPC 78 to designate the Mediterranean Sea an emission control area for sulphur (SECA) with full entry into force by March 2024.

urges the contracting parties to also agree on the submission to IMO to declare the Mediterranean Sea an emission control area for nitrogen oxide emissions (NECA) with full entry into force by 2025, to maximise achievable health benefits.

Sulphur oxide (SOx), nitrogene oxide (NOx) and (ultra) fine particle (PM) emissions from shipping are a significant threat to human health, the environment and climate. In the Mediterranean region emissions from ships contribute substantially to ambient emission levels in a region with around 250 million residents. The World Health Organisation (WHO) warns that annual mean levels in the region are often exceeding its air quality guidelines by more than five times. Furthermore, around 70 per cent of the cities in the Mediterranean littoral states are way above WHO recommendation for PM2,5 pollution levels.1,2 High ambient concentrations of PM2.5 due to ship emissions are perfectly corresponding with major shipping routes and affect coastal areas, where many of the most densely populated cities of the Mediterranean region are located. Globally 60,000 premature deaths are associated with air pollution from ships and in the EU alone pollution from ships cause around 60 billion EUR in health costs per year.

The IMO2020 sulphur cap and the EU sulphur regulation cut SOx emissions from international shipping. A SECA will reduce these emissions substantially while harmful NOx emissions from ships are expected to exceed those from all land-based sources in the EU by 2030.

With present legislation on NOx and the currently agreed climate roadmap of the IMO NOx emissions are likely to keep increasing. Therefore, NOx should not be neglected. Cities along the coast already face exceedances of NOxregulation levels and are e.g. confronted with EU infringement procedures. Only if a regulation on NOx emissions will ask for TIER III for new vessels and includes retrofit requirements for the existing fleet we will see the significant reductions necessary to save lives and prohibit environmental damage (see table next page by IIASA, 20184).

Simulations in the ECAMED5 study show that the implementation of a combined SECA and NECA) will bring significant reductions of the annual average of nitrogen dioxide (NO2) by up to 15 μg/m3 (70%) compared to current legislation. We will also see PM2.5 reductions by up to 1μμg/m3 (11%) of annual average compared to the current legislation. This will result in additional benefits with about 40% additional avoided premature deaths compared to only IMO2020 Sulphur cap. Algeria, Egypt, Italy, Greece and Turkey would benefit the most.

A combined SECA and NECA in the Mediterranean Sea could avoid 3,100 to 4,100 premature deaths in 2030, of which about one third occur in the EU Member States and more than half in North Africa and the Middle East. By 2050, the ECA could save more than 10,000 lives in the region annually, especially in North Africa.

For the emission controls in the Mediterranean, the estimates of monetized benefits reach up to 10 billion €/year in 2030 and increase to almost 30 billion €/year in 2050. For the emission controls for the Mediterranean Seas, monetized benefits exceed costs on average by a factor of 6.5 in 2030 and a factor of 12 in 2050.

The findings highlight the essential need to develop a combined SECA and NECA to maximise achievable benefits! Governments and parliaments should back their Barcelona Convention, REMPEC and IMO delegations to support the designation of an Emission Control Area in the Mediterranean Sea for sulphur and nitrogen!