Analizzate e affrontate le criticità legate alle “autostrade del mare” del porto di Salerno

Il calo delle attività legate alle “autostrade del mare” nell’ultimo anno, -12%, preoccupa gli operatori del porto di Salerno

Salerno-Il rischio è perdere il ruolo di riferimento in questo particolare, e strategico, segmento commerciale. Se ne è discusso nel corso dell’incontro “Autostrade del Mare: l’intermodalità che vince” organizzato alla stazione Marittima dal Propeller Club di Salerno.

Nel corso dell’appuntamento, cui hanno partecipato Ferdinando Autuori, Presidente Ag. Marittima Michele Autuori, Giuseppe Cocozza, Dir. Marketing di Salerno Container Terminal, Domenico De Rosa, Ceo del Gruppo SMET e il Dott. Elio Spagnolo, in rappresentanza dell’AdSP del Mar Tirreno Centralo, è stato ricordato come le “automare”, best practices tutta italiana, sia stata ideata proprio a Salerno oltre 25 anni fa, con i primi collegamenti avviati dall’armatore Grimaldi con la Spagna.

Da allora la modalità combinata terra-mare ha conquistato quote di mercato sempre maggiori nell’industria dello shipping, anche in virtù di un modello efficace e performante nel trasportare merci e persone limitando l’impatto ambientale, migliorando la qualità del lavoro degli addetti al trasporto terrestre, contenendo i costi ambientali, economici e sociali.

In questi anni Salerno ha consolidato negli anni la sua posizione di snodo al centro del Mediterraneo accompagnando le innovazioni tecnologiche, operative e organizzative di quest’attività. In un quadro di crescente concorrenza sia dei porti nazionali sia internazionali, però, le difficoltà palesate negli ultimi tempi inducono la comunità portuale a interrogarsi sulla direzione da prendere.

“Noi del Gruppo SMET abbiamo subito colto la straordinaria visione di un trasporto intermodale sostenibile, che garantisse il giusto equilibrio tra sicurezza e tutela dell’ambiente; per questo abbiamo fatto nostro il driver di riferimento verso il mercato”, ha confermato Domenico De Rosa.  Ci sono, tuttavia, delle significative criticità. Tra queste una congestione non più sopportabile che rischia di ledere il volume di traffico che orbita intorno al porto che ha la responsabilità di essere la prima industria della provincia di Salerno”.

Concetto ribadito anche da Giuseppe Cocozza: “Come SCT, realtà specializzata nella movimentazione container, cerchiamo sinergie con le “autostrade del mare”. Ma i problemi di circolazione, la mancanza di una navetta in grado di fare il trasferimento all’interno dell’area dello scalo rende tutto molto più complicato”.

La soluzione, anche se parziale, ci sarebbe. Ma “Salerno Porta Ovest”, il sistema di gallerie progettate per collegare direttamente alla rete autostradale il traffico portuale rendendo più fluidi i flussi, è il tipico progetto che procede a singhiozzo, in enorme ritardo sui tempi di consegna.

Ad oggi, come riferito dal Dott. Spagnolo dell’AdSP, il completamento fisico dell’opera sembrerebbe a buon punto. “Delle tre fasi di realizzazione in questo tipo di opera – scavo, arco rovescio, calotta – i lavori hanno raggiunto rispettivamente il 97,29%, il 95% e il 92%,” ha spiegato. “La canna Nord è stata portata a termine, la rampa, detta Poseidon, è al 50%. Realizzata fisicamente la struttura poi bisognerà passare alla fase successiva della posa degli impianti e delle verifiche”.

C’è poi la questione spazi. Lo scalo salernitano è penalizzato da un’area operativa limitata dalla conformazione del territorio. Su questo punto specifico era stata avanzata l’idea per la realizzazione di una struttura multipiano, per guadagnare in altezza quello che non si può ricavare in estensione. Progetto bloccato, in cui al danno è seguita la beffa.
“A Salerno, Barcellona, Valencia e Savona sono stati presentati e realizzati gli stessi interventi: solo qui l’idea è stata bocciata,” ha sottolineato De Rosa.

Considerazioni che impongono la necessità di fare chiarezza, a tutti i livelli istituzionali, sul futuro assetto di uno scalo che vede messa a rischio la competitività del suo settore prevalente. Il timore, infatti, è che in mancanza di un’adeguata promozione, di infrastrutture performanti, mancanza di visione strategica i traffici si dirigano verso altre direzioni.

“In un momento in cui il ruolo della logistica, e la sua importanza per la vita di tutti i giorni, è stato finalmente riconosciuto bisogna che le leve amministrative facciano la loro parte,” ha sintetizzato Ferdinando Autuori. “Le autostrade del mare in questi anni sono state una grande avventura, fatta di evoluzione tecnica e investimenti. Partendo da questo patrimonio dobbiamo capire se vogliamo ancora giocare un ruolo da protagonisti in questo settore”.