IMO: fondo R&S da 5 miliardi di dollari per accelerare sul trasporto marittimo a zero emissioni

Una settimana dopo Glasgow, i rappresentanti di 174 governi si riuniranno presso l’Organizzazione marittima internazionale (IMO, International Maritime Organization) a Londra per tentare di risolvere l’urgente problema di riduzione delle emissioni di anidride carbonica a cui deve far fronte l’industria marittima mondiale,

in quella che il settore chiama la ‘prima prova della cartina al tornasole’ degli impegni relativi alla decarbonizzazione che dovranno essere mantenuti dai governi dopo la COP26.

Nel corso di una importante riunione del Comitato dell’IMO per la protezione dell’ambiente marino (MEPC, Marine Environment Protection Committee) si deciderà se proseguire nella creazione di un fondo per R&S da 5 miliardi di dollari (Fondo IMO per la ricerca marittima IMO-IMRF, IMO Maritime Research Fund), Pagato interamente dall’industria, senza alcun costo per governi o contribuenti, il fondo verrebbe utilizzato per accelerare lo sviluppo tecnologico volto a garantire che i combustibili a zero emissioni di carbonio possano essere utilizzati sulle grandi navi oceaniche.

Se approvato, il fondo di ricerca e sviluppo dovrebbe essere operativo entro il 2023, consentendo l’entrata in esercizio di un gran numero di navi a zero emissioni di carbonio entro il 2030, rendendo una realtà il trasporto marittimo a zero emissioni una realtà entro il 2050.

Esben Poulsson, presidente di ICS, ha dichiarato: “Se i governi non supporteranno l’IMRF, dobbiamo porci la domanda… perché?”

“Il fondo è ‘un gioco da ragazzi’. Avevamo immaginato che i governi sposassero in pieno la nostra proposta per inviare un messaggio chiaro al mondo nel senso di essere seriamente intenzionati a raggiungere i loro obiettivi climatici”. La proposta per la creazione del fondo IMRF è stata presentata per la prima volta nel 2019 ed è ora supportata dai principali paesi marittimi tra cui Danimarca, Grecia, Giappone, Panama, Singapore e Regno Unito, oltre a nazioni in via di sviluppo come Liberia, Nigeria e Palau, che insieme rappresentano la maggior parte della flotta mondiale.

Tuttavia, l’IMRF ha bisogno dell’approvazione della maggior parte dei governi partecipanti al MEPC affinché diventi operativo il sistema di contributo obbligatorio per la ricerca e lo sviluppo, da finanziare raccogliendo 2 USD per tonnellata di carburante marittimo consumato dalle navi che operano a livello internazionale.

Guy Platten, Segretario Generale dell’ICS, ha dichiarato : “Dopo la COP26, questa è davvero la prima ‘cartina al tornasole’ sugli impegni dei governi per la decarbonizzazione.

“Il fondo di ricerca e sviluppo da 5 miliardi di dollari offre ai governi l’opportunità di dimostrare che le loro parole hanno un significato e la loro serietà riguardo alla transizione verso un settore a zero emissioni di carbonio.

Alla COP26, i governi hanno annunciato molti progetti, ma dobbiamo poter disporre delle tecnologie a zero emissioni di Co2 necessarie per poterli realizzare concretamente . È importante sottolineare che ciò deve valere per tutti e non solo per pochi, come prevede il Fondo R&S”.

Nonostante le numerose richieste emerse durante la COP26 di decarbonizzare completamente il trasporto marittimo globale entro il 2050, obiettivo che l’industria marittima supporta pienamente, l’ICS teme che alcuni governi possano sollevare ostacoli procedurali all’istituzione di un fondo di R&S.

Il Sospetto è che l’azione condivisa volta a sostenere gli sforzi globali di riduzione della CO2 potrebbe influenzare negativamente quelli che i governi percepiscono come i loro interessi nazionali o regionali.

E’ stata condotta una valutazione d’impatto globale per placare queste preoccupazioni e dimostrare che l’effetto negativo sulle economie nazionali sarà praticamente nullo.

EN

Governments decide on International Chamber of Shipping USD5 billion R&D fund to accelerate zero-carbon shipping in first ‘litmus test’ of COP 26 commitments

LONDON, UK – One week after Glasgow, 174 governments will meet this week at the International Maritime Organization (IMO) in London to address the pressing carbon emission reduction challenges facing international shipping, in what industry is calling the ‘first litmus test’ of government’s decarbonisation commitments following COP26.

A critical meeting of the Marine Environment Protection Committee (MEPC), held by the global shipping industry’s UN regulator, will decide whether to go ahead with a USD 5 billion R&D fund – the ‘IMO Maritime Research Fund (IMRF)’.

Paid for entirely by the industry, at no cost to governments or taxpayers, the fund would be used to accelerate the rapid increase of Technology Readiness Levels to ensure zero-carbon fuels can be used on large ocean-going ships.

If approved, the R&D fund is expected to be up and running by 2023, with the ability to put large numbers of zero-carbon ships in the water by 2030, making net zero shipping by 2050 a reality.

Esben Poulsson, Chairman of ICS said: “If governments do not support the IMRF, we have to ask the question… why?”

“The fund is a ‘no brainer’. Something you’d have thought governments would jump at to send a clear message to the world that they are serious about achieving their climate goals.”

A proposal for the IMRF was first put forward in 2019 and is now supported by major shipping nations including Denmark, Greece, Japan, Panama, Singapore and the United Kingdom, plus developing nations such as Liberia, Nigeria and Palau, who collectively represent the majority of the world’s shipping.

However, the IMRF needs regulatory approval from the majority of governments attending MEPC for the mandatory R&D contribution system to be passed, which will be funded by collecting USD2 per tonne of marine fuel consumed by ships trading internationally.

Guy Platten, Secretary General of ICS said: “This really is the first ‘litmus test’ on governments’ commitments to decarbonisation since COP26.

“The USD 5 billion R&D fund provides governments with the opportunity to prove that their words have meaning, and they are serious about the transition to a zero-carbon sector.

“At COP 26, governments announced many plans, but we need to ensure we have the necessary zero-carbon technologies to actually make this happen. Importantly this needs to be for all and not just the few, as the R&D Fund provides.”

Despite widespread calls during COP26 for global shipping to decarbonise completely by 2050, a goal which the shipping industry fully supports, ICS fears that some governments may raise procedural obstacles to the establishment of an R&D fund. This is due to suspicions that collaborative action benefiting global CO2 reduction efforts might negatively affect what governments perceive to be their national or regional interests.

A comprehensive impact assessment was conducted to placate these concerns, and it demonstrates the negative effect on national economies will be virtually zero.