Pensieri e parole di Confitarma

Le valutazioni che Confitarma va rendendo all’opinione pubblica, in quest’ultimo mese, spaziano in tutti i settori dello shipping italiano. Il presidente Paolo D’Amico è convinto che la crisi mondiale è stata affrontata in modo responsabile da parte di tutti gli armatori italiani, salvo poi a considerare la crisi di Fincantieri e le proteste di questi giorni degli operai. Già, dobbiamo ricordare che gli operai ”…sono andati in paradiso…”, perché oggi, chi lavora nella cantieristica navale è dotato di una particolare “professionalità” che ha garantito in questi ultimi anni il cosiddetto “made in italy”.

Però, passata la fase più acuta della crisi, oggi si nota un sostanziale miglioramento dell’accesso al credito, per cui si ritornerà a costruire, oppure converrà noleggiare navi (vedasi fenomeno pirateria)? Per Confitarma, lo sviluppo e la crescita dei commerci, legati all’espansione dei mercati cinesi ed alla ricostruzione del post catastrofe giapponese, lascia sperare di poter riempire anche l’eccesso di stiva. Sul fronte dell’occupazione si ritorna ad imbarcare anche allievi di coperta e di macchine (diplomati nautici), vista la volontà degli armatori ad investire in risorse umane. Però Paolo D’amico va continuamente affermando che oggi se si vuole lavorare nello shipping occorre parlare e scrivere correttamente la lingua del mare, cioè l’inglese; per cui lo stimolo per i giovani a studiare l’inglese e l’inglese marittimo, viste anche le numerose bocciature agli esami professionali marittimi  svolti in quest’ultimo anno presso le Direzioni Marittime.

Noi diciamo che vi è anche della “pigrizia” fra i giovani e meno giovani alla mobilità occupazionale, soprattutto nelle sedi estere delle varie società armatoriali. Confitarma è impegnata anche in progetti di ricerca come quello dell’uso di LNG (Liquid Natural Gas) come combustibile per navi, e D’Amico lo rilancia da qualche mese per un più ampio risparmio nei costi di gestione delle navi e per una più sostenibilità ambientale. Ma se i rigassificatori nessuno li vuole nel proprio giardino, i giovani armatori propongono di installarli su navi ancorate lungo la costa, riducendo così l’impatto ambientale e paesaggistico; non si risolve però la sicurezza ambientale per la salvaguardia delle popolazioni costiere. Infine, per una ripresa netta dalla crisi, Confitarma, con il suo presidente D’Amico, invita le Istituzioni a semplificare il nostro sistema legislativo ed amministrativo relativo allo shipping: norme che non trovano più riscontro nella realtà vanno abolite; si auspica una revisione globale di tutto il settore dalla formazione ai marittimi, agli armatori, agli spedizionieri, agli agenti, ai porti, alle autorità per renderlo più omogeneo e funzionale.

Abele Carruezzo