Unione Europea: lo stop dei pescatori contro le nuove norme

E’ sempre più aspra la protesta autonoma dei pescatori italiani che, in molte marinerie, hanno stabilito già dalle prime ore di questa mattina di non uscire in mare.

Una mobilitazione che, secondo il monitoraggio delle varie associazioni di categorie, risulta a macchia di leopardo contro il caro gasolio ma anche contro le norme Ue che prevedono pesanti spese nell’ambito del Pcp (Piano comune per la pesca).

Il Piano Comune per la Pesca dell’ Unione Europea ha come scopo quello di rendere florida e sostenibile l’industria europea della pesca; i pescatori italiani non ne contestano le finalità, ma accusano il piano di comportare pesanti aggravi di spese in un periodo in cui le imprese della pesca non riescono ad accedere al credito bancario, e soffrono dell’aumento del costo del gasolio. Su questi temi i pescatori chiedono attenzione e impegno alle istituzioni, alle amministrazione locali e al Governo nazionale.

La protesta è cominciata presto questa mattina in alcuni porti italiani e si preannuncia l’estensione ad ulteriori marinerie nei prossimi giorni. Per chi ha deciso invece di lavorare, c’è lo sciopero degli autotrasportatori che sta rendendo difficile, se non impossibile, vendere il prodotto e farlo arrivare sui
mercati.

Ecco la situazione regione per regione:

VENETO: i pescatori sono fermi a Chioggia, mentre a Caorle e a Venezia sono ancora in attività, ma i fasolari pescati stamattina sono invenduti a causa del fermo degli autotrasportatori.
LIGURIA: situazione frenetica e ancora difficile da decifrare; la marineria di La Spezia da oggi, è in stato di agitazione, nelle altre si sta decidendo in queste ore.
FRIULI V. GIULIA: da Marano Lagunare a Grado i pescatori stanno lavorando.
ABRUZZO: la maggior parte delle imprese di pesca hanno deciso di andare per mare. Molise: i pescherecci sono usciti in mare ma la protesta dei tir rende difficile vendere il prodotto.
TOSCANA: fermo a singhiozzo e si consoliderà domani se continuerà lo sciopero dei tir.
MARCHE: mobilitazione in diverse marinerie; a San Benedetto del Tronto stanno bloccando il porto. Lazio: lo strascico è tutto a terra con consegna dei documenti dei pescherecci alle Capitanerie di Porto, mentre la piccola pesca è parzialmente uscita in mare.
PUGLIA: è stata scelta la via della mobilitazione in modo uniforme.
CAMPANIA: a Salerno è fermo lo strascico e la piccola pesca, con consegna dei documenti dei pescherecci alle Capitanerie di Porto.
SICILIA: le maggiori marinerie hanno deciso di non pescare fino a giovedì 26 gennaio, in attesa degli esiti degli incontri previsti il 25 tra il presidente del consiglio e il governatore della regione Sicilia Raffaele Lombardo, il 26 gennaio tra il ministro Catania e l’Alleanza delle Cooperative italiane e, sempre il 26, tra l’assessore alle risorse agricole e alimentari Elio D’Antrassi.

Matteo Bianchi