Enrica Lexie: i due marò italiani preparano il ricorso

Stamani sono state state presentate due petizioni all’ Alta Corte di Kochi, relative alla vicenda dei maro’ italiani fermati dalle autorita’ indiane, tra cui quella della moglie di una pescatore ucciso che chiede un risarcimento al governo italiano.

I legali nominati dal governo italiano per seguire il caso dei marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, sono freneticamente al lavoro da stamattina per preparare un ricorso presso l’Alta Corte; La delegazione italiana ha trascorso la mattina in albergo a mettere a punto la tesi difensiva poiche’ il 4 Marzo scadrà il fermo di polizia e inizierà il fermo giudiziario.

Mentre si cerca ancora di fare chiarezza attorno ai fatti, da Atene e’ arrivata la smentita alle notizie riportate dalla stampa italiana secondo cui una petroliera greca – la Olympic Flair – sarebbe stata attaccata da pirati e scambiata dalle autorità indiane con la nave italiana Enrica Lexie. Un portavoce della Marina Mercantile ellenica distaccato presso il ministero per la protezione del cittadino ha dichiarato stamani all’ ANSA che nessuna nave mercantile battente bandiera greca è stata attaccata da pirati al largo delle coste meridionali dell’India negli ultimi giorni.

I due militari italiani si trovano intanto nella guesthouse della polizia sull’isola di Wellingdon, dove sorge il porto di Kochi, in stato di arresto. «Non possono avere contatti con l’esterno – spiega all’ANSA il vicecommissario M.Benoy responsabie per la sicurezza. Latorre e Gironi oggi sono apparsi brevemente sulla veranda per poi rientrare immediatamente. Rispetto a ieri davanti al bungalow non c’è più la stampa e anche la polizia ha preferito condurre le indagini in maniera più discreta per evitare il sensazionalismo mediatico di questi giorni.

Per il momento non e’ stata ancora rilasciata alcuna comunicazione ufficiale da parte della compagnia di navigazione Fratelli D’Amato, proprietaria della nave Enrica Lexie, sulla quale erano imbarcati i due marò del Battaglione San Marco accusati dalle autorità indiane di aver ucciso due pescatori indiani, scambiandoli per pirati.

Dalla compagnia fanno trapelare che stanno monitorando costantemente la situazione, nella quale comunque la società ha un ruolo marginale, e che rimane sotto la gestione delle autorita’ italiane. L’unico auspicio della Fratelli D’amato e’ che la nave possa riprendere al più presto la navigazione.

Matteo Bianchi