Yilport per Taranto apre nuova fase di opportunità

Taranto. Dopo l’uscita di Evergreen, Taranto era rimasta fuori dal giro dei grandi vettori marittimi. Con la presa in consegna da parte della Yilport Holding dell’infrastruttura portuale completamente rinnovata e ammodernata, l’orizzonte dello sviluppo economico, marittimo e portuale per Taranto si è schiarito. Taranto sta vivendo una fase di rilancio molto importante e significativa con la concessione recentemente formalizzata delle aree e della banchina del Molo Polisettoriale al colosso turco “Yilport Holding”.

E’ nota l’ambizione di Yilport di riqualificare il porto italiano dei due mari e trasformare Taranto in un nuovo hub di transhipment nel Mediterraneo. L’anno scorso, l’operatore portuale turco Yilport ha firmato un contratto per una concessione di 49 anni con l’AdSP del Mar Ionio per la gestione del terminal container, inattivo dal 2015, da quando Evergreen non ha più garantito i clienti dei suoi liner.

E’ di questa settimana la notizia Alphaliner che Yilport ha stipulato un contratto con la Kronecranes per la movimentazione dei container con 16 gru su rotaia per sette banchine con inizio delle operazioni verso la metà dell’anno in corso. Un’operazione che consentirà di sviluppare in misura considerevole i traffici commerciali e la logistica, con particolare riferimento alla movimentazione dei container e delle merci. L’impulso a operare nel porto di Taranto è stato dato proprio dal fondatore di Yilport, Robert Yildirim, il quale ha redatto un piano industriale quinquennale della società con l’obiettivo principale di entrare nella classifica delle top ten degli operatori portuali globali e raggiungere la capacità annuale di 1,5 milioni di teu.

Il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio, prof. Sergio Prete, è fiducioso di questo obiettivo a patto che si preveda il contestuale graduale aumento dei livelli occupazionali confidando sul fatto che Yilport non esclude di sviluppare anche il traffico di merce varia e ro-ro. Ora si pone il problema di convincere una linea di navigazione a scalare Taranto. Infatti, tutti i principali hub di transhipment del Mediterraneo hanno il sostegno delle principali compagnie di navigazione, di solito sotto forma di quote azionarie di maggioranza o di minoranza ed è noto che senza  compagnie di navigazione un porto container declina (Evergreen insegna).

Per ora, Yilport non commenta questa considerazione; anzi rilancia di contatti in via di definizione con le principali compagnie di navigazione. Tra l’altro anche il colosso “Cosco” (China Ocean Shipping Company), compagnia di Stato cinese attiva nei settori logistica, trasporti e spedizioni, sta valutando di avviare una stretta collaborazione con la Yilport, proprio per utilizzare al massimo le potenzialità del porto di Taranto, che potrebbe diventare così uno snodo di fondamentale importanza nell’ambito della cosiddetta “Nuova via della seta”, l’imponente progetto infrastrutturale che collegherà l’estremo Oriente con l’Europa; per questo, il presidente dell’AdSP Mare Ionio non vede all’orizzonte rischi eventuali sull’esito del progetto-piano industriale su Taranto.

Piano – progetto simile a quello realizzato negli Stati Uniti, a Gulfport, nel Mississippi, dove una concessione per un terminal con l’Autorità portuale prevede un impegno con investimenti per una produzione annua di 600.000 teu in due anni. Robert Yildirim ha anche affermato che la società inizierà “una nuova fase di opportunità di acquisizione”, in particolare perseguendo terminal-gateway nei mercati emergenti, cercando di acquisire uno o due porti all’anno, in linea con la propria strategia di presenza in Europa e non solo.

Abele Carruezzo