GLI EFFETTI DELLA PANDEMIA SULL’ECONOMIA MARITTIMA

 

GLI EFFETTI DELLA PANDEMIA SULL’ECONOMIA MARITTIMA

di Pietro Spirito*

Mentre continuiamo ad affrontare l’emergenza della pandemia, vale la pena di cominciare a tracciare le conseguenze che si stanno determinando, e che si determineranno anche in prospettiva, per effetto della crisi generata dal Coronavirus. E’ opportuno tentare questo esercizio anche perché l’economia marittima rappresenta sempre un termometro sensibile circa l’andamento complessivo da un lato del tessuto produttivo e dall’altro delle movimentazioni dei passeggeri, non solo per pendolarismo di corto raggio ma anche per attività turistica.
Nell’immediato stiamo registrando un drastico calo nei volumi e nei servizi di trasporto, particolarmente sensibile nel segmento del trasporto passeggeri.

Le crociere si sono bloccate completamente, ed è probabile che i segni di questo arresto, ormai destinato a durare almeno per l’intero anno in corso, contageranno probabilmente anche l’andamento degli anni futuri. La memoria degli eventi che hanno caratterizzato l’emergenza sanitaria a bordo di diverse navi da crociera potrebbe determinare un impatto psicologico non di breve periodo. Proprio nel segmento di mercato nel quale si prevedeva una crescita significativa e robusta, la pandemia rischia di modificare un trend di sviluppo che appariva solido e di lungo periodo.

Nel traffico passeggeri di corto e di medio raggio, il drastico rallentamento dei volumi è invece più strettamente correlato con l’emergenza e con la stretta decisa sulla mobilità dei cittadini per ridurre il distanziamento sociale. Cessata questa fase, è molto probabile che – in un tempo anche breve – si possa tornare ad un volume fisiologico di spostamenti in questo segmento di mercato.

Più difficile, e forse anche prematuro, è il ragionamento che si può condurre oggi sul traffico commerciale. Quello che accadrà nel settore del trasporto merci dipenderà molto da ciò che si determinerà nella riorganizzazione del settore industriale. E’ possibile che alcune produzioni troveranno una loro ricollocazione nei paesi di più matura industrializzazione, riducendo i gradi di dipendenza che inevitabilmente sono connessi alle scelte determinate dalla globalizzazione spinta dei decenni passati.

Ma probabilmente si tratterà di adattamenti che non saranno destinati a modificare lo scenario complessivo dell’economia nel suo insieme. Quello che è purtroppo certo è la crisi dell’economia determinata dal brusco rallentamento della produzione industriale. Secondo la maggior parte degli osservatori siamo in presenza di una profonda discontinuità e difficoltà strutturale, peggiore delle crisi che abbiamo vissuto dal 1987 in avanti, sino al 2011.

Molto dipenderà dalle risposte di politica economica degli Stati. Il mercato non sembra disporre delle energie e delle capacità per affrontare una crisi sistemica come questa. Gli annunci, ed i primi provvedimenti assunti, vanno in questa direzione, con ingentissime risorse messe in campo dagli Stati Uniti, dalla Germania, dalla Gran Bretagna. L’Italia ha definito un primo pacchetto di misure emergenziali, e altre sono state annunciate nel mese di aprile. Ma nel nostro caso molto dipenderà dall’indirizzo che sarà seguito dalla Unione Europea.

Non è ancora chiaro l’approdo tra le diverse linee che sono emerse nel corso di queste settimane. Se non dovesse affermarsi una logica di approccio fortemente solidale tra gli Stati dell’Unione, la ripresa italiana sarà certamente più difficile e più lontana nel tempo.
Articolando questi stessi fenomeni legati alla evoluzione della economia marittima con la chiave di lettura dei nostri territori, non cambia di molto il quadro. Cerchiamo di capire quali sono ora, e quali potrebbero essere in prospettiva, le conseguenze sulla domanda e sui servizi nei porti di Napoli e di Salerno.

Nel segmento dei passeggeri, registreremo una ripresa più rapida del trasporto passeggeri di medio a di corto raggio, mentre il settore delle crociere, che comunque si riprenderà nel medio-lungo periodo, avrà bisogno di una fase, per il momento non stimabile, di assestamento per tornare su un percorso di crescita.

Nel traffico commerciale è davvero molto presto per comprendere quali saranno gli scenari successivi alla emergenza della pandemia. Innanzitutto dipenderà dalla durata della crisi: meno lungo sarà il tempo, meno strutturali saranno le conseguenze. Poi, saranno decisivi gli interventi attivi di politica economica: se saranno incidenti ed efficaci, la ripresa potrà avvenire in un tempo più breve, e con minori ferite nell’apparato produttivo e nella struttura sociale.

Nel momento attuale va segnalata una tenuta del traffico delle rinfuse, mentre nel settore dei contenitori si assiste ad una caduta significativa delle importazioni, ma ad una crescita delle esportazioni, segnale che va messo in connessione con il modello di specializzazione campano, caratterizzato in particolare dal settore dell’agro-industria.

*Presidente AdSP Mar Tirreno Centrale