Navi ‘inoperose’ che non vorremmo più vedere nei nostri porti

Tutti si aspettano una “normalità”- quella passata e che non ritornerà; mentre con il nuovo anno- questo 2021 – inizia il nostro futuro. E’doveroso sottolineare che i porti, le navi e i marittimi tutti -imbarcati e non- hanno espresso il loro ruolo importante ed hanno assicurato la continuità delle catene di approvvigionamento durante questa pandemia da Covid-19  e soprattutto durante i vari lockdown. In breve, i porti hanno dimostrato ‘resilienza’, parola molto usata e abusata, ma che preferiamo tradurre con la notevole ‘capacità di recupero’ da parte dei sistemi portuali italiani.

I porti italiani, al pari di quelli europei, dovranno dimostrare di essere strategici nell’interpretare i cambiamenti che il settore dei trasporti dovrà affrontare in futuro prossimo: infrastrutture portuali adeguate, navi giganti ed evolute, equipaggi con mirate competenze per un’automazione navale integrata e totale. Porti non più solo scali merceologici; ma in quanto scali al servizio dei commerci, dovranno divenire centri di una multimodalità, nodi e snodi di nuove energie, logisticamente bipolare (terra/mare), poli industriali, hub della digitalizzazione e dell’economia blu per uno sviluppo territoriale sostenibile e nel rispetto dell’ambiente.

Tutte le AdSP italiane condividono le direttive europee per la concreta riduzione delle emissioni del 90% nei trasporti, strumentale per raggiungere gli obiettivi del Green Deal entro il 2050. Il 2021 sta per essere un anno impegnativo per i porti italiani che potranno svolgere un ruolo fondamentale per l’economia di una regione e fornire valore aggiunto alle tutte le città di mare e di porto.

Basta volerlo! In nome di tutta la redazione de IL NAUTILUS, permetteteci di augurare a tutti voi, alle vostre famiglie e ai vostri cari, un prospero Anno Nuovo 2021.