Movimentazione 2019-2020 per il porto di Brindisi positiva

Bari. La Puglia non ha niente da invidiare in termini di portualità e logistica ad altre Regioni d’Italia, anche se politicamente non si fa altro che guardare a Trieste, Genova, Gioia Tauro e Taranto. Sembrerebbe che solo questi e non altri rappresentano i Puertos de Estado! La verità tutta mediterranea è non voler credere nelle potenzialità dei porti dell’Adriatico meridionale – Bari e Brindisi – che con retroportualità, interporti, strade, ferrovie e aeroporti svolgono una relazione economica in progress per l’intero sistema portuale e non solo per il settore dei trasporti, ma anche a garanzia di una regione e dell’intero Mezzogiorno d’Italia.

Si trova sempre qualche portatore d’interesse, compreso qualcuno di ritorno, che non approva … perché non è il suo interesse. Sappiamo che da sempre, geograficamente e storicamente i porti hanno segnato l’evoluzione dei mercati e soprattutto nei periodi di crisi planetarie dovute a pandemie come quella che stiamo vivendo. Brindisi e il suo porto, contrariamente a quanti non credono alle sue potenzialità e a tutte le ‘sirene’che sanno cantare solo un’no’, i dati numerici sull’andamento parziale della movimentazione portuale, al netto del carbone sbarcato (decarbonizzazione avviata) – periodo gennaio/dicembre 2020 – confermano una certa stabilità nella funzione operativa delle merci in/out e del porto stesso, da sempre ‘porta dell’Europa’ da/per il Mediterraneo orientale.

La movimentazione delle merci nelle aree portuali sta seguendo uno sviluppo che viene in larga parte determinato dalla domanda indotta dai cambiamenti continui dei nostri stili di vita e dalla continua evoluzione dei servizi. Accettare che la performance delle attività produttive del porto di Brindisi, in questi due anni di pandemia, è diversamente pensata da come viene descritta sui social e sulla stampa locale, significa essere onesti intellettualmente; si può non condividere azioni di governance portuale, come pure non concordare le azioni di un’amministrazione locale, ma di fronte a dei numeri che il porto di Brindisi sta registrando bisogna solo evidenziare le potenzialità e le opportunità economiche che il porto salentino sta guadagnando.

Così non è per altri porti pugliesi, basta vedere altrove. Infatti, Brindisi non occorra che dimostri, ancora una volta, che il suo porto e la sua area vasta di retroportualità sono e saranno strategici per incrementare lo sviluppo di un post-industriale green, soprattutto nei settori energetico, chimico, aeronautico e farmaceutico e i suoi relativi insediamenti indotti. Grazie al Dipartimento Sviluppo e Innovazione Tecnologica dell’AdSPMAM, i dati sull’andamento delle movimentazioni portuali, confermano il trend positivo per lo scalo di Brindisi, soprattutto per le rotabili (ro-ro + 1,71%) e numero di accosti (+1,43%). Il traffico di passeggeri su traghetti diminuisce; mentre quello del settore crocieristico si è sostanzialmente azzerato, a causa del blocco imposto dalla pandemia.

Il turismo, settore tra i più colpiti a livello globale dal blocco delle attività, ha risentito del forte calo della domanda. E con tutte le difficoltà che si riscontrano a livello amministrativo e i limiti per le nuove infrastrutture (pontile a briccole, approdi a S. Apollinare, colmata, fondali, riconversione green, progetto Edison per il gnl e la transizione energetica per la decarbonizzazione ecc.), Brindisi ha una buona performance. Il Presidente dell’AdSPMAM, prof. Ugo Patroni Griffi, afferma che “ … l’Adsp MAM ha delle potenzialità per competere nel Mediterraneo, e questi dati dimostrano che Brindisi ha caratteristiche di resilienza nel mantenere le proprie posizioni di porto polivalente.”.

Analizzando la verifica scalare delle serie mensili 2019/2020 i dati confermano la tenuta degli accosti nel porto di Brindisi a conferma che le Compagnie di navigazione non seguono i consigli dei vuole a tutti costi il fermo di un porto.

Ancora una volta, i dati dimostrano che il porto di Brindisi è scelto dalle Compagnie di navigazione del Mediterraneo; se tutte quelle infrastrutture di cui si parlava sopra, fossero già operative si potrebbero avere percentuali a doppia cifra e con le costituende Zes attrarre investitori internazionali. A chi afferma che il progetto Edison (favorevoli Governo, diverse istituzioni locali e operatori portuali) è simile a quello della British Gas, non vuole realizzare il processo della transizione energetica a Brindisi. Il porto di Brindisi ha assoluta necessità d’infrastrutture che lo ricollochino in posizione strategica all’interno del bacino del Mediterraneo.

Occorre comprendere che il Gnl e l’idrogeno sono considerati, dalla chimica industriale, i combustibili precursori dei carburanti green che aiuteranno il settore del trasporto marittimo ad essere carbon free, in accordo con gli obiettivi dell’IMO. Il Presidente dell’AdSPMAM, Prof. Ugo Patroni Griffi, nel salutare positivamente i dati sulla movimentazione merceologica del porto di Brindisi afferma che: “ … i porti italiani, per le favorevoli posizioni geografiche, in particolare quelli del Mare Adriatico Meridionale, e le loro funzioni operative, potrebbero consentire ai tanti investitori internazionali di gestire flussi merceologici con una certa facilità e risparmi dei costi, favorendo ulteriori economie di scala.”.

Abele Carruezzo