Brindisi, porto core

Brindisi ed il suo porto al centro del webinar organizzato dall’International Propeller Club Port of Brindisi.

Brindisi. Le problematiche che ci ritroviamo ad affrontare, sicuramente, avranno un impatto di lungo termine. Non possono essere affrontate solo con un dialogo territoriale e restare ferme a un palo, visto che il post covid-19 presenterà scenari economico/marittimi diversi.

Dopo una breve introduzione della presidente del Propeller di Brindisi, Dott.ssa Maria De Luca, si sono succeduti i saluti del Sindaco di Brindisi, Ing. Riccardo Rossi e del presidente della Regione Puglia, Dott. Michele Emiliano e del Comandante del Porto di Brindisi, Cap. Vasc. Fabrizio Coke. La relazione tecnica è stata illustrata dal Dott. Alessandro Panaro, responsabile Servizio Maritime & Energy SRM che parlato sui “dati del porto, quale strategia e quali traffici futuri”.

Maria De Luca, nella sua introduzione, ha ricordato che “Brindisi, oltre ad essere un porto industriale è tuttora impegnato per un traffico ro-ro e ro-ro/pax per la Grecia e l’Albania, nonché verso la Sicilia e l’Emilia Romagna (c.d. linee di cabotaggio Ravenna – Brindisi – Catania). Il traffico industriale e altro è garantito attraverso approdi preferenziali, mentre le linee traghetti e crocieristiche continuano a soffrire di una atavica mancanza di ormeggi e terminal adeguati.”
Importanti sono stati i saluti del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, del Sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, del Comandante del Porto, Cap. Vasc. Fabrizio Coke e del neopresidente di Confindustria Brindisi, Lippolis. Tutti hanno condiviso che Brindisi e il suo porto merita la giusta attenzione per rinascere, condividendo tutti il ‘master plane’ di opere dell’AdSPMAM.

Il Dott. Alessandro Panaro, della Srm, ha posto in rilievo i nuovi focus dei flussi merceologici con il Mediterraneo che è tornato a essere al centro dei traffici marittimi da/verso l’Oriente e per la Cina. Il Mediterraneo che riesce a collegare, grazie al Canale di Suez, i tre oceani, rappresenta una nuova opportunità marittima in competizione con le rotte artiche. Poi si è trattenuto sui dati statistici in/out del porto di Brindisi; dati portuali – ha rilevato Panaro – che fanno sperare, soprattutto se riferiti ai rotabili, facendo del porto di Brindisi un porto hub per le tipologie di navi ro-ro r or-pax. Le linee Shortsea saranno il futuro dei nuovi ‘port core’ delle reti europee. La Puglia è una regione che più di altre del Mezzogiorno d’Italia, è dipendente del mare per il suo import/export (47%) e del 45% su strada. In questo orizzonte si pongono bene i nuovi progetti di Zes e Zfd.

I nuovi driver dell’economia marittima portano a proporre una vision di ‘porto del futuro’ se si avrà traffico, apertura all’internazionalizzazione, corredo imprese logistiche e soprattutto capacità di attrarre investimenti sul proprio retroporto. Sicuramente Brindisi, per quanto riguarda il segmento delle crociere, non è in competizione con Bari o con Taranto, ma lo scalo messapico ha le proprie specificità, culturali, turistiche e archeologiche che lo rendono unico per un’esperienza a bordo di navi che ben s’integrano con la città e la sua provincia. Inoltre, parlando di futuri scenari e traffici marittimi, Panaro ha rilevato che il settore dello short shipping crescerà dell’8,4% entro il 2025. Il Mediterraneo è una via marittima che si propone con i suoi due corridoi –Adriatico e Tirreno – capace di portare l’Italia dei porti a livelli di crescita significativa.

Alle 18.00 è seguita la tavola rotonda dal titolo “Tutti per Brindisi” e dopo la proiezione del video “Brindisi d’Amare”, è seguito il dibattito, moderato dal presidente nazionale dell’International Propeller Club, Dott. Umberto Masucci.
Nell’introdurre il dibattito, Masucci ha rilevato che “I porti e sistemi portuali italiani rappresentano elementi strategici per l’economia del nostro Paese e per questo le strutture portuali dovranno essere in grado di rispondere alle sfide del commercio mondiale: navi sempre più grandi, transizione energetica, digitalizzazione dei processi d’interazione nave/porto, logistica integrata e soprattutto cold ironing green.”

Finalmente la ‘Politica’ s’interessa a come semplificare le procedure di pianificazione del settore portuale.
L’Onorevole Avv. Anna Macina, sottosegretario di Stato per la Giustizia, ha sottolineato il proprio impegno sui problemi che hanno interessato il porto di Brindisi in questi ultimi anni. Importante è stato il suo impegno per sbloccare la pratica dell’air draft con l’Enac e quella relativa all’infopoint dell’AdSP. Sul tema preciso, “La riforma della giustizia per favorire lo sviluppo”, l’On. le Macina ha detto che la ‘giustizia’ sicuramente è volano per lo sviluppo dell’economia: “sempre se la sua efficienza e i suoi giudizi civili e penali giungano in tempi brevi; questo farebbe risparmiare allo Stato dai 30 ai 40 miliardi di euro.” Lei si augura che i tempi delle cd ‘conferenze dei servizi’, e i regolamenti sulle semplificazioni amministrative possano portare effetti benefici, come sulle regole delle Zes. Si augura, da questo webinar, che il Prefetto di Brindisi possa istituire un ‘tavolo’ di coordinamento di tutti gli attori per gestire la risoluzione delle opere che il porto di Brindisi necessità e sicuramente Brindisi possa rientrare nella rete TN-T come Port Core.

L’Onorevole Dott. Edoardo Rixi, componente Commissione Trasporti e responsabile per la Lega delle infrastrutture, su “Grandi opere e semplificazioni: il modello Genova per Brindisi?”. Il suo intervento ha posto la ‘metodologia del modello Genova’ può essere applicato anche al porto di Brindisi. Lo Stato ha bisogno che le opere pubbliche si facciano risparmiando denari e questo sarà possibile se si attueranno le semplificazioni amministrative applicate a Genova. Poi il sistema mare Italia ha bisogno di recuperare il gap competitivo con i porti del Nord Europa. L’ambiente e lo sviluppo non sono declinabili in un orizzonte di contrasto ma, coordinati per lo sviluppo della nostra portualità; quindi opere e infrastrutture in tempi veloci per dare attrazione al nostro sistema logistico. Infine, l’On. le Rixi ha dato un ultima riflessione sul gigantismo navale; il caso che una portacontainer per undici giorni ha bloccato il Canale di Suez saremo costretti a ripensare il Mediterraneo in chiave europea.

L’ Avv. Fabiano Amati, presidente Commissione Bilancio e Programmazione Regione Puglia, su “Programmazione e finanziamento delle opere regionali strategiche” ha puntualizzato che questo webinar ha il rischio di far credere che tutti i problemi della portualità di Brindisi siano già tutti risolti. Così non è, anche perché le ‘grandi dispute’ riguardano la dimensione culturale: “Non investire su opere portuali, significa produrre diseguaglianze; gli stessi bisogni di una società non coincidono con quote di ricchezza uguali; per questo si genera il commercio, giusto per ottenere lavoro e prosperità”. In qualità di Consigliere regionale di questo territorio, ha detto Amati, “sostengo tutto l’operato dell’AdSPMAM perché sono opere che generano lavoro e commercio marittimo ed il ‘problema portuale’ è che le merci viaggiano su navi.” Infine, ha ricordato la lettera dell’Ing. Pigonati indirizzata al Re: “ A Brindisi vi sono commercianti che non condividono le opere portuali e si comportano come quei beneficiari delle opere che rifiutano i benefici economici derivanti da quelle opere”. Anche oggi, a Brindisi, vi sono cittadini che pur non avendo interessi sul porto contrastano le opere essendo loro stessi beneficiari.

L’Onorevole Dott. Mauro D’Attis, membro Commissione Bilancio Camera dei Deputati, su“Transizione ecologica un’occasione per Brindisi porto Core” ha detto che Brindisi non deve essere proposto come porto core, perché Brindisi era già inserito nella rete TN-T; poi, con il Reg. to 1315/2013 Brindisi fu escluso dalla rete per motivi politici e non tecnici; quindi vi sono responsabilità politiche di allora. Oggi reinserire Brindisi nella rete europea dei port core occorre un’assunzione di responsabilità da parte della Regione Puglia che lo propone al Governo italiano che a sua volta lo inserire nella rete europea. Questa sottoscrizione di proposta la deve compiere la Regione Puglia e questa è un’occasione che non si potrà più ripetere, visto che l’AdSPMAM si muove con opere nella direzione della transizione ecologica.

La Senatrice Avv. Gelsomina Silvia Vono, vicepresidente 8a Commissione Senato Lavori Pubblici e Comunicazioni, su  “Revisione Codice degli Appalti”. La senatrice nel suo breve intervento ha detto che “ il Codice degli appalti va rivisitato e semplificato, soprattutto per quanto riguarda la infrastrutturazione dei porti italiani. Se questo non sarà risolto in tempo per partecipare ai fondi del Recovery Fund, allora si sospenda e si applichi le procedure europee e mi riferisco ai dragaggi e alle semplificazioni delle Zes.”

Il Senatore Dott. Dario Stefano, presidente Commissione Politiche Unione Europea Senato, su “Europa – i porti Core nelle Reti Ten-T”. Per il Senatore Stefano i porti del Mezzogiorno d’Italia costituiscono la piattaforma logistica dell’intero paese che guarda al Mediterraneo. Per rivendicare la posizione di port core Brindisi non può avere contrapposizioni e contrasti fra Enti territoriali, anche perché vi sono risorse ingenti entro il 2027. “ Abbiamo la capacità – ha detto Stefano – come sistemi territoriali a rivendicare compattezza per dare una visione prospettica per un piano di ristrutturazione portuale che sia funzionale alla rete europea.” Sostanzialmente occorre rivendicare la funzione territoriale e non azioni di campanile. In questa prospettiva, Brindisi e Taranto possono essere complementari e non competitivi si è augurato il Senatore Stefano.
Infine, il Prof. Ugo Patroni Griffi, presidente AdSPMAM, ha concluso la serata facendo un’analisi delle tantissime azioni amministrative compiute per portare il porto di Brindisi ai livelli di un sistema portuale. Le occasioni di sviluppo dei traffici perse dal porto salentino sono state create per l’assenza da parte dello Stato a riqualificare le proprie infrastrutture.

Infatti, la fine della ‘Valigia delle Indie’ è stata segnata per non aver operato i dragaggi; i traghetti degli anni ‘70/80 hanno abbandonato Brindisi per una non funzionalità delle banchine del porto interno, non adeguate alla modernità delle navi che si affacciavano; i traffici sono rimasti in Adriatico trasferendosi su Ancona e Ravenna e poco traffico su Bari. Quando mancano gli investimenti sul porto si va incontro ad una decrescita del territorio. “Oggi, ha detto il presidente patroni Griffi, ci troviamo in una fase di stallo: un PRP del ’75 che prevedeva fondali a -14, mentre ci troviamo con fondali reali a -11,5; si capisce che con questi numeri non ci si può confrontare con i parametri di un port core moderno.” “Il porto messapico, con le sue aree e retroportualità, ha capacità per candidarsi a core sia nel corridoio adriatico, naturale e longitudinale, da portare fino a Brindisi e sia lungo quello tirrenico trasversale NA-TA-BR.”

“Brindisi ha bisogno di essere re-industrializzato – ha concluso Patroni Griffi – con imprese che hanno bisogno di investire; per questo le Zes e la Zfd sono funzionali ad uno sviluppo ‘core’; come le imprese manifatturiere a filo di banchina, cold ironing, idrogeno, energie rinnovabili, carburanti di transizione, Lng,eco carburanti, bioammoniaca, economia circolare. Brindisi ha bisogno di accosti a S. Apollinare perché il mercato delle Short-shipping lo chiede; Brindisi ha bisogno di dragaggi perché questo lo chiede il naviglio mercantile moderno.” Con i suoi tre bacini, tutti operativi, il porto ha bisogno di nuove strutture adeguate alle nuove esigenze dello shipping internazionale; ma alcune di queste rimangono imprigionate da una burocrazia che vincola e non permette una competizione equa con altri porti del sistema pugliese e dell’Italia.

Infine, questo webinar ha posto tre obiettivi strategici dovranno fare da guida: migliorare la competitività del sistema portuale e logistico del Mare Adriatico meridionale; favorire quanto più possibile la crescita dei traffici delle merci e delle persone; agevolare la promozione dell’intermodalità nel traffico merci. Obiettivi che saranno innescati nelle istituite zone doganali intercluse e zone economiche speciali.

Ci auguriamo che gli attori di questo webinar, in particolar modo il Propeller Club Port of Brindisi, Amministrazioni comunale, regionale, nazionale e AdSPMAM possano concertare un ‘piano’ per esprimere di fatto tutto il potenziale per realizzare una visione di comunità futura di città-porto integrata in Europa. Tutti noi concordiamo politicamente che oggi abbiamo bisogno di più occupazione, più salute pubblica, più sviluppo sostenibile, efficienza economica e cultura della legalità; e su questi assi dobbiamo lavorare insieme se si vuole sinceramente “il bene comune” di questo territorio. Perciò tutti dobbiamo sentirci impegnati per la città di Brindisi prima di tutto!

Abele Carruezzo