PNRR: l’AdSP del Mare Adriatico Meridionale affronta il futuro

Bari. Il futuro dell’Italia sarà costruito con una visione innovativa di sviluppo nell’orizzonte di una ‘resilienza trasformativa’ del sistema socioeconomico.

L’Allegato Infrastrutture al Documento di Economia e Finanza (DEF) in questo senso è chiaro: documento programmatico che illustra la politica del Governo in materia d’infrastrutture e trasporti; strumento con cui il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (MIMS) intende effettuare le scelte relative alle politiche per le infrastrutture e la mobilità del Paese, anticipando alcune decisioni strategiche che saranno oggetto di approfondimento del nuovo Piano Generale dei Trasporti e della Logistica (PGTL).

In questo quadro, un occhio particolare del Governo è dedicato al sistema portuale italiano; sistema a cui è affidata la funzione di principale interfaccia del sistema economico e produttivo nazionale con i mercati globali, oltre che una importante funzione di connessione in ambito Mediterraneo e nazionale tramite un’importante rete di collegamenti di cabotaggio, in particolare per le isole maggiori.

La ‘vision’ è sostenuta da una puntuale previsione che mostra scenari che indicano una ripresa a “V” per il complesso dell’economia, con un forte rimbalzo del PIL nell’anno in corso e nel prossimo in grado di assorbire in tempi relativamente brevi la forte contrazione del prodotto registrata nel 2020. Infatti, nella figura seguente (fonte ministeriale) si evidenzia l’evoluzione del PIL confrontando lo scenario controfattuale (quello che si sarebbe realizzato se il PIL fosse cresciuto con i tassi previsti nel DEF prima della pandemia) e quello effettivamente realizzato nel 2020 e previsto nel DEF per il 2021-2023.

Per comprendere tutta la ‘progettualità’ dell’Allegato DEF occorre fare riferimento alla politica dell’Ue. Infatti, la politica europea delle infrastrutture di trasporto è un piano di lungo periodo con l’obiettivo a realizzare uno Spazio Europeo Unico dei trasporti, all’interno del quale siano raggiunti target ambiziosi volti alla sicurezza, decarbonizzazione, digitalizzazione e sostenibilità. Per questo, la Commissione considera e incentiva le uniche modalità di trasporto più sostenibili come quelle del trasporto marittimo e trasporto su ferro. Ed è per questo che l’Italia, in una nuova configurazione delle reti TEN-T (dopo la Brexit) spera di incorporare nella rete e nei Corridoi europei gli assi considerati strategici nell’ambito del sistema nazionale delle infrastrutture di trasporto al fine di colmare i gap esistenti.

Nell’Allegato al Documento di Economia e Finanza si notano i progetti ritenuti dal Ministero strategici ed importanti per una competizione vera del ‘sistema – Italia’. A parte il fatto che alcuni di questi progetti sono datati e i vari territori li aspettano da anni, si può dire che l’insieme dei progetti relativi ai porti, agli aeroporti e alle Zes costituiranno l’ossatura portante per il rinnovo del Paese Italia.
Il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, Prof Ugo Patroni Griffi, fiducioso di questa pianificazione, ultimamente ci ha dichiarato: “Il documento rispecchia l’ottimo lavoro del governo, e per quel che riguarda la portualità è il risultato di un confronto costante – encomiabilmente voluto dal Ministro Giovannini e portato avanti con decisione dalla direzione porti del MITE, unitamente al cluster marittimo/portuale”.

“E’ un documento – l’Allegato al DEF – importante nella sua declinazione, dichiara il Presidente Ugo Patroni Griffi: tematiche omogenee, chiari gli obiettivi di politica economica perseguiti (manutenzione delle infrastrutture e loro resilienza, incremento dell’accessibilità portuale, sviluppo della intermodalità, digitalizzazione, ambientalizzazione, industrializzazione etc. etc); classifica gli interventi per ordine di priorità distinguendo tra quelli immediatamente cantierabili e quelli in cui è in fase di redazione il progetto di fattibilità (con le caratteristiche previste dal decreto semplificazioni) e contiene una analisi dettagliata delle risorse disponibili e dei fabbisogni ancora residui”.

“Tuttavia, rileva il Presidente dell’AdSPMAM, si rende necessario che nei prossimi interventi normativi il regime di maggior favore burocratico previsto per le opere finanziate dal PNRR fosse esteso a tutte le opere inserite nell’Allegato”. Infatti, ci si riferisce al fatto che alcune progettualità sui ‘Green Port’, come l’efficientamento energetico e la gestione dei rifiuti rimangono esclusi.
Per una disamina completa riportiamo tutte le opere riguardanti il Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale.

Porti.
L’individuazione degli interventi e dei programmi portuali si è sostanzialmente svolta in continuità con quanto effettuato nel corso dei precedenti Allegati Infrastrutture al DEF, tenuto conto delle ulteriori risorse apportate con il Fondo Complementare al PNRR.

Caratteristiche principali dei programmi portuali e gli interventi sulla filiera della cantieristica navale e sulle attività industriali a valore aggiunto nei porti hanno interessato:
Ultimo miglio stradale: BARI – Realizzazione strada camionale di collegamento tra l’Autostrada A14 ed il porto di Bari – Stazione appaltante Città Metropolitana di Bari. BARI – Lavori di rimozione binari ed adeguamento sede stradale dorsale di collegamento Marisabella – S. Vito.

Accessibilità marittima: BRINDISI – Completamento dell’infrastrutturazione portuale mediante banchinamento e realizzazione della retrostante colmata tra il pontile petrolchimico e Costa Morena Est. BRINDISI – Completamento del banchinamento in zona Capobianco e realizzazione dei dragaggi ad esso funzionali sino alla quota -12 m slmm. BARLETTA – Prolungamento di entrambi i moli foranei e approfondimento dei fondali secondo le previsioni del PRP.

Resilienza delle infrastrutture ai cambiamenti climatici: MANFREDONIA – Ristrutturazione e rifunzionalizzazione molo alti fondali.
Efficientamento energetico ed ambientale: Bari, Brindisi – Cold Ironing
Waterfront e servizi crocieristici e passeggeri: BARI – Ristrutturazione e ampliamento Terminal Traghetti e Crociere.

Aumento selettivo della capacità portuale: BRINDISI – Opere di completamento accosti portuali navi traghetto e Ro-Ro di S. Apollinare Porto di Brindisi (in 2 stralci funzionali). BARI – Riqualificazione del Molo S. Cataldo – Potenziamento delle Infrastrutture asservite alla sede logistica di bari del Corpo delle Capitanerie di Porto.
Manutenzione del patrimonio pubblico demaniale: BRINDISI – Lavori di manutenzione e ammodernamento infrastrutture portuali della Stazione navale della Marina Militare. BARI – Realizzazione di edifici da destinare ad attività terziarie/direzionali e a depositi portuali nell’ambito dell’intervento di riqualificazione del Molo Pizzoli. BARI – Lavori di riqualificazione area ex Cianciola.
Aeroporti.

A livello aeroportuale, partendo dallo SNIT 2001, si sono integrati i nuovi orientamenti della Rete TEN-T e i criteri inseriti nel Piano Nazionale degli Aeroporti, soprattutto in relazione alla copertura territoriale del sistema aeroportuale, anche indipendentemente dalla rete “Core”. Di conseguenza, gli aeroporti di Pisa, Firenze, Bari, Lamezia Terme e Catania della rete “Comprehensive” sono stati ritenuti di importanza nazionale e quindi di 1° livello, mentre gli aeroporti di Cuneo, Parma, Rimini, Perugia, Salerno, Taranto e Crotone, pur non figurando nella rete TEN-T, sono stati classificati di 2° livello. In definitiva, lo SNIT contiene 38 strutture aeroportuali, di cui 16 appartenenti alla rete di 1° livello.

Il Piano Nazionale degli Aeroporti si fonda su alcune strategie, quali la classificazione degli aeroporti integrata con la struttura della rete europea TEN-T, l’aumento della capacità aeroportuale negli scali esistenti, la salvaguardia delle aree limitrofe agli aeroporti per consentire la necessaria espansione degli stessi, la pianificazione integrata con il territorio, anche a stimolo dello sviluppo di sinergie con i soggetti pubblici e privati che operano in prossimità degli aeroporti, la sostenibilità ambientale di lungo periodo degli aeroporti quale contributo alle politiche nazionali ed europee, e il forte indirizzo alla realizzazione di opere e connessioni ferroviarie per raggiungere livelli accettabili di intermodalità.

L’elaborazione di una nuova strategia nazionale si fonda sull’intermodalità dei sistemi di trasporto e, al contempo, incentiva le attività di riconversione del trasporto aereo e delle relative infrastrutture, promuovendo programmi di decarbonizzazione con l’obiettivo delle zero emissioni.
Sono previsti interventi nel PNRR all’interno del programma Upgrading, Elettrificazione e resilienza al Sud:

Quello che creerà conflitti occupazionali e tensioni sociali sarà l’introduzione delle torri remote. Il progetto Remote Tower prevede la gestione da un centro di controllo remoto del traffico aereo in arrivo e partenza da più aeroporti. Questa soluzione assicura – si dice ma senza prove – una maggiore flessibilità nella gestione degli orari di servizio sugli aeroporti minori permettendo inoltre di ridurre i costi senza influire negativamente sulla sicurezza e / o sulla fornitura del servizio.
Zes.

Le Zone Economiche Speciali (ZES), introdotte in Italia con il c.d. “Decreto Mezzogiorno” e istituite con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, sono: – ZES Regione Campania; – ZES Regione Calabria; – ZES Ionica Interregionale nelle regioni Puglia e Basilicata; – ZES Adriatica Interregionale nelle regioni Puglia e Molise; – ZES Sicilia occidentale; – ZES Sicilia orientale; – ZES Regione Abruzzo; – ZES Regione Sicilia.
Per ognuna di esse è previsto un piano strategico finalizzato al rafforzamento della logistica e dei trasporti come un primo fondamentale obiettivo per aumentare l’attrattività per gli investitori.

Il Dipartimento della Coesione, con il supporto del Ministero delle infrastrutture e della Mobilità sostenibili, ha provveduto ad una ricognizione degli interventi infrastrutturali necessari nelle aree ZES, coinvolgendo le Regioni interessate, anche tramite i consorzi delle Aree di Sviluppo Industriale (ASI), i Comitati e i Commissari delle aree ZES e le Autorità Portuali interessate, e inserendoli nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, Missione 5 – Componente 3 – Progetti Speciali.

Si tratta d’interventi di riammodernamento e riqualificazione dei porti e dei retroporti, con lavori di urbanizzazione primaria e infrastrutturazione di base, di collegamenti intermodali e di infrastrutturazione digitale, ma anche di riqualificazione e di consolidamento di immobili esistenti da destinare a servizi innovativi alle imprese ed ai territori; un’ulteriore linea di sviluppo riguarda il potenziamento dei collegamenti di ultimo miglio ferroviario e stradale ai porti ed alle zone industriali ricadenti nei territori delle ZES.

Nello specifico, sono finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per la ZES Adriatica per 89,092 mln di € per le aree industriali di Brindisi, Lecce e Termoli e per il porto di Manfredonia. . L’infrastrutturazione strategica delle ZES, anche con riferimento all’intermodalità e all’ultimo miglio, rappresenta una delle priorità che, secondo lo schema di Accordo di Partenariato, potranno essere perseguite dai programmi regionali europei 2021-2027 in relazione all’Obiettivo Tematico 3 (un’Europa più connessa), nonché una delle aree tematiche su cui concentrare la programmazione 2021-2027 del Fondo per lo sviluppo e la coesione.

Abele Carruezzo