Perché il porto di Brindisi è al centro dello sviluppo

porto di Brindisi

Che il futuro abbia inizio!

Con le utlime elezioni amministrative, Brindisi ha scelto di cambiare gli orizzonti e tutti hanno un ‘punto di vista’ diverso e ci si rende conto di un cambiamento in atto. Anni, gli utlimi, in cui i ‘molti’ – rivelatesi una minoranza – hanno dimostrato di non conoscere le più svariate opportunità che un porto può offrire in tema di sviluppo sostenibile di un territorio.

Abbiamo sempre affermato che “se tu non hai mai vissuto vicino ad un porto, o lavorato in una zona o quartiere sea-front, potresti non essere consapevole del ruolo vitale che svolge un porto nella nostra vita”.
La maggior parte dei prodotti che consumiamo quotidianamente scala un porto e, anche se non è il ‘tuo’, fanno parte di una catena di approvvigionamento su cui fare affidamento: alimenti, energia, lavoro dipendono da tale catena che deve essere sempre funzionale e resiliente.

Contrastare lo sviluppo di un porto, il modo con cui viene gestito, proporre di continuo implicazioni ideologiche a qualunque iniziativa, significa danneggiare l’efficienza stessa del porto con conseguenze negative dirette sulle economie della città–porto e di quelle dei paesi vicini che il porto stesso serve.
Quando un porto rallenta nella sua progettualità con imp0licazioni sulle funzioni operative, tutti ne soffrono.
La settimana scorsa il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici (CSLLP) ha dato parere favorevole al Piano Regolatore Portuale (PRP) del Porto di Brindisi. Lo strumento pianificatorio necessario per ridefinire l’assetto generale dello scalo brindisino, comprese le opere di grande infrastrutturazione. Qualcuno, in Regione, vuole ridefinirlo come porto del Salento, secondo un’integrazione formale non sempre utile, se poi mancano i ‘fatti’ e gli investimenti. Essere ‘ancillare’ -come per le istituzioni di servizi, università, aeroporti, ospedali e altro non serve ad efficientare le economie di una Regione; si appartiene ad un Sistema Portuale e quindi occore ragionare e muoversi secondo le regole di un ‘sistema’.

Ora, l’iter procedurale del nascente nuovo PRP si concluderà all’esito della Valutazione Ambientale Strategica (VAS), avviata presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) che consentirà di portare il Piano in approvazione in seno al Comitato di Gestione dell’AdSPMAM.
Possiamo dire che il ‘passo tecnico’ è superato e non si può pensare che i Tecnici dello Stato siano stati disattenti ai tanti teoremi avanzati dal Comune di Brindisi in questi ultimi cinque anni.
Il parere positivo – per il presidente dell’AdSPMAM, Prof Ugo Patroni Griffi – del massimo Organo di consulenza tecnica, giuridico-amministrativa nell’Amministrazione Pubblica, rappresenta una svolta per la città di Brindisi e per tutto il territorio e testimonia l’obiettivo fondamentale, cioè quello dello sviluppo del Porto di Brindisi per i prossimi 50 anni.

“Il nuovo porto sarà polifunzionale, ha affermato in una nota il presidente Patroni Griffi, pienamente accessibile, green e smart. Un hub moderno capace di consolidare i traffici esistenti e di attrarne di nuovi e di garantire spazi per insediamenti produttivi legati principalmente – ma non solo – alla transizione energetica. Grande attenzione la riserviamo al porto interno che oltre a incrementare il proprio appeal per crociere, maxi yacht e nautica da diporto diventerà il cuore pulsante della vita cittadina. Il lungomare – conclude il Presidente- si trasformerà in un parterre appetibile per attività commerciali e ludico-ricreative e farà di Brindisi la capitale del diporto”.

“La Puglia può e deve svolgere in questo ambito un ruolo strategico nell’Adriatico e nell’intero Mediterraneo, ha dichiarato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, cogliendo le opportunità che si possono manifestare in questa nuova fase storica di relazione con i Balcani, con il Nord Africa e, in senso più generale, come porta dell’Europa per i traffici provenienti dal lontano Oriente”.

Il nuovo PRP terrà in giusta considerazione le ZES Adriatica interregionale Puglia-Molise, quali snodi di un sistema altamente efficiente di collegamenti ferroviari, portuali e stradali. Brindisi è sulla strada per un vero hub intermodale affinché le rotte commerciali che provengono dall’Estremo Oriente e oltre possano trovare una porta d’ingresso verso l’Europa e un link privilegiato con le aree a più alto tasso di sviluppo del Nord Africa.
Nei prossimi anni si prospetta una crescente centralità del Mediterraneo, Penisola Arabica compresa, sulla scena dell’economia, dell’energia, sia culturale e sia politica. L’ampliamento del Canale di Suez, la crescita degli scambi commerciali tra le due sponde del Mare Nostrum, l’emergere dell’Africa come grande e crescente mercato di produttori e consumatori, la costruzione di nuove infrastrutture energetiche tra Medio Oriente e Europa e tra Africa e Europa, porterà ad una nuova dimensione geopolitica del Mediterraneo e dell’intero Occidente.

Abele Carruezzo