Palermo, il suo porto è già ‘futuro’

Palermo

(Foto courtesy AdSPMSo)

Siamo in grado di fornirvi maggiori informazioni su una trasformazione epocale per la città, affermano i tecnici dell’AdSP Mare di Sicilia occidentale

Palermo. La città di Palermo avvolge l’intero fronte portuale e si è evoluta attorno ad esso, individuando una ‘fascia di interfaccia’con alcuni passi di ricucitura intesi come assi di penetrazione; l’obiettivo è stato quello di recuperare alla fruizione urbana l’intero arco portuale attraverso la sua riqualificazione, ma soprattutto pianificando gli spazi di connessione tra le aree portuali a maggior vocazione urbana ed i tessuti più prossimi della città. Pianificare il porto e il waterfront urbano è servito anche a migliorarne la funzione di porta regionale e locale: interfaccia urbana del network di scambi, commerci, viaggi, flussi e prodotti che lo attraversano. Occasione importante di ripensare in cooperazione strategica con il Comune di Palermo lo sviluppo del sistema urbanistico, economico e produttivo della parte di città che gravita sul fronte a mare.

“È un grande progetto di riqualificazione che porta con sé la necessità di ricollocare in maniera più adeguata tutte le funzioni che in modo disordinato si svolgevano all’interno del porto – afferma Pasqualino Monti, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale – Demoliremo diversi edifici le cui funzioni sono state oggi ricollocate altrove. Altri, invece, saranno demoliti in futuro quando sul molo Piave sarà costruito il nuovo terminal in fase di progettazione definitiva, che sarà consegnata a giorni”.
Così su Palermo si va alla demolizione per liberare spazi e dare all’interfaccia lungo la via Crispi una vera ‘porta’ di accesso e luogo di mediazione tra il sistema portuale e il tessuto urbano. Un progetto complessivo da 78 milioni di euro che interesserà una superficie di 44mila metri quadrati.

Per il presidente Monti, si vuole rinsaldare il legame con la grande distesa blu che sta davanti e consentire a Palermo di rituffarsi nell’acqua che la bagna e recuperare la memoria perduta.
In questi giorni è stato compiuto un altro piccolo passo per generare il porto del futuro, uno dei tanti passi fatti negli ultimi anni verso ciò che diventerà una città nella città.

L’AdSP del Mare di Sicilia Occidentale ha da poco affidato i lavori per la demolizione di sette edifici che ostacolano la vista del mare ad esclusione delle palazzine che ospitano la Capitaneria di Porto e l’Agenzia delle Dogane, in corrispondenza del Varco Sammuzzo. Sono edifici, si legge nel bando, “totalmente privi di valore storico e architettonico, costruiti nell’ultimo quarantennio in modo disordinato senza seguire alcuna specifica tipologia costruttiva e con destinazione d’uso diversa da quella (impropria) alla quale sono oggi adibiti”.
Con questo nuovo appalto, saranno demoliti l’ex sala pompe, il magazzino frigo, il locale ormeggiatori, gli uffici di Grandi Navi Veloci, il deposito bagagli, l’ex ‘bar del porto’ e il basamento del capannone ‘Atlantica’, per una superficie complessiva stimata di 2.673 metri .quadrati.

Dopo la demolizione di due anni fa dei grandi silos del molo Piave, che per mezzo secolo hanno custodito il grano che arrivava in città con le navi, prosegue oggi la trasformazione del porto.

Un progetto ambizioso portato avanti dall’AdSP, che nel 2018 ha bandito un concorso internazionale di idee per cambiare il volto dello scalo marittimo palermitano, aggiudicato al raggruppamento guidato dalla società Valle 3.0 di Roma, del quale fanno parte Ets spa Engineering and Technical Service, De Biasio Progetti e Hipro. Il bando aveva previsto, inoltre, la progettazione di due nuovi terminal, uno crocieristico e l’altro Ro-Ro, riservato ai traghetti (a cui si aggiungerà anche un terminal per gli aliscafi), e di un edificio che funzioni da interfaccia tra la città e il porto.

Secondo il progetto della Valle 3.0, “L’interazione tra città e porto è rappresentata da un sistema di spazi pubblici e giardini che disegnano la soglia a livello stradale rendendolo permeabile e fruibile, generando delle visuali attraverso gli assi di intersezione del tessuto urbano e dando vita a un nuovo paesaggio urbano”.
In sostanza, grazie a delle terrazze e sopraelevazioni si intende abbracciare sia il mare e sia la città. La città rafforzerà il legame con il suo porto divenendo la ‘marina bay’ di Palermo, con un’ampia zona per ristoranti e attività commerciali.

Sono già operativi 51 cantieri nello scalo marittimo per consentire il ritorno delle navi da crociera: “Quello delle crociere è un prodotto vincente sul quale abbiamo investito molto – sottolinea Monti – e sono convinto che pian piano riprenderanno. Noi, per conto nostro, cercheremo di dare ogni supporto possibile all’industria crocieristica. Non dimentichiamo che a Palermo presto, quando sarà ultimato il bacino, si costruiranno navi da crociera, non si faranno soltanto le manutenzioni come avviene adesso, avremo così tutta la filiera all’interno”. “Sulla stazione marittima – continua il presidente Monti – sono in corso i lavori di riqualificazione che la trasformeranno in una moderna struttura con uffici, biglietterie, bar e negozi.

Il Porto di Palermo è la principale via d’accesso alla Sicilia per passeggeri e merci e uno dei più bei porti naturali d’Europa. Grazie alla sua favorevole posizione geografica Palermo rappresenta uno strategico  approdo per la navigazione nel Mediterraneo.

Abele Carruezzo

(Foto courtesy AdSPMSocc.le)