Mar Baltico, perdita di gas dall’oleodotto russo Nord Stream 2

Berlino. Le Autorità danesi hanno chiesto alle navi di tenersi alla larga da un raggio di cinque miglia nautiche al largo dell’Isola di Bornholm dopo che una fuga di gas, durante la notte di ieri dal gasdotto Nord Stream 2 di proprietà russa, si è drenata nel Mar Baltico.

Il Governo tedesco ha affermato di essere in contatto con le Autorità danesi e di lavorare con le forze dell’ordine locali per scoprire cosa abbia causato il crollo improvviso della pressione nel gasdotto.
Il gasdotto è stato uno dei punti critici di una crescente guerra energetica tra Europa e Mosca dall’invasione russa dell’Ucraina a febbraio, che ha colpito le principali economie occidentali e fatto impennare i prezzi del gas.
“Oggi si è verificata una perdita sul gasdotto Nord Stream 2 nell’area danese”, si legge in una nota dell’Agenzia per l’Energia danese. Le Autorità marittime danesi avevano emesso un avviso di navigazione e stabilito una zona intorno al gasdotto, poiché pericoloso per il traffico navale.

L’unica nota – riferiscono agenzie di stampa danese – è della società che opera il Nord Stream 2, con sede in Svizzera, con cui si afferma che la pressione nel gasdotto, che aveva contenuto del gas sigillato all’interno, nonostante non fosse mai diventato operativo, è scesa da 105 a 7 bar durante la notte; e comunque sono in corso indagini per chiarire l’accaduto.
L’esportatore russo di gas, Gazprom, ha chiesto di essere informato sull’incidente all’operatore Nord Stream 2.
Il gasdotto, destinato a raddoppiare il volume di gas che scorre da San Pietroburgo sotto il Mar Baltico alla Germania, era appena stato completato e riempito con 300 milioni di metri cubi di gas quando la Germania l’ha fermato giorni prima dell’invasione.

“Siamo attualmente in contatto con le Autorità interessate per chiarire la situazione. Non abbiamo ancora chiarezza sulle cause e sui fatti esatti”, si legge in un comunicato del Ministero dell’Economia tedesco.
La Russia ha interrotto le forniture di gas a diversi paesi e ha anche interrotto i flussi attraverso il gasdotto Nord Stream 1, incolpando le sanzioni occidentali di ostacolare le operazioni. Il presidente Vladimir Putin, agli inizi di settembre, ha rimproverato l’Occidente per aver tenuto chiuso il Nord Stream 2.

La fuga di gas di ieri è avvenuta – pura coincidenza – un giorno prima del cerimoniale di lancio del Baltic Pipe che trasporta gas dalla Norvegia alla Polonia. Il progetto è e sarà al centro della strategia di Varsavia per diversificare dal gas russo.
Il Nord Stream 2 è stato da sempre era ostacolato ampiamente dal Parlamento danese e il paese nel 2017 ha approvato una legge che gli consentiva di vietare al progetto di attraversare le sue acque territoriali per motivi di sicurezza. Ma il Nord Stream 2 in seguito ha cambiato il percorso originale per guidarlo attraverso la Zona Economica Esclusiva della Danimarca, dove questo veto non poteva essere applicato.

Abele Carruezzo