L’UE considera i marittimi filippini carenti nella formazione

Il rapporto dell’EMSA ha individuato carenze nella formazione dei marittimi filippini. Foto courtesy EMSA)

Bruxelles. La Commissione Europea sta valutando la possibilità di vietare ai marittimi filippini di lavorare su navi battenti bandiera dell’Unione Europea, dopo l’aggiornamento al Rapporto dell’EMSA (European Maritime Safety Agency) ricevuto la scorsa settimana. La notizia è dell’altro giorno e già sta causando problemi negli equipaggi a molte Compagnie di navigazione, dopo il Covid-19 e la guerra in Ucraina.

Secondo un’Agenzia di stampa tedesca, la questione dibattuta in Commissione UE riguarda gli anni della formazione marittima che risultano scadenti e superficiali per i marittimi filippini e non soddisfano agli standard internazionali per la sicurezza marittima. Se l’UE seguirà queste valutazioni potrebbe mettere seriamente in crisi una delle principali professioni – quella marittima – per le Filippine che annovera moltissimi marittimi imbarcati su navi europee e internazionali.

L’Agenzia Europea per la Sicurezza Marittima (EMSA) ha pubblicato un rapporto nel 2022, aggiornandolo con un elenco di carenze che l’Agenzia ritiene esistano nell’attuale formazione per i marittimi filippini.

L’EMSA ha citato carenze nei protocolli di formazione dal 2006 con il Governo delle Filippine che ha promesso di affrontare e risolvere i problemi individuati. Secondo quest’ultimo aggiornamento, il rapporto dell’EMSA specificava, nel 2006, che la formazione e la certificazione negli Istituti di Istruzione Marittima filippini non erano conforme delle Linee Guida IMO stabilite dalla Convenzione Internazionale sugli Standard di Formazione, Certificazione e Guardia per i marittimi (Standards of Training, Certification and Watchkeeping for Seafarers – adottata in sede IMO nel 1978 e completamente rivisitata nel 1995 e il Codice STCW Manila 2010: strumenti normativi internazionali che fissano gli standard di competenza professionale propri ad ogni figura professionale e ne disciplinano la relativa attività di certificazione).

Il Governo delle Filippine si avvale di Istituzioni e Centri educativi privati per fornire la formazione; ma i critici affermano che non ha fornito sussidi sufficienti per migliorare le strutture. Infatti, il Gruppo Migrante International ha dichiarato che “ … la colpa di cui è accusato il Governo locale è di aver concesso il compito della formazione marittima a istituzioni private senza fornire i sussidi necessari per aggiornare le strutture ed allinearle agli standard internazionali non tenendo peraltro conto che la categoria degli stessi marittimi fornisce molta ricchezza allo Stato; dovrebbe quindi dare ad essa formazione adeguata e non misure provvisorie”.

Le Filippine ribattono di essersi impegnate a rispettare gli standard e sono state in grado di affrontare le preoccupazioni dell’EMSA, riducendo significativamente il numero di risultati di audit nel corso degli anni.
Il nuovo Presidente delle Filippine, Ferdinand Marcos Jr., ha recentemente incontrato i funzionari dell’Unione Europea e ha assicurato loro che il suo paese è impegnato ad affrontare i problemi e rispettare le normative europee.
Le Filippine sono il più grande fornitore mondiale di marittimi secondo la Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo; si parla di un numero tra 380.000 e 400.000 filippini che lavorano in varie posizioni in mare.

Secondo alcuni dati internazionali ONU, le Filippine rappresentano fino a un quarto di tutti i marittimi che attualmente lavorano su navi mercantili. Dai dati della Banca Centrale filippina si evince che nel 2021 i marittimi filippini hanno inviato alle loro famiglie circa 6,54 miliardi di dollari (6,15 miliardi di euro).

Se la Commissione Europea adottasse il rapporto aggiornato dell’EMSA e procedesse con il divieto di impiegare filippini sulle navi mercantili, l’UE non riconoscerebbe più i certificati di competenza rilasciati dalle Filippine ai marittimi.
I certificati esistenti sarebbero riconosciuti fino alla loro scadenza, ma ai marittimi filippini non sarebbe consentito candidarsi per posti di lavoro su navi battenti bandiera dell’UE con certificati nuovi o rinnovati.

La Commissione Europea, dovrebbe prendere la sua decisione possibilmente entro la fine del primo trimestre del 2023.
Un portavoce della Commissione Europea ha dichiarato alla stampa che le Filippine hanno fornito una risposta dettagliata all’audit dell’EMSA e gli esperti della commissione stanno analizzando le informazioni prima di una decisione finale.

Il possibile divieto potrebbe arrivare in un momento in cui l’industria sta già affrontando carenze e sfide nell’equipaggio delle navi. Secondo i dati delle Nazioni Unite, la Russia è la seconda più grande fonte di marittimi insieme all’Ucraina. La guerra in Ucraina ha interrotto l’occupazione e, in generale, l’industria sta avendo difficoltà ad attirare i giovani a lavorare in mare.

Abele Carruezzo