L’Africa, bacino d’idrogeno verde. Come sfruttarlo entro il 2035?

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(Foto courtesy Transmed)

Algeri. Il potenziale straordinario di idrogeno verde, proveniente dall’Africa – si parla di 50 Mt all’anno – potrebbe essere competitivo per accelerare una decarbonizzazione dei sistemi di trasporto entro il 2035.

Algeria e Tunisia, paesi front dell’Europa ed in particolare dell’Italia Mediterranea, stanno pensando di catturare una frazione dell’enorme risorsa di energia solare dell’Africa per produrre a basso costo e abbondante idrogeno verde, fornendo energia a prezzi accessibili, accelerando e decarbonizzando la crescita in tutta l’area e non solo.

Più degli altri paesi nordafricani, l’Algeria sta investendo nella produzione di idrogeno verde e punta all’esportazione verso il mercato europeo, con un piano di 25 miliardi da investire entro il 2040.
La 27a Giornata dell’energia, organizzata nello scorso mese ad Algeri, ha sottolineato la necessità che l’Algeria metta in atto una strategia di transizione energetica ‘vigorosa’, basata sulla rivoluzione dell’idrogeno verde, al fine di preservare le riserve di gas naturale per le generazioni future.

Durante i lavori della ‘Giornata dell’energia’ sono state presentate comunicazioni di esperti su temi nel campo delle energie rinnovabili e della transizione energetica, dello sviluppo dell’idrogeno verde e dell’efficienza energetica nonché dei cambiamenti climatici.

La stampa algerina, ritorna, in questi giorni, su quella giornata di studio, e scrive che il Paese nordafricano mira a venire incontro alle nuove esigenze del mercato europeo, e che ha sviluppato ‘un primo piano’ per l’utilizzo dell’idrogeno verde stimato in 5,6 milioni di tonnellate entro il 2030, e che con la crisi ucraina in atto tale piano è stato rivisto al rialzo, con l’aggiunta di ulteriori 15 milioni di tonnellate.

Sicuramente, questa quantità non può essere prodotta in Europa a causa della mancanza di spazio per la diffusione delle energie rinnovabili; mentre l’Algeria è il Paese mediterraneo con il maggiore potenziale per lo sviluppo di energie da fonti rinnovabili, dal momento che non solo possiede spazi ampi per la produzione di idrogeno, infrastrutture per il trasporto, la produzione e la liquefazione del gas naturale, ma anche una lunga esperienza in questo ambito.

L’idrogeno – come è noto – è l’anello mancante nella strategia europea per decarbonizzare gli aerei e le navi in ​​cui l’elettrificazione non è un’opzione. L’Europa, poi, deve creare leggi che obblighino le Compagnie aeree e di navigazione a iniziare a utilizzare carburanti a emissioni zero tra cui H2, ammoniaca e cherosene sintetico.
Esperti del Centro Algerino dello Sviluppo delle Energie Rinnovabili hanno sottolineato che le stime del ‘costo’ dell’idrogeno prodotto in Algeria tra il 2030 e il 2040 potrebbero raggiungere un dollaro al chilogrammo, precisando che si tratta di un costo ‘molto competitivo’.

Dal punto di vista pratico, l’Algeria pensa di esportare idrogeno attraverso gasdotti, riducendo così l’esportazioni di gas naturale per risparmiare grandi quantità di gas per uso interno al paese.  
Perché quest’idea abbia un po’ di praticità è che l’Algeria si doti della capacità necessaria per produrre il vettore energetico tramite elettrolisi dell’acqua e impiegando elettricità da fonti rinnovabili; su questo piano l’Italia si sta muovendo insieme alla Germania.

Il Ministero algerino delle Energie rinnovabili sta valutando la possibilità di sostituire con H2 rinnovabile il 25% delle forniture di gas verso l’Italia, che passano attraverso il gasdotto che approda a Mazara del Vallo via Tunisia.

Il Centro Algerino dello Sviluppo delle Energie Rinnovabili (CDER) conferma i vantaggi incoraggianti dell’Algeria quali immensità del territorio, disponibilità dei centri di ricerca, importante rete elettrica, infrastrutture di stoccaggio, distribuzione e trasporto. Infatti, l’attuale infrastruttura dell’Algeria nel settore oil & gas (condotte, terminali per gas naturale liquefatto, l’industria di gas industriale, l’importante potenziale in materia di energie eolica e solare, vicinanza dai mercati europei) rende l’Algeria un potenziale fornitore di idrogeno verde o altri gas preziosi. Ponendo così l’Algeria come sito/hub energetico importante per i prossimi decenni 2030 e 2050.

Abele Carruezzo