Lloyd’s Register studierà come scaricare la CO2 liquida dopo la cattura a bordo della nave

Lloyd’s Register

(Foto courtesy Lloyd’s Register)

Lo studio mira a definire le linee guida ed esplorare i requisiti per lo scarico della CO2 liquefatta dopo la cattura su navi in mare

Londra. LR è stato selezionato, da un elenco ristretto di Società di Classificazione Navale, per svolgere uno studio sullo scarico di CO2 liquefatta come parte del processo di cattura del carbonio a bordo di navi.

Il Lloyd’s Register (LR) è stato selezionato dal Global Center for Maritime Decarbonisation (GCMD) per condurre uno studio tecnico/fisico sullo scarico della CO2 liquefatta (LCO2, Liquefied CO2) catturata a bordo delle navi insieme ai partner Arup. Arup è una società che presta servizi professionali di ingegneria, design e altro per ogni aspetto dell’ambiente edile; è presente in America, in Australia, all’est dell’Asia e in Europa.

Lo studio del GCMD affronterà considerazioni operative e di sicurezza relative allo scarico di LCO2 che è stata catturata a bordo di navi cisterna, rinfuse e navi portacontainer, compresa l’articolazione delle temperature e delle pressioni alle quali questo processo avrebbe luogo in modo ottimale e i diversi recipienti da utilizzare a tale scopo . Il risultato dello studio può anche fornire spunti per lo scarico di CO2 come carico in condizioni operative e di stoccaggio, attualmente meno consolidate, con la possibilità che lo scarico avvenga insieme a operazioni simultanee di carico e/o bunkeraggio.

Il Global Center for Maritime Decarbonisation (GCMD), con sede a Singapore, è una partnership senza scopo di lucro lanciata per aiutare nella transizione alla decarbonizzazione del settore, contribuendo a definire standard, sviluppare soluzioni e promuovere la collaborazione sponsorizzando studi che affrontano gli elementi necessari per la decarbonizzazione.

Sebbene la cattura del carbonio a bordo delle navi sia una tecnologia emergente che il Centro proietta come soluzione a medio termine per la decarbonizzazione, sottolineano che attualmente non ci sono linee guida su come scaricare e gestire la CO2 catturata.

Il Centro rileva che è molto probabile che la CO2 venga liquefatta per favorire lo stoccaggio e lo scarico; mentre la tecnologia di cattura è in fase di sviluppo, la catena del valore deve ancora essere esplorata e in particolare lo scarico e lo stoccaggio a terra.

“Attraverso questo studio teorico, GCMD contribuirà a sostenere la definizione di linee guida normative e operative e contribuirà a stabilire un ‘precedente’ per i futuri progetti pilota e dimostrativi relativi alle tecnologie di cattura del carbonio a bordo delle navi su larga scala”, si legge nella nota/annuncio del concept study da parte del Centro. “Con l’Autorità Marittima e Portuale di Singapore e l’Autorità Portuale di Rotterdam come osservatori in questo studio, i risultati possono aiutare a valutare le prospettive di LCO2 per supportare la decarbonizzazione marittima”.

Il Centro ha lanciato le sue richieste di proposte per condurre lo studio già nel dicembre 2022, invitando un elenco ristretto di Società di Classificazione navale e consulenti ingegneristici a presentare proposte. Riferiscono che sono state ricevute in totale sei proposte. Dopo una revisione interna e una valutazione da parte di tre esperti esterni con una vasta esperienza nel settore, Lloyd’s Register, supportato dal loro partner Arup, ha ricevuto l’incarico per lo studio teorico/fisico.

Lo studio inizierà in questo aprile 2023 e dovrebbe essere completato entro nove mesi.

“La conduzione di questo studio per il Centro Globale per la Decarbonizzazione Marittima fornirà una maggiore comprensione del settore in merito alle questioni operative e di sicurezza che devono essere affrontate per scaricare la LCO2 catturata dalle navi”, ha affermato Nick Brown, CEO di Lloyd’s Register.

“Lo studio offrirà inoltre una valutazione tempestiva delle spese in conto capitale e delle spese operative dell’infrastruttura necessaria per scaricare l’anidride carbonica liquida dalle navi, consentendo così all’industria di prendere decisioni informate per la creazione di questa infrastruttura”, ha evidenziato Nick Brown .

Con questo studio saranno sviluppati modelli CAPEX e OPEX per la costruzione d’infrastrutture di scarico della LCO2 e costi operativi e si cercherà di condividere i risultati con le parti interessate del settore, come operatori portuali e di terminal, armatori e cantieri navali. OPEX = (spesa operativa) dal termine inglese Operating Expense, è il costo necessario per gestire un sistema. La sua controparte, la spesa di capitale o CAPEX (Capital Expenditure), è il costo per sviluppare o fornire asset durevoli per il sistema.

Questo studio è anche un prerequisito per uno studio più ampio, pianificato dal GCMD che mira a condurre anche un progetto pilota di 500 ore di cattura e scarico del carbonio a bordo della nave dopo 10 giorni di navigazione.

I risultati dello studio sullo scarico della LCO2 costituiranno una base per consentire le prove in mare nella Fase 3 del progetto ReMarCCAbLE (Realising Maritime Carbon Capture to dimostrare la capacità di ridurre le emissioni) della Alfa Laval, che mira a dimostrare una riduzione annuale delle emissioni di CO2 del 30% o 1300 kg/ora di CO2, immagazzinare 375 tonnellate di LCO2 a bordo, e scaricare LCO2.

La prima fase di questo progetto si è concentrata sulla progettazione ingegneristica di un sistema di cattura del carbonio. Le prove in mare sono state previste a bordo della nave cisterna MR Stena Impero (50.000 dwt). Il mese scorso, l’American Bureau of Shipping (ABS) ha approvato i concetti di progettazione per le prove in mare a bordo della petroliera. GCMD sta anche lavorando su altri due progetti di studio separati. Uno si concentra sul bunkeraggio di ammoniaca e l’altro in corso sta definendo gli standard e la convalida dei drop-in di biocarburanti.

Abele Carruezzo

Stena Bulk)

(Foto courtesy Stena Bulk)