Singapore aumenta le ispezioni sulle navi cisterna mentre la flotta ombra cresce

 navi cisterna

Singapore. Le detenzioni di petroliere e chimichiere a Singapore sono aumentate dall’inizio dello scorso anno, evidenziando crescenti preoccupazioni per l’impatto ambientale e sulla sicurezza di una flotta in espansione di navi obsolete che percorrono le principali rotte marittime.

La città-stato ha trattenuto quest’anno in ‘stato di fermo’ 33 navi per non aver superato le ispezioni di sicurezza; lo stesso numero dell’intero decennio fino al 2019, secondo i dati del Tokyo MOU, un’Organizzazione Regionale di Controllo Portuale.
Ad aprile si sono registrati nove fermi, il massimo mensile raggiunto almeno dal 2010. Il drammatico aumento delle ispezioni – negative – a Singapore si adatta a una tendenza regionale all’aumento delle detenzioni in tutta l’Asia da quando la Russia ha invaso l’Ucraina all’inizio dello scorso anno.

L’invasione e le successive sanzioni hanno provocato una rapida espansione nella flotta ‘ombra’ di petroliere che navigano sotto falsa traccia radar per evitare l’identificazione, trasportando petrolio sanzionato ad acquirenti in Cina, India e altrove.
Navi che spesso operano con un’assicurazione al di sotto degli standard e di solito hanno superato un’età in cui verrebbero normalmente inviate per la demolizione.

Una recente esplosione su una petroliera – il Pablo – in grado di trasportare circa 700.000 barili di petrolio al largo delle coste della Malesia ha fatto capire i pericoli che queste navi possono rappresentare. Fortunatamente, la tanker, costruita nel 1997, era quasi vuota.
Singapore, la cui rada è una frequente zona di sosta sulla rotta per l’Asia settentrionale, è uno dei porti petroliferi più trafficati del mondo. La maggior parte del greggio proveniente dal Medio Oriente e dalla Russia occidentale transiterà attraverso lo Stretto di Malacca.
L’Autorità Marittima e Portuale della città-stato hanno dichiarato di aver ripreso le ispezioni delle navi nel 2022, quando le restrizioni Covid si sono allentate. La frequenza delle ispezioni è aumentata per garantire operazioni sicure e affidabili e che le navi siano conformi a tutte le normative applicabili, hanno aggiunto.

Secondo i dati del Tokyo MOU, Singapore ha detenuto l’anno scorso in ‘stato di fermo’ 28 navi, di cui tutte, tranne due, avvenute da giugno. C’è stata una pausa nelle detenzioni durante la pandemia, ma nel decennio fino al 2019 il record annuale è stato di appena di sette. Separatamente, nelle ultime settimane la Cina ha anche aumentato i controlli di sicurezza sulle navi più vecchie che fanno scalo nei suoi porti, in particolare per quelle che hanno 15 anni e oltre.

Abele Carruezzo