Economia del mare: Rixi (viceministro alle Infrastrutture e Trasporti), Mediterraneo centrale per Ue e sistema Italia

“Il Mar Mediterraneo, che ospita il 20% dello shipping mondiale, il 27% del volume dei container e il 30% del trasporto di petrolio e gas, sta assumendo un ruolo sempre più centrale nell’economia dell’Unione europea e degli scambi internazionali. Per il sistema Italia, il Mediterraneo rappresenta un nuovo impulso al comparto marittimo, un settore strategico per l’intera economia nazionale. La sostenibilità ambientale ed energetica applicata alla portualità è tangibile nelle previsioni del Pnrr e del suo piano complementare e ciò con caratteristiche di trasversalità su infrastrutture e mezzi navali. La transizione ecologica è destinata a dare nuovo slancio a questo asset, sia in termini di sviluppo sia in termini di occupazione”. Lo ha detto il viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, Edoardo Rixi, in una lettera indirizzata agli organizzatori della seconda edizione di “Economia del Mare. Blue companies to green transition”, l’evento del Sole 24 Ore che mette a fuoco il processo della transizione ecologica, destinata a dare un nuovo asset all’industria marittima.

 

 

3) Mare: Zanetti (Costa), ‘transizione ecologica darà nuovo slancio, Mediterraneo strategico’

“Il Mediterraneo conta il 27% dei volumi dei container, il 30% del trasporto di petrolio e gas, il 30% dei passeggeri. Ed è sempre più centrale nell’economia dell’Ue. Per l’Italia questo è un settore ormai strategico. E tra l’altro la transizione ecologica darà nuovo slancio a questo asset”. Lo ha detto l’amministratore delegato di Costa Crociere Mario Zanetti intervenendo al consueto incontro organizzato dal Sole 24Ore ‘Economia del mare. Nuovi scenari per la blue economy’. “Il gas naturale liquido”, afferma Zanetti, “è chiaramente un carburante di transizione in vista di traguardi molto più ambiziosi”, ma è un fatto che “oggi dobbiamo ancora approvvigionarci fuori dall’Italia. Gli altri porti stanno progettando infrastrutture per facilitare l’arrivo dei combustibili al 2030. Anche noi dovremmo cogliere le opportunità dell’economia green”.

“La ricchezza”, aggiunge l’ad di Costa Crociere, “crescerà se i territori sapranno sviluppare infrastrutture e intermodalità sostenibili. Vale per passeggeri e per merci. Noi abbiamo già iniziato a lavorare con Trenitalia per movimentare gli ospiti dai porti. Ma le opportunità sono sempre di più. I porti italiani sono già multifunzionali, e lo saranno anche diversi segmenti del cluster marittimo. Questo naturalmente rende la articolata e complessa la gestione degli hub. Quindi è necessario pensare a un modello di governance inclusivo e onnicomprensivo”.

 

4) Economia del mare: Risso (Confindustria), settore importante come acciaio o energia

“Questi incontri sono utili per cercare di aumentare la consapevolezza che questo Paese vive sulla Blue econony e può crescere. La Blue economy, l’economia del mare, è come l’acciaio o l’energia, è necessaria e fondamentale per supportare l’economia. Quanto alle difficoltà di utilizzo del Pnrr, non stupiamoci: un Paese che non è mai stato capace di spendere i fondi europei, è chiaro che ha anche difficoltà a mettere a terra l’enorme massa di finanziamenti del Pnrr. E’ il sistema che è così, abbiamo questo groviglio di leggi, gli stessi amministratori dicono che non hanno risorse adeguate in Pa, ma forse sono rimasti indietro. Tutto questo pesa e quindi è importante partire con i cantieri, quando si parte poi si riesce a continuare”. Lo ha detto Umberto Risso, presidente Confindustria Genova, durante il panel “Applicazione del Pnrr all’economia del mare” inserito nel programma della seconda edizione di “Economia del Mare. Blue companies to green transition”, l’evento del Sole 24 Ore che mette a fuoco il processo della transizione ecologica, destinata a dare un nuovo asset all’industria marittima.

 

5) Pnrr: Toti, concentriamoci sulle riforme che lo devono accompagnare

“Il Pnrr non è una cosa che arriva da Marte e cade su Giove, è un piano di spesa molto innovativo che plana su un Paese che utilizza regole plasmate sul lungo periodo e che forse non ha saputo modificare per dare risposte sufficienti. Il Pnrr è un’occasione per questa modifica, ci concentriamo più sulle colonne delle cifre e meno sulle riforme che lo devono accompagnare. Il Pnrr è uno strumento politico ed economico importante: l’Europa per la prima volta finanzia un piano in deficit e questo è un cambiamento copernicano rispetto ad anni di rigore occhiuto dei Paesi del Nord Europa. Ora la capacità di metterlo a terra spetta alle amministrazioni dei singoli Paesi europei di concerto con l’Ue. Quanto al mare, la sua economia fa parte intrinseca della città di Genova, che nasce e cresce sul mare. E’ un’industria al servizio anche di tutte le altre. E’ un moltiplicatore gigantesco, noi stiamo spendendo 1 miliardo di euro sulla diga, stiamo ultimando il Terzo valico, direi che come efficienza di sistema stiamo spendendo bene i soldi”. Lo ha detto Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, durante il panel “Applicazione del Pnrr all’economia del mare” inserito nel programma della seconda edizione di “Economia del Mare. Blue companies to green transition”, l’evento del Sole 24 Ore che mette a fuoco il processo della transizione ecologica, destinata a dare un nuovo asset all’industria marittima.

 

6) Mare: Mattioli (Confitarma), ‘servono incentivi per elettrificazione da terra per navi’

“Per quanto riguarda il cold ironing, ci sono una serie di domande. Innanzitutto, come si riesce a generare l’energia elettrica per l’alimentazione da terra, e creare la dorsale che la trasporti?”. E soprattutto, “quanto viene a costare poi la sosta della nave” per l’alimentazione? La sosta della nave per l’alimentazione da terra costa due volte in più che generare energia da diesel a bordo. Nei paesi scandinavi si è deciso di tenere in considerazione questi costi e quindi di sovvenzionarli. Ricordiamo che la transizione energetica deve essere sostenibile anche dal punto di vista economico”.

Lo ha detto Mario Mattoli, presidente di Confitarma, intervenendo alla seconda edizione dell’eveneto del Sole 24Ore Economia del mare. “Nessuno ancora di pone il problema dei costi”, rimarca Mattioli, secondo il quale le infrastrutture per il cold ironing rischiano di “rimanere delle cattedrali nel deserto. Del resto le banchine per l’elettrificazione già ci sono, poche ma ci sono, però non le usa nessuno, proprio per via dei costi importanti”. Sulla decarbonizzazione il presidente di Confitarma afferma che è “come un’emicrania a grappolo. La verità è che a oggi non sappiamo quale sarà il carburante del futuro. Ci sono delle possibilità, come i biocarburanti che riducono l’intensità di carbonio del 50%”. Ma anche questi “costano tanto. Per altri carburanti, come ammoniaca, idrogeno ecc. sappiamo che non esiste ancora una scalabilità industriale e che siamo solo nella fase della sperimentazione. Ci ritroviamo in un paradosso kafkiano per cui paghiamo gli Ets in Europa per comportamenti non virtuosi ben sapendo che il nostro settore non può fare altrimenti, a meno di dover chiudere”.

 

Mattioli (Confitarma), problema costi per cold ironing e nuovi carburanti navi

“La decarbonizzazione e il cold ironing hanno tanti punti domanda: come genero questa energia, come riesco a ottenere una dorsale giusta per portare la giusta quantità di energia nei porti e quanto costa la sosta della nave. Abbiamo chiesto un focus in merito, ma le risposte per ora non sono arrivate. Per le navi nuove è già previsto che prendano la corrente da terra, le navi vecchie no e quindi c’è il problema di adeguarle. C’è poi anche il problema del costo della sosta nave in porto, che da noi costa 2-2,5 volte in più del costo dell’energia generata dai motori diesel. C’è un gap pianificazione, perché ora le banchine le abbiamo, ma non le usiamo perché non sono adatte. Quanto ai carburanti, ora non sappiamo quale sarà il carburante del futuro, oggi ci sono alcune possibilità sul campo, come i biofuel che riducono il carbonio emesso. E qui pure c’è il tema del costo perché i biofuel costano tanto, c’è l’aspetto della sostenibilità”. Lo ha detto Mario Mattioli presidente Confitarma nel corso del panel “Decarbonizzazione e il cold ironing per una filiera industriale navale sempre più sostenibile e competitiva” inserito nel programma della seconda edizione di “Economia del Mare. Blue companies to green transition”, l’evento del Sole 24 Ore che mette a fuoco il processo della transizione ecologica, destinata a dare un nuovo asset all’industria marittima.