Regione Puglia: aumentare la competitività del sistema portuale

BARI – Finalmente qualcosa si muove in tema di sistema portuale pugliese. Aumentare la competitività del sistema portuale pugliese (detta piattaforma logistica appena alcuni anni addietro), significa avere dei porti adeguati per offrire servizi alle navi, alla mobilità delle merci e dei passeggeri e soprattutto avere dei fondali giusti per quelle navi che vogliono scalare i porti pugliesi.

Rendersi conto che un armatore non sceglie il porto da scalare per volontà politica; e che per evitare l’insabbiamento e relativa chiusura, com’è successo in questi giorni al porto di Mola di Bari e risalito alla cronaca di tutti i media e social, occorre investire in infrastrutture adeguate alle esigenze di uno shipping moderno, oltre a specifiche sistemi di protezione per fronteggiare le perdite di pescaggio dei porti. Durante una riunione fiume in assessorato regionale sono state evidenziate le urgenze cui hanno bisogno  i porti pugliesi per poter essere competitivi nel  Mediterraneo, lungo le rotte dei nuovi flussi merceologici. Alla riunione, convocata dall’Assessore ai Trasporti e Lavori Pubblici, Giovanni Giannini, hanno preso parte i Commissari delle Autorità portuali di Bari, Brindisi, Manfredonia e rappresentanti dell’Autorità di Sistema di Taranto. Hanno preso  parte, inoltre, amministratori dei Comuni di Castrignano del Capo, Otranto, Gallipoli, Taranto, Brindisi, Monopoli, Mola di Bari, Molfetta, Barletta, Trani, Vieste, Rodi Garganico e Manfredonia.

Si è parlato molto di dragaggi e di materiali di escavo di fondali marini e della convinzione che i porti richiedono  manutenzioni continui; su questo la regione Puglia mette a disposizione risorse per 48 milioni di euro con fondi Ue. Si sottolinea, che in tema di dragaggi, in questi giorni, è entrato in vigore il Regolamento recante modalità e criteri tecnici per l’autorizzazione all’immersione mare in dei materiali di escavo di fondali marini (Decreto n. 173, 15 luglio 2016).

Il testo normativo stabilisca le procedure per il rilascio dell’autorizzazione, da parte dell’Autorità competente, all’immersione deliberata in mare dei materiali di escavo, tenuto conto della finalità di tutela dell’ambiente marino e al fine di consentire l’uso legittimo del mare. Il testo fornisce anche le modalità e i criteri per la caratterizzazione, la classificazione e l’individuazione delle possibili opzioni di gestione dei sedimenti marini salmastri da sottoporre a movimentazione. Dal punto di vista tecnico, il testo parte dall’assunto, ormai ampiamente condiviso a livello internazionale di considerare il materiale prodotto all’escavo una “risorsa” da recuperare e riutilizzare.

Il sedimento marino, una volta che si decida di sottoporlo a escavo deve essere assoggettato a una procedura di caratterizzazione fisica/chimica/ecotossicologica; poi con un progetto di gestione sarà destinato ai diversi siti in funzione della loro qualità sulla base di criteri prestabiliti. Nell’ambito dell’Area Logistica Integrata di Puglia e Basilicata, si è dato atto di procedere alla pubblicazione di un avviso pubblico di manifestazione d’interesse finalizzato alla successiva selezione d’interventi da ammettere a finanziamento nelle more dell’approvazione del “Documento di sviluppo e di proposte dell’Area Logistica Integrata “, previsto dall’Accordo approvato l’anno scorso e sottoscritto dal Mit, Agenzia per la Coesione, Regione Puglia e Basilicata, RFI e le A.P. di Bari, Brindisi, Manfredonia e Taranto.

Nella speranza che non rimangono solo accordi scritti, l’Assessore Giannini ha garantito che si cercherà di giungere a una ricognizione effettiva dei fabbisogni infrastrutturali della portualità pugliese e, senza campanilismi, di rispettare i piani europei FESR 2014/2020 su “Interventi per la competitività del sistema portuale e interportuale”.

 

Abele Carruezzo