Porto di Genova: il 9 maggio riunione al MIT su lavoro portuale

GENOVA – Dopo la legge di riforma della governance dei porti, ora tocca all’organizzazione del lavoro portuale. “Il ministero delle Infrastrutture illustrerà in una riunione il 9 maggio a Roma come intende procedere con un provvedimento normativo che riguardi il lavoro portuale” spiega il presidente dell’Autorità portuale del Mar ligure occidentale (Genova e Savona) Paolo Emilio Signorini al termine dell’incontro con i sindacati, la Compagnia Unica dei lavoratori portuali (Culmv), la Compagnia Pietro Chiesa di Genova e la Pippo Rebagliati di Savona, che coprono il lavoro flessibile nei due scali, che rappresenta il primo confronto del tavolo locale che procederà di pari passo con quello nazionale. E Signorini “non esclude” anche la fusione fra le tre compagnie.

Il nuovo modello nazionale consentirà alle Autorità di sistema portuale di usare le proprie risorse per favorire i prepensionamenti e sostenere la formazione delle compagnie i cui conti con il sistema attuale non quadrano. “Si parlerà anche di organico porto – dice Signorini -. Bisogna smettere di viverlo come un magico numero fisso che possibilmente nel lungo periodo vada ridotto”. A livello locale la discussione riguarderà la verifica di costi e ricavi delle compagnie per capire quale è la “tariffa minima” che i terminalisti dovranno corrispondere per garantire l’equilibrio A economico finanziario”.

Soddisfatto il console della Compagnia Unica Antonio Benvenuti: “Dopo nove anni di immobilismo normativo sono contento che si aprano tavoli di discussione”. Il nuovo modello dovrebbe soddisfare sia terminalisti che compagnie portuali.

Resta aperto il fronte del bilancio 2016 della Culmv a cui mancano 1 milione e 300 milaeuro per chiudere, ma Signorini è ottimista che i terminalisti metteranno sul tavolo lasomma: “Penso che ci siano le condizioni sia per le dimensioni del deficit, inferiore aquello dello scorso anno, sia per la fase di transizione che stiamo vivendo”.