Arriva il Piano di gestione per la pesca controllata

Progressiva riduzione dello sforzo di pesca anche attraverso l’utilizzo di periodi di fermo programmati; tutela e sviluppo delle risorse ittiche; stabilizzazione del reddito dei pescatori ad un livello adeguato. Sono in sintesi gli obiettivi del Piano di gestione locale – uno strumento previsto dalla politica comunitaria di settore – che l’Emilia-Romagna propone alle marinerie in sintonia con le analoghe iniziative di Marche e Veneto. Il piano è stato avviato oggi, in un incontro tra l’assessore regionale ad Agricoltura ed economia ittica Tiberio Rabboni e i rappresentanti dei consorzi, delle cooperative e dei sindacati dei lavoratori della pesca marittima che operano in Emilia-Romagna. Al termine di un ampio percorso di consultazione e confronto, il piano per essere realizzat, dovrà essere approvato da almeno il 70% dei pescatori. “Un piano – ha commentato Rabboni – che dovrà essere ampiamente condiviso”. Nei giorni scorsi sono stati siglati due protocolli d’intesa tra i Consorzi di gestione molluschi dell’alto Adriatico (Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia-Romagna) e tra i rappresentanti delle marinerie di Porto Garibaldi, Cesenatico, Rimini e Cattolica. Le due intese fissano gli obiettivi del piano e contengono l’impegno a costituire un coordinamento unitario tra le marinerie che esercitano la pesca a strascico nella fascia costiera dalle 6 alle 12 miglia, anche per applicare il regolamento Ce 1967 del 2006 (che vieta il prelievo di pesci di piccola taglia) e a creare un’unica organizzazione di produttori. Dal confronto di stamane è emersa una situazione molto pesante del settore, ma sono venute anche diverse proposte per cercare di attutirne gli effetti, che sono state fatte proprie da Rabboni. “Il settore della pesca – ha precisato l’assessore – per continuare a vivere dovrà essere riorganizzato e ristrutturato nelle sue funzioni produttive e commerciali. Il piano di gestione dovrà tenere conto delle specificità dell’area in cui va realizzato, che comprende il delta del Po, delle deroghe per i sistemi di pesca che potremo chiedere al Ministero e all’ Unione Europea sulla base di studi scientifici già acquisiti o in corso, come ad esempio per la pesca del latterino e di altri che acquisiremo nelle prossime settimane. Inoltre destineremo agli obiettivi del piano di gestione le risorse del Fondo europeo ed altre risorse che cercheremo di attivare, comprese quelle per allargare i beneficiari e i contributi per le imbarcazioni non più adeguate all’attività e alle nuove regole comunitarie”.

Salvatore Carruezzo