Trivellazioni in mare: Legambiente prova a proteggere le Isole Tremiti

“L’estrazione del petrolio dai mari italiani è un folle progetto che ipoteca lo sviluppo futuro dell’economia fondata sull’uso sostenibile del mare, sul turismo e sulla pesca”. Lo afferma Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente a proposito delle ricerche petrolifere previste in Adriatico in un punto di mare antistante le coste abruzzesi, a 26 km dalle Isole Tremiti. Per Ciafani, “estrarre il petrolio non serve neanche a ridurre la bolletta e le importazioni di fonti fossili in Italia, visto che agli attuali tassi di consumo tutte le riserve note di petrolio a mare e a terra verrebbero consumate in soli venti mesi. L’unica cosa da fare è uno stop alle nuove trivellazioni, che garantirebbero solo ricchi affari per le aziende petrolifere”. “Dalla riunione svoltasi ieri con i parlamentari e gli amministratori pugliesi – dichiara invece Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, che annuncia ricorsi amministrativi – ci aspettavamo una retromarcia da parte del ministro Prestigiacomo ma invece si propone una sterile conferenza di servizi dove le regioni, le province e i comuni interessati non potranno che ribadire la propria posizione contraria alle trivellazioni. Anche la stessa proposta dell’ampliamento della riserva marina delle Tremiti, che riteniamo positiva, non tutela nell’immediato il territorio dalle ricerche di idrocarburi”. “L’irremovibilità della Prestigiacomo – spiega il presidente del consiglio pugliese Introna – ha deluso le attese di chi come me auspicava che l’appuntamento romano potesse servire a far cambiare opinione sull’aggressione al nostro ambiente. Ci rendiamo conto, invece, che le politiche del governo centrale non tengono in alcuna considerazione le preoccupazioni delle comunità e le scelte responsabili per uno sviluppo ecosostenibile. Ben vengano interventi legislativi d’iniziativa di gruppi consiliari, di Consigli regionali, di tante Regioni (oggi in Puglia ne è stato presentato uno di Sinistra, Ecologia, Libertà). Sarebbe auspicabile un’iniziativa unitaria di tutte le Regioni che si affacciano sull’Adriatico, dal Nord allo Ionio, rivendicare rispetto, per esprimere il dissenso, per prendere definitivamente le distanze da progetti che minacciano il mare comune, straordinaria risorsa ambientale, paesaggistica ed economica. Spero – conclude Introna – che con federalismo non si intenda tenere in spregio le volontà dei territori a difesa della natura e far venir meno con diktat ingiustificati la leale collaborazione tra enti locali, regioni e Governo. Intanto restiamo preoccupati per quello che si prepara per l’Adriatico, per le spiagge, per il turismo della Puglia, del Molise e dell’Abruzzo, minacciati dalle torri di metallo, esposti al rischio di disastri ecologici, di macchie nere galleggianti e tutto per pochi barili di pessimo petrolio”.

Francesca Cuomo