Costa Concordia: Schettino si difende

Un Francesco Schettino contro tutti, energico e combattivo, si difende e parla per la prima volta in un tribunale. L’ha fatto oggi al teatro Moderno di Grosseto, per pochi minuti e previa autorizzazione del gip Valeria Montesarchio giacché gli indagati di regola possono assistere all’udienza ma gli interventi li fanno i loro avvocati.

Ad un certo punto Schettino non ce l’ha fatta più ad ascoltare e basta, si è avvicinato al suo avvocato Bruno Leporatti e gli ha chiesto di potersi esprimere direttamente visti gli aspetti tecnici della discussione. Schettino ha così cercato di spiegare in brevissimo tempo all’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone ed agli altri periti quali ordini dette prima dell’urto e come tentò di correggere la manovra di avvicinamento al Giglio, il famigerato ‘inchino’.

Cavo Dragone, basandosi sulla perizia, ha ribattuto alle osservazioni di Schettino. Che ha detto di aver ordinato una manovra destra-sinistra-destra – lo ‘scondinzolo’ in gergo marinaro – per scansare gli scogli con la poppa e poi, non riuscendoci, di aver ordinato dopo l’urto la manovra per l’incaglio al porto.

La perizia smentisce di netto queste spiegazioni, ma Schettino ha voluto ribadire le sue intenzioni. Peraltro già in mattinata uscendo dal residence dove alloggia il comandante della Concordia ha voluto dire che quella dopo l’urto “non fu una manovra, quella è stata una decisione. C’é differenza”. Come dire che se la perizia stabilisce nettamente che lui non poteva governare la nave, con i motori e le macchine in avaria completa e i timoni bloccati, nella sua condotta ci fu comunque la volontà di salvare la nave improvvisando una ‘derapata’ impossibile a realizzarsi anche visti i 16 nodi di velocità, la stazza della Concordia e un forte maestrale contro.

Dopo il ‘botta e risposta’ con il collegio peritale, poi la parola è passata di nuovo a Leporatti che ha continuato a illustrare decine e decine di osservazioni e domande a periti, gip e parti. Quasi duecento domande e rilievi alla perizia di cui solo una parte è stata affrontata oggi, tanto che domani l’udienza proseguirà per il quinto giorno. Leporatti ha anche costretto il collegio peritale a riunirsi per valutare un rilievo sulla tenuta delle porte stagne, le quali in caso di allagamento devono funzionare tenendo in equilibrio la nave, senza farla inclinare. Un modo per mettere in difficoltà Costa Crociere, secondo un’impostazione della difesa di Schettino che si sta evidenziando sotto vari profili, fra qui quello della dotazione inadeguata delle carte nautiche a bordo.