EMERGENZA “IONIAN SPIRIT” – COMINCIA IL RIENTRO A CASA DELL’EQUIPAGGIO

Lo avevamo annunciato appena una settimana fa da queste pagine con le parole, riportate in esclusiva, del comandante della Capitaneria Giuseppe Minotauro. Ora il rientro di parte dell’equipaggio della Ionian Spirit è ufficiale. Lo annuncia con una lunga nota l’Autorità marittima. Ecco il comunicato.

Come si ricorderà il moto traghetto “IONIAN SPIRIT”, battente bandiera St. Vincent & Granadines, attiva fino allo scorso mese di settembre sulla linea Brindisi-Valona (Albania), sin dal 17.09.2012 – per effetto di numerosi provvedimenti giudiziari conseguenti ai debiti contratti nei confronti di fornitori e dell’equipaggio – è bloccata all’ormeggio nel porto di Brindisi.

Sino ad oggi erano presenti a bordo 22 membri d’equipaggio di varia nazionalità (albanese, egiziana, montenegrina, greca, ghanese, serba, ucraina). Ma con la partenza, tra oggi e domani, dei 9 egiziani e dei 2 ghanesi, che si uniscono al comandante (di nazionalità greca) e dell’elettricista (rumeno) – già rientrati nei giorni scorsi – il numero dei marittimi ancora a bordo scende ad 11: rimangono, ancora, i montenegrini, gli albanesi e l’ucraino, oltre al greco, nominato custode giudiziale dal Tribunale Civile di Brindisi.

Come, del pari, si ricorderà, la genesi dell’emergenza umanitaria a bordo ha avuto la sua origine nel momento in cui l’armatore greco FLANMARE LINES S.A. con sede in Pireo (facente capo alla famiglia AGOUDIMOS) – che in un primo momento aveva assicurato almeno il rifornimento del gasolio di alimentazione del generatore di corrente elettrica di bordo – a partire, invece, dallo scorso dicembre ha, in sostanza, interrotto ogni forma di sostegno sia nei confronti dell’equipaggio – al quale non corrisponde le mensilità salariali spettanti sin dal precedente mese di settembre – sia della nave, non assicurando più, da tale momento, né il gasolio necessario a garantire i servizi minimi di vivibilità a bordo (quali riscaldamento, acqua calda, elettricità, cucina, etc.), né i viveri e gli altri beni di prima necessità.

Pertanto, al fine di fronteggiare l’emergenza in atto soprattutto nei confronti dell’equipaggio rimasto sostanzialmente al freddo, senza servizi di vita e generi di prima necessità (beni alimentari, assistenza medica, etc.), la Capitaneria di porto di Brindisi si è attivata immediatamente, per il tramite del Comitato Territoriale del Welfare della Gente di Mare attivo a Brindisi, riuscendo, nell’intento non facile e, per certi versi, insperato, di instaurare una catena umanitaria di supporto, così provvedendo, da subito e fino ad oggi:
–    al sostentamento alimentare, grazie all’interessamento della Caritas Diocesana, supportata dal contributo economico degli operatori portuali  (piloti, ormeggiatori e agenzie marittime) e del Comune di Brindisi;
–    all’assistenza medica e farmacologica, ad opera del Comitato Provinciale della Croce Rossa Italiana di Brindisi, coadiuvato da personale dell’A.S.L. di Brindisi e dall’Associazione Medici Cattolici, ai fini dell’assistenza medica e dalla Presidenza dell’Ordine Nazionale dei Farmacisti per la somministrazione farmacologica;
–    all’assistenza spirituale, per mano dell’Apostolato del Mare;
–    al fabbisogno di energia elettrica, attraverso la fornitura di un gruppo elettrogeno, di potenza minima, fornito da un’impresa portuale, che ha assicurato il funzionamento dei servizi di vita essenziali;
–    ad assicurare le spese necessarie al rimpatrio di tutti i membri dell’equipaggio (grazie al contributo dell’Impresa di rimorchio portuale F.lli Barretta).

Ovviamente le precitate misure di sostegno a favore dell’equipaggio, sono state allestite da questa Capitaneria di porto nell’immediatezza dell’emergenza, in ragione dell’ “evento grandi numeri” ma, comunque, anche nella consapevolezza di una durata dello stesso circoscritta e limitata nel tempo, atteso che:
–    la maggior parte del personale di bordo (in totale n° 18 componenti) aveva manifestato l’intenzione di sbarcare dopo la definizione della procedura giudiziale in corso presso il Tribunale Civile di Brindisi volta a riconoscere e fissare la propria posizione creditoria nei confronti dell’armatore da soddisfarsi, eventualmente, mediante vendita giudiziale del bene;
–    le relative udienze di discussione erano state scaglionate nelle giornate del 5, 6, 12 e 20 febbraio u.s.

Le precitate udienze si sono tutte svolte, nelle date fissate, con piena soddisfazione da parte di tutti i 18 istanti, avendo l’adito G.O. riconosciuto interamente le pretese creditorie di ciascuno di essi.

A partire da tale data, la Capitaneria di porto di Brindisi ha necessariamente costantemente monitorato la situazione a bordo in considerazione della relativa estrema delicatezza e precarietà, anche sotto il profilo della sicurezza pubblica e portuale, in relazione al forte stress emotivo e psicologico, al quale era stato prolungatamente, e continua ad essere, sottoposto l’equipaggio, nonché al connesso relativo bassissimo livello di sopportazione e di insofferenza, che, in più occasioni, aveva, tra l’altro, fatto registrare punte di estrema tensione a bordo.

Tuttavia, all’indomani della celebrazione dell’ultima udienza, si riteneva che, quanto meno i 18 soggetti ricorrenti, non avendo ulteriori motivi per trattenersi a bordo ed in considerazione del lungo tempo di assenza dalle proprie famiglie (ben oltre sei mesi), peraltro rimaste senza il relativo stipendio per tutto questo tempo, perseguissero la volontà – già manifestata per le vie brevi in più occasioni – di rientrare immediatamente nel proprio Paese.

Invece, così non è stato. Infatti, come sopra annunciato, solo il Comandante (peraltro per gravi motivi familiari) e l’Elettricista (appena nella giornata di giovedì 4 u.s.) sono rientrati nei paesi d’origine.

Mentre, come sopra detto, dei restanti 22 membri, solo i 9 egiziani ed i 2 ghanesi – peraltro all’esito di una complessa procedura condotta congiuntamente tra la Scrivente ed il locale Ufficio di Polizia di Frontiera, in deroga alle norme ordinarie previste per i cittadini di paesi di nazionalità extra-Schengen, per motivi umanitari – hanno accettato di rientrare nei rispettivi paesi d’origine.

Peraltro, ad uno degli egiziani, già affetto da glicemia ed ipertensione, in seguito a visita urgente presso il locale pronto soccorso la scorsa settimana per difficoltà nella deambulazione per dolore acuto al piede sinistro, è stata, da ultimo, diagnosticata la gotta; il medesimo, allettato nella propria cabina è stato giornalmente seguito dai medici della C.R.I. e dell’Associazione Medici Cattolici ed assistito dai restanti membri dell’equipaggio per l’espletamento dei bisogni essenziali.

Così, nella giornata di ieri, mercoledì 10 aprile, nella sede della Capitaneria di porto di Brindisi ha avuto luogo la consegna ufficiale dei biglietti di viaggio agli 11 marittimi, che, nell’occasione, hanno manifestato grande gioia per l’imminente ricongiungimento alle proprie famiglie e di riconoscenza per quanto fatto nei loro confronti da tutti gli Enti/Autorità/Imprese/Associazioni di volontariato nel corso dei mesi.

A partire da oggi – ad eccezione del marittimo greco, nominato custode giudiziale in sostituzione del Comandante sbarcato – rimangono, quindi, a bordo, 4 montenegrini, 4 albanesi, un  ucraino, un serbo, fermamente determinati a non sbarcare fino a quando non vedranno soddisfatte le proprie pretese.
A tal proposito il Comandante della Capitaneria di porto Capitano di Vascello (CP) Giuseppe MINOTAURO ha affermato che continuerà l’azione di sostegno finora assicurata da parte di tutti i soggetti impegnati.