Intervista esclusiva al presidente Ugo Patroni Griffi sul Sistema dell’Autorità Portuale/Adriatico Meridionale

1. Presidente, è noto che il sistema portuale dell’Adriatico meridionale è strategico per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia e non solo; ritiene che non si può più attendere la decretazione delle Zes per i porti di Bari e Brindisi?

“Tutti gli studi confermano la stretta relazione tra porto e retroporto, nel senso che la crescita del secondo è funzione della crescita del primo. A ciò si aggiunga la carenza, nel meridione, di infrastrutture retroportuali adeguate (interporti, distripark, etc). Le Zes possono consentire di catalizzare gli investimenti privati necessari tanto allo sviluppo delle imprese retroportuali, quanto alla realizzazione delle infrastrutture logistiche ancora mancanti. Inoltre possono assecondare gli interventi pubblici di ristrutturazione industriale necessari al passaggio dalla Red economy alla blue economy. Quindi si, non si può più attendere oltre e bisogna sia che le Zes siano istituite sia che la loro istituzione sia accompagnata dagli strumenti idonei a farne effettivamente il fulcro dello sviluppo del meridione (kit localizzativi, semplificazioni, zone doganali intercluse, azioni di promozione internazionale da parte del governo e della regione)”.


2. I Comuni di Bari e di Brindisi, di quali strumenti amministrativi dovranno dotarsi per affrontare il consolidamento delle Zes, vista la grande opportunità logistico – marittima che si offre anche in rapporto alla “Via della Seta” e al Corridoio 8?

“Dovranno adottare da subito il citato kit localizzativo. Un pacchetto di misure incentivanti (fiscalità locale e semplificazioni). Accelerare gli interventi pubblici sulle infrastrutture (penso alla campionare di Bari), rimuovere gli ostacoli agli investimenti (ad esempio sarebbe utile avviare il processo di riqualificazione delle aree Sin in Sir), appoggiare gli interventi della Adsp volti al completamento delle infrastrutture portuali, facendo comprendere alle popolazioni l’utilità per la collettività di porti efficienti e dotati dei servizi necessari (bunkeraggio, lng, piazzali e banchine adeguate alla crescita del naviglio, dragaggi etc) ad accogliere il traffico e soprattutto il traffico in crescita (come quello dei rotabili)”.

3. A che punto è la richiesta di concessione al porto di Brindisi (per la vastità di aree incluse nella Zes) di una Zona Doganale Interclusa?

“L’ottimo rapporto con il consorzio Asi ha permesso di candidare al finanziamento regionale lo studio di fattibilità della Zdi a Brindisi. Devo ringraziare l’onorevole D’Attis, il consigliere Bozzetti e l’Assessore Borraccino che hanno messo questo tema, trasversale e non di parte, sull’agenda politica. L’area da intercludere non è enorme (max 50 ettari) secondo le dimensioni ottimali che saranno tracciate dallo studio di fattibilità ovvero indicate dai privati (penso ai referenti delle associazioni mondiali zone franche che hanno chiesto di visitare a Brindisi e che potrebbero fornire suggerimenti sulla dimensione ottimale della Zdi)”.

4. Il traffico ro-ro e ro-pax mantiene un sostanziale incremento e mi riferisco al flusso con la Grecia e Albania; forse meritano una maggiore attenzione nel coinvolgere più compagnie e più tratte anche verso il Montenegro e perché non verso la Turchia?

“La Turchia rappresenta un mercato per noi interessantissimo. Tanto è vero che saremo ad Istanbul a novembre per partecipare, con l’interporto di Bologna, al Logitrans. In quella occasione presenteremo anche la piattaforma intermodale di Brindisi. Ciò precisato, vanno rimossi tutti i limiti allo sviluppo dei collegamenti (contingentamento dei permessi in primis) e gli elementi distorsivi, specie di natura fiscale”.

5. Il porto di Brindisi può essere un valido sito per il bunker di Gnl, (per le tratte nord/sud dell’Adriatico) a garanzia di una riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera. Ritiene si possa effettivamente realizzare?

“Brindisi è ideale, per un impianto a basso impatto ambientale (small scale) e che potrebbe servire sia al rifornimento delle navi che dell’autotrazione. Tale impiano potrebbe attrarre nuovo traffico, contribuire a ridurre le emissioni, inserirsi sulla costituenda rete nazionale dell’Lng, contribuire alla riconversione industriale della città e al suo passaggio alla Blue economy. Io penso che si possa e si debba realizzare. Ove la collettività brindisina condivida i vantaggi. Che a me sono evidenti, ma ritengono debbano essere adeguatamente comunicati ed illustrati dalle istituzioni brindisine”.

6. Presidente, per il Sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, il nuovo sviluppo turistico della città passa per una maggiore presenza delle crociere, vista anche la presenza del vicino aeroporto; sappiamo della richiesta di utilizzo di banchina dalla MSC: per Lei quali possono essere le linee strategiche in questo settore, mi riferisco a stazione marittima – terminal crociere nel porto interno o dove, a medio e lungo termine?

“Brindisi ha una posizione ottimale e la vicinanza all’aeroporto costituisce un asset strategico formidabile. È l’unico porto al mondo, almeno come porto industriale e commerciale, ad avere al proprio interno un aeroporto. Ci consente di sviluppare pacchetti fly&cruise che oggi rappresentano circa il 22% del mercato della crocieristica in molti paesi. Potrebbe poi svolgere la funzione di home port per i nuovi itinerari conseguenti alla stabilizzazione di alcuni paesi Mena o che si affacciano sul Mar Nero. Questo traffico ha però bisogno di infrastrutture adeguate, anche in considerazione del gigantismo che connatura il mercato crocieristico e all’utilizzo da parte delle navi di nuova costruzione di carburanti alternativi (come l’Lng). Questo traffico non può essere ospitato nel porto interno per insufficienza del bacino di evoluzione (il porto interno va benissimo per il segmento delle Luxury CRUISES e per i mega yacht). Vanno dunque realizzati al più presto accosti adeguati (utilizzando magari la banchina oggi in uso alle Nazioni Unite che permetterebbe una inedita integrazione porto/aeroporto o portando a termine il progetto dei nuovi accosti). Le stazioni marittime sono l’ultimo dei problemi. La croceristica ha necessità di strutture leggere, di dimensioni contenute”.


7. Sempre in tema di crociere, Monopoli a sud (con una viabilità rinnovata) e Manfredonia a nord, quali potenzialità si stanno evidenziando per rendere competitivo l’intero sistema portuale dell’Adriatico Meridionale?

“Si stanno ben posizionando nel segmento small Luxury Cruises. Molto interessante per le ricadute economiche sulle città scalate, per la capacità di spesa dei croceristi e perché spesso queste navi sostano di notte (overnight)”.

8. Un’ultima domanda: come procede la pianificazione nel rendere più smart i porti del sistema?

“Investendo massicciamente in innovazione tecnologica e offrendo i nostri porti come Innovation hub e test field alle imprese”.

Salvatore Carruezzo