Attraccata nel porto olandese Vlissingen la prima nave carica di auto elettriche cinesi

Vehicles Carrier BYD EXPLORER NO.1 nel porto di Vlissingen

(Vehicles Carrier BYD EXPLORER NO.1 nel porto di Vlissingen; foto courtesy Porto del Mare del Nord)

Vlissingen, Paesi Bassi. Il porto di Vlissingen è un importante hub marittimo situato sulla costa del Mare del Nord nei Paesi Bassi. Fa parte del ‘Porto del Mare del Nord’ che si estende da Vlissingen nell’entroterra fino a Gand in Belgio, coprendo un’area portuale transfrontaliera lunga 60 chilometri. Essendo un hub centrale in Europa, il porto gestisce una vasta gamma di merci e svolge un ruolo cruciale nel commercio globale. La multimodalità, che collega varie modalità di trasporto, è una caratteristica chiave del ‘Porto del Mare del Nord’, poiché consente di distribuire in modo efficiente le merci tramite spedizioni interne, ferrovie, oleodotti e autostrade verso destinazioni sia all’interno dell’Europa sia oltre.

La nave BYD Explorer NO.1 è una ‘vehicles carrier’ che naviga sotto bandiera della Liberia; lunga 200 metri e larga 38, è accreditata di una capacità di carico di 7.000 veicoli. Dopo Vlissingen lascerà le acque della Antwerp-area per fare scalo nel porto di Bremerhaven in Germania, con vetture da smistare anche in Norvegia.

Il nome, un programma: BYD (Build Your Dreams), si legge anche come BMS (Build My Ship): “mi impegno a fare le cose di qualità per i vostri sogni costruendo una mia nave per il loro trasporto”. La prima nave cargo BYD interamente dedicata alla consegna di auto elettriche o elettrificate (anche a idrogeno e altri combustibili per far funzionare un motore a combustione), una nave grande battezzata Explorer no.1.

La nave è stata consegnata nel porto di Yantai (provincia di Shandong) lo scorso 10 gennaio dai cantieri CIMC (China International Marine Containers Group) alla società armatoriale Zodiac Maritime e poi noleggiata da BYD. La nave gestisce un’autonomia si 15.800 miglia nautiche; con una velocità di 19 nodi ha un sistema di propulsione a doppia alimentazione, GNL e carburante convenzionale; una nave definita green, cioè inquina meno, nel rispetto dell’immagine BYD con un programma di costruzione di altre sette navi.
Con questo primo viaggio, si realizza un trasporto di veicoli elettrici ‘chiavi in mano’, dal produttore al consumatore tramite una logistica via mare. Un anello di una supply chain già compromessa dalle tensioni di crisi del Mar Rosso e del Golfo di Aden.

L’iniziativa di BYD mette a sistema una modalità di trasporto tutto ‘auto elettriche’ personale, per evitare la dipendenza da altre compagnie di trasporto e di internalizzare l’intera filiera dalla produzione alla consegna a ‘domicilio’ sui mercati esteri. Ogni automobile su tre esportata dalla Cina è elettrica, il che contribuisce in modo significativo alla transizione verde e alle basse emissioni di carbonio del mondo.

La società BYD con questo liner di trasporto Asia-Europa con la nave Explorer no.1 riesce ad evitare il cd ‘passaporto’ obbligatorio per le batterie che l’Europa ha intenzione di introdurlo da febbraio 2027 per ogni auto elettrica venduta sui mercati dei Paesi membri. Passaporto che recherà un codice QR con informazioni sulla natura delle materie prime, certificazioni, etichettatura, impronta di carbonio, prestazioni, durata ed altro per 90 voci.

L’attracco di oggi della BYD Explorer no.1 in un porto europeo segna una svolta di economia marittima, non solo simbolica da parte della Cina, ma un business (altri la chiamano guerriglia commerciale) che BYD, come Tesla, che ha lanciato la sua gamma tedesca con relativi prezzi.

BYD è l’unico produttore cinese che ha realizzato una fabbrica in Europa, quella ungherese di Komaron per gli autobus ed ora ne sta costruendo una per sole auto elettriche sempre in Ungheria, a Szeged. BYD che ha già oltre 30 siti produttivi tra Cina, Brasile, Stati Uniti, India e Giappone e pensa anche a un progetto per il Marocco.
La logica è semplice: ad oggi non tutte le auto potranno essere prodotte nel ‘vecchio continente’ per cui il trasporto con logistica via mare diventa fondamentale; anche perché molte vecchie navi traghetti sono ormai obsolete e inquinanti ed anche perché i costi di noleggio sono cresciuti, passando da 17 mila dollari/giorno del 2019 ai 115 mila del 2023; per questo mi costruisco una mia nave, Build My Ship (BMS).

Abele Carruezzo