Circumnavigare l’Africa ogni settimana equivale a un viaggio sulla Luna

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Marsiglia. Riflettere su quanto sia stato difficile il reindirizzamento del commercio globale sulla scia degli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso e intorno al Mar Rosso negli ultimi sei mesi, diventa argomento di riflessioni per le rotte commerciali dall’Asia verso l’Europa.

Lars Jensen, fondatore della società di consulenza marittima ‘Vespucci Maritime’, ha riferito alcuni numeri riguardo l’analisi di tali nuovi re-indirizzamenti del commercio globale.

Negli ultimi 112 giorni – 16 settimane – le principali compagnie di container hanno evitato la rotta del Canale di Suez per i viaggi tra l’Asia e l’Europa, preferendo intraprendere il viaggio più sicuro e più lungo intorno al Capo di Buona Speranza. I dati di Vespucci Maritime suggeriscono che questo ha aggiunto una distanza aggiuntiva di circa 6,5 milioni di km.

“Ogni singola settimana, la distanza di navigazione aggiunta è superiore alla distanza dalla luna”, ha scritto Jensen in un post su LinkedIn, riaccendendo i ricordi di un aggiornamento del marchio del 2017 da parte della nave francese CMA CG, riportata nel foto sopra.

Clarksons Research ha stimato che la domanda di navi portacontainer è aumentata dell’11% grazie alle deviazioni di massa, una cifra che il vettore tedesco Hapag-Lloyd ha abbassato, tra il 5% e il 9%.

Lo straordinario ridisegno della mappa commerciale marittima tra Asia ed Europa negli ultimi sei mesi, da quando gli Houthi sono intervenuti nella guerra in corso a Gaza, sta avendo un effetto deleterio sull’impronta di carbonio del trasporto marittimo, con un rapporto che suggerisce che gli spedizionieri potrebbero subire un aumento di oltre cinque volte delle emissioni di CO2 per container spedito.

In genere, le navi portacontainer impiegano 31 giorni per percorrere le 10.000 miglia nautiche tra Shenzhen e Rotterdam sulla rotta tradizionale attraverso il Canale di Suez. La distanza di viaggio sale a più di 13.000 miglia nautiche e almeno 41 giorni, se la rotta passa per l’Africa meridionale.

In termini di emissioni di CO2, i ricercatori della società di consulenza danese Sea-Intelligence sono stati in grado di quantificare l’inquinamento extra su base per teu in uno studio di gennaio, che tiene conto delle distanze di navigazione più lunghe, nonché dell’aumento della velocità e della probabilità che navi più piccole vengano impiegate sulla rotta alternativa dell’Africa meridionale.

Le emissioni di CO2 per teu potrebbero aumentare tra il 31 e il 575%, secondo lo studio.
I viaggi più lunghi hanno un impatto anche sull’indicatore di intensità di carbonio (CII) di una nave, nonché sul sistema di scambio di quote di emissione recentemente introdotto dall’Unione europea (EU ETS).

Abele Carruezzo