(Tanker Afrsamax; foto courtesy Navios Maritime)
Le petroliere oggetto di sanzioni da parte di Stati Uniti, Regno Unito e UE rappresentano ora il 9% della flotta attiva totale, secondo l’armatore greco Navios Maritime Partners. Il segmento Aframax è stato il più colpito, con 150 navi sotto sanzioni
Monaco. Durante l’Assemblea del Q4 Earnings Conference Call (sugli utili), la società Navios, guidata dall’ingegnere meccanico Angeliki Frangou, ha fornito un’analisi dettagliata della flotta di petroliere sanzionate. Angeliki Frangou è armatore, chairman, chief executive officer and Director di Navios Maritime Holdings, di Navios Maritime Partners L.P., di Navios Tankers Management Inc. e Navios Maritime Acquisition Corporation.
Su 5.316 petroliere attive, 459 navi sono soggette a sanzioni, sulla base dei dati dell’Office of Foreign Assets Control (OFAC) degli Stati Uniti, Clarksons Research e Clarksons Securities.
Il segmento Aframax è stato il più colpito, con 150 navi – il 21% della flotta globale Aframax – sotto sanzioni. Seguono le VLCC con 95 navi (il 10% della flotta), mentre sono interessate anche 72 petroliere Suezmax (11% del segmento). Inoltre, le sanzioni colpiscono 41 petroliere LR2 (9% della flotta) e 80 navi MR2 (5% della flotta).
Navios ha osservato che la Cina e l’India, due grandi importatori di petrolio russo dopo la guerra Russia-Ucraina, hanno dichiarato che non consentiranno alle petroliere sanzionate dall’OFAC di scaricare merci; anche la più grande raffineria di petrolio della Turchia, uno dei principali clienti della Russia, ha iniziato a limitare gli acquisti per evitare le sanzioni statunitensi.
Tuttavia, resta da vedere quanto rigorosamente verranno applicate queste restrizioni. Il numero di petroliere inattive della Russia è aumentato, con circa il 60% delle petroliere attive inserite nella lista nera degli Stati Uniti a gennaio che hanno cessato le operazioni, sia per Mosca che per qualsiasi altro acquirente.
Secondo Navios, l’ultimo giro di vite degli Stati Uniti sulla “flotta ombra” russa ha spinto al rialzo le tariffe spot delle petroliere. Sulla rotta dal Golfo del Medio Oriente alla Cina, le tariffe spot VLCC sono aumentate del 41% tra il 9 gennaio e l’11 febbraio.
In particolare, i tassi hanno registrato un’impennata brusca nei giorni successivi all’annuncio delle sanzioni del 10 gennaio, prima di correggere leggermente, ma rimangono comunque al di sopra dei livelli precedenti. I broker marittimi hanno anche segnalato un crescente interesse per i contratti di noleggio a tempo, in particolare per le VLCC.
Nel frattempo, l’incertezza geopolitica continua a pesare sul sentiment del mercato. Mentre il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha descritto una telefonata “lunga e altamente produttiva” con Vladimir Putin il 12 febbraio, gli analisti stanno anche monitorando da vicino gli sviluppi con l’Iran.
La nuova amministrazione statunitense ha promesso di ripristinare la “massima pressione” su Teheran, con l’OFAC che ha recentemente imposto sanzioni a individui e aziende accusati di facilitare le spedizioni di petrolio iraniano.
Il mercato petrolifero rimane altamente volatile, fortemente influenzato dalle decisioni della Casa Bianca su sanzioni, tariffe e sforzi per abbassare i prezzi del petrolio, osservano i broker marittimi.
(Angeliki Frangou importante interprete nel mondo altamente competitivo del trasporto marittimo internazionale; foto courtesy Navios)