Il mare nel castello

La presenza di un “porto-turistico” in una città di mare, quale è Brindisi, deve e/o dovrebbe consentire più sviluppo per un territorio tutto. Quando fu costruito, in quella parte di acqua che le carte nautiche indicavano “come insenatura nautica di eccellenza – Bocca di Puglia”, si pensò che un disegno strategico per la nautica pugliese e per la marittimità in genere era stata realizzata. Qualche sindacalista dell’epoca fece un po’ di conti ed affermò che per ogni 100 posti barca ci sarebbero stati 30 posti di lavoro diretto e per ogni barca quattro posti di lavoro indotti. Lungimiranza o sogni di un sindacato che poi ha smesso di rappresentare e tutelare se non solo se stesso! Tutta la poesia la conosciamo: in un porto turistico sono previste attività commerciali, connesse e non alla nautica da diporto, nonché attività turistico ricettive e ricreative. Ma ci troviamo di fronte ad una crisi dei consumi nautici propria del vecchio continente: oltre a crisi finanziaria sono stati introdotti  leggi e regolamenti che rendono difficile la vita al diportista, al pescatore, al subacqueo,  al turista della domenica. Per cui sul nuovo fronte del business si cominciano a trovare porti turistici in vera difficoltà economico-gestionale, tali da essere definiti “porti turistici in saldo”. Questo fenomeno sta rafforzando nel mercato la presenza di gruppi privati specializzati nella gestione full-service degli ormeggi sia in ambito mediterraneo che nelle aree emergenti del Far East. Multinazionali portuali turistiche come Camper& Nicholson, la Westrec, la MDL, l’araba Mourjan Marinas, oggi sono alla ricerca di appetibili opportunità di business, nell’ambito dei marinas europei alla ricerca di rilancio. Ed allora, Brindisi deve pensare ad altro: includere nel patrimonio culturale del porto turistico il “Castello di Mare” detto “castello rosso” per il suo colore durante le albe ed i tramonti; metterlo in relazione stretta con il turismo culturale ed alimentando una particolare tipologia di domanda.  Si tratta di un tipo di turismo mosso dall’interesse per le peculiarità economiche, produttive, tecniche, scientifiche, sociali che nel corso del tempo sono venute connotando la cultura, l’evoluzione storica  delle genti, delle fortezze militari, di un determinato territorio; un turismo che sta  esprimendo bene le attuali tendenze nelle motivazioni alla scelta delle località da visitare da parte degli europei, i quali assegnano importanza crescente al territorio e al paesaggio culturale in tutte le sue potenzialità, alle esperienze autentiche di scoperta e di conoscenza delle specificità, storiche, culturali, ambientali, ed a forme alternative di visita e di ricettività. Porto turistico da vedere ; Castello di Mare da vedere e da visitare: “tematiche nuove di territorio/paesaggio culturale”, come prodotti identificabili e non imitabili, ma riconoscibili di una comunità ospitante come Brindisi di mare.

Abele Carruezzo