La Regione Liguria spinge per la riforma dell’autonomia portuale

L’Italia dei porti, quali?

Roma. Il presidente della Regione Liguria non aspetta e corre verso la riforma dell’autonomia portuale.
Il presidente Toti si è incontrato a Roma con il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, proponente della riforma della Lega sull’autonomia differenziata, presente anche l’On. le Edoardo Rixi, Viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti.

L’incontro è stato definito da Toti “un altro passo avanti verso una riforma che rappresenta una grande opportunità per valorizzare le peculiarità e utilizzare al meglio le proprie risorse”. Si è aperta così la via al nuovo progetto di federalismo portuale dopo l’approvazione del Consiglio dei Ministri.

Se le parole hanno un ‘senso e un significato’ riportiamo quelle pronunciate dall’On. le Rixi, Viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, appena prima di Natale 2022: “Il ragionamento di fondo, oltre all’aspetto legato all’autonomia finanziaria, è quello che i porti del Nord Tirreno e del Nord Adriatico hanno un mercato contendibile in Centro Europa che li vede (teoricamente) competere con gli scali marittimi del Nord Europa, mentre le banchine del Centro e Sud Italia sono quasi esclusivamente al servizio dei rispettivi territori regionali (fatta eccezione per Gioia Tauro che, in quanto hub di transhipment per container, ha una mission ancora diversa)”.

Parole che secondo la Lega e i propri alleati di Governo, pronunciate per avviare una riflessione all’interno del progetto di autonomia differenziata che non a caso, nelle 23 materie oggetto di prossima trattativa fra Roma e le Regioni, include anche porti, trasporti e aeroporti.

L’incontro di Roma ha evidenziato grande attenzione da parte della Regione Liguria per ottenere particolari forme e condizioni di autonomia su diverse materie, in particolare portualità e logistica, nel solco del procedimento di richiesta già avviato negli anni scorsi. Durante l’incontro, il Viceministro Rixi ha delineato i principali elementi di sviluppo e crescita dei porti liguri.
“La Liguria – ha detto Calderoli – ha già svolto tutti i passaggi relativi alla fase regionale dell’iter e abbiamo ribadito l’impegno di proseguire nella stessa direzione, condiviso anche col Governatore. Un’unità di intenti nel segno della collaborazione efficiente ed efficace che ho sempre auspicato e che spero potrà avvenire anche con le altre Regioni”.

Il Ministro per gli Affari Regionali ha anche preannunciato che “verrà inoltre istituito un tavolo al Ministero delle Infrastrutture per il coordinamento tra le Regioni che hanno richiesto o richiederanno autonomia in ambito portuale”.
Ancora non è dato sapere quali Regioni hanno presentato richiesta di autonomia; di certo hanno fatto richiesta in questa prima fase., oltre al Veneto, anche il Friuli Venezia Giulia e l’Emilia Romagna.

Infine, una nota della Regione Liguria, parla di soddisfazione dell’incontro e di “apertura di un tavolo di lavoro al Ministero delle Infrastrutture sul tema dell’autonomia delle Regioni nei settori della logistica e della portualità. Siamo convinti che una maggiore autonomia delle Regioni consentirà davvero al Paese di crescere, ai cittadini e ai territori di avere maggiori diritti e di colmare quei divari che, per colpa del centralismo e non certo dell’autonomia, da troppo tempo dividono questo Paese”, conclude la nota della Regione Liguria.

Ora si aspettano altri incontri e non solo quello con la Liguria,visto che i porti del Mezzogiorno d’Italia sono il front dell’Europa da/verso il Mediterraneo e con una capacità portuale molto più ampia e complessa di quella ligure o veneta.

Abele Carruezzo