Guerra riduce la produzione del Pil dell’Ucraina del 45%

Italia non importa grandi quantità di grano dalla Russia e dall’Ucraina

L’anno scorso il nostro Paese ha infatti importato poco più di 96 mila tonnellate di grano tenero dalla Russia e circa 122 mila dall’Ucraina: messi insieme, fanno il 3,2 per cento di tutto il grano tenero importato nel 2021 dall’Italia.

Riportiamo le tabelle, ultimamente pubblicate dall’ISMEA, che indicano i maggiori paesi d’importazione, in modo da evitare ‘speculazioni politiche’ per cercare a tutti i costi consensi.

L’ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) è un ente pubblico economico istituito con decreto legislativo 29 ottobre 1999 n. 419 e con Legge 28 dicembre 2015, n. 208.

Tabella 1. I principali fornitori di grano duro dell’Italia – Fonte: Elaborazione Ismea su dati Istat

Tabella 2. I principali fornitori di grano tenero dell’Italia – Fonte: Elaborazione Ismea su dati Istat

Sul fronte ucraino, sicuramente vi sarà una riduzione della produzione del grano di circa il 45%, poiché l’invasione russa ha bloccato le attività commerciali, ridotto le esportazioni e reso impossibile l’attività economica in vaste aree del Paese, e si sono interrotte le operazioni di semina e raccolta agricola.

La Banca Mondiale prevede inoltre che la produzione del PIL della Russia nel 2022 diminuirà dell’11,2% a causa delle sanzioni finanziarie imposte dagli Stati Uniti e dai suoi alleati occidentali alle banche, alle imprese statali e ad altre istituzioni della Russia.

La chiusura del trasporto marittimo del Mar Nero dall’Ucraina ha tagliato circa il 90% delle esportazioni di grano del paese e la metà delle sue esportazioni totali; in molte zone portuali si sono registrati danni alle infrastrutture che superano i 100 miliardi di dollari all’inizio di marzo.

L’Ucraina ha bisogno immediatamente di un massiccio sostegno finanziario se si vuole mantenere in vita la sua economia e incentivare il trasporto marittimo, fine ‘guerra’ permettendo.

La Banca Mondiale ha già stanziato circa 923 milioni di dollari in prestiti e sovvenzioni per l’Ucraina e sta preparando un ulteriore pacchetto di sostegno di oltre 2 miliardi di dollari. La rapida assistenza del FMI e della Banca Mondiale ha consentito all’Ucraina uno spazio fiscale per pagare gli stipendi di civili, soldati, medici e infermieri, rispettando anche i suoi obblighi di debito estero.

Abele Carruezzo