L’OPEC all’UE: non è possibile fare a meno del petrolio russo

Ginevra. L’OPEC ha dichiarato all’Unione Europea, con una nota, che le sanzioni attuali e future praticate nei confronti della Russia potrebbero creare uno dei peggiori shock di approvvigionamento petrolifero in assoluto e che sarebbe impossibile sostituire quei volumi, anche perché non intendono aumentarne la produzione.

I funzionari dell’Unione europea hanno tenuto serrati colloqui a Vienna con i rappresentanti dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio, con appelli al Gruppo per aumentare la produzione e poiché l’UE sta valutando potenziali future sanzioni sul petrolio russo.
“Potremmo potenzialmente vedere la perdita di oltre 7 milioni di barili al giorno (bpd) di esportazioni russe di petrolio e altri liquidi, a seguito di sanzioni attuali e future o altre azioni volontarie”, ha affermato il segretario generale dell’OPEC, Mohammad Barkindo.

“Considerando le attuali prospettive della domanda, sarebbe quasi impossibile sostituire una perdita di volumi di questa portata”, ha rilevato ancora il segretario.
L’Unione europea ha ribadito la sua richiesta ai paesi produttori di petrolio di esaminare la possibilità di aumento delle consegne per aiutare a frenare l’impennata dei prezzi del petrolio; i commissari UE hanno ricordato anche che l’OPEC ha la responsabilità di garantire mercati petroliferi equilibrati, essendo QUESTO il loro obiettivo principe.

L’OPEC ha resistito alle richieste degli Stati Uniti e dell’Agenzia Internazionale per l’Energia di pompare più greggio per calmierare i prezzi, che hanno raggiunto il picco in 14 anni il mese scorso, dopo che Washington e Bruxelles hanno imposto sanzioni a Mosca in seguito all’invasione russa dell’Ucraina.
Ancora l’UE ha ricordato che l’OPEC potrebbe fornire più produzione prelevando dalla sua capacità inutilizzata; ipotesi non condivisa da OPEC, perché l’attuale mercato, altamente volatile, è il risultato di ‘fattori non fondamentali’ e al di fuori del controllo dell’OPEC.

Finora il petrolio russo è stato escluso dalle sanzioni dell’UE. Dopo che il blocco di 27 paesi ha concordato, la scorsa settimana, di sanzionare il carbone russo – il primo fra le forniture energetiche – alcuni alti funzionari dell’UE hanno affermato che il petrolio potrebbe essere il prossimo.
Anche i ministri degli Esteri UE, nella scorsa riunione di Lussemburgo, hanno invitato, senza un accordo unanime, la Commissione europea a elaborare proposte per un embargo petrolifero sulla Russia (favorevoli Irlanda, Lituania e Paesi Bassi).

Australia, Canada e Stati Uniti, che dipendono meno dall’approvvigionamento russo rispetto all’Europa, hanno già vietato gli acquisti di petrolio russo. I paesi dell’UE sono divisi sull’opportunità di seguire tal esempio, data la loro maggiore dipendenza e il potenziale futuro di un aumento di prezzi dell’energia, già elevati in Europa.

L’UE prevede che il suo consumo di petrolio diminuirà del 30% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2015, nell’ambito delle politiche pianificate per combattere il cambiamento climatico, sebbene a breve termine un embargo scatenerebbe una corsa per sostituire il petrolio russo con forniture alternative.

Abele Carruezzo