Equipaggio nave da carico intrappolato a Mariupol

Mariupol. Agenzie internazionali di stampa segnalano che le forze russe potrebbero prelevare equipaggi da navi, battenti bandiera straniera, rimaste intrappolate nei porti, tra cui Mariupol, dall’inizio dei combattimenti quasi due mesi fa.

I media russi, invece, riferiscono che gli equipaggi sono stati fatti sbarcare per la loro sicurezza durante i combattimenti nell’area intorno al porto di Mariupol; informazioni in contrasto con le Autorità ucraine che accusano le forze russe di ‘sequestrare’ equipaggi e di deportarli in luoghi sconosciuti.
La nave citata dalle Agenzie e dagli ucraini è un bulker arrivato a Mariupol il 21 febbraio, giorni prima dell’inizio dell’invasione. Si tratta della nave ‘Smarta’, registrata in Liberia e con equipaggio di cittadini ucraini; aveva navigato aveva dall’Egitto e doveva imbarcare merci a Mariupol, prima di salpare per la Turchia.

La nave Smarta, costruita nel 2007 e gestita da Intresco, con 15.968 tonnellate di portata lorda, avrebbe avuto a bordo un equipaggio di 18 ucraini e un egiziano; la nota stampa afferma che anche la moglie del capitano era rimasta sulla nave.

“Sul territorio del porto marittimo commerciale di Mariupol, l’esercito russo ha sequestrato e portato via in una direzione sconosciuta i membri dell’equipaggio della Smarta”, ha dichiarato Liudmyla Denisova, commissaria ucraina per i diritti umani di Verkhovna Rada. Nella sua dichiarazione, la commissaria riferisce, secondo i dati in suo possesso, che i membri dell’equipaggio della Smarta sono stati portati in direzione della regione occupata di Donetsk e che da allora non si registrano contatti.
La possibile conferma della rimozione dell’equipaggio è giunta anche dalle dichiarazioni delle forze separatiste di allineamento russo.

Anche una nave portarinfuse, l’Apache è stata danneggiata da un pattugliatore russo nel Mar d’Azov; come la nave Azburg, battente bandiera della Dominica, è stata colpita, data alle fiamme e forse affondata al molo di Mariupol.
L’IMO e l’ILO hanno recentemente lanciato un appello per un passaggio sicuro per l’equipaggio o per consentire alle navi di lasciare la regione dell’Ucraina dilaniata dalla guerra.

Abele Carruezzo