NAVE DESTRIERO, cerimonia per il trentennale della traversata atlantica

La nave Destriero ancora oggi rimane un ‘tempio operativo’ della cultura marittima/marinara di un’Italia che da sempre ha solcato strade ‘rotte’ di tutti i mari.

Roma. Il prossimo 03 agosto 2022 ricorre il trentennale dell’impresa della nave Destriero che nel 1992 vinse il record (ancora imbattuto) della traversata atlantica. Una cerimonia, promossa dagli Stati Generali del Patrimonio Italiano, in collaborazione con Fondazione Fincantieri, non solo per ricordare, ma per testimoniare un ‘primato’ tutto italiano della Nave Destriero giusta espressione di una cultura marittima/industriale che ancora oggi è capace di esprimere tutta la filiera nautica.

Il navigare ha sempre aiutato l’uomo a contemplare la sua anima nell’infinità del mare che ne diviene quasi strumento conoscitivo. E grazie alla ‘ navigazione’, l’uomo ha realizzato ponti: lo fece Cristoforo Colombo nel 1492 con le sue tre ‘caravelle’; un altro’ponte’ è stato realizzato dalla nave Destriero nel1992; oggi gli Sati Generali del Patrimonio Italiano e Fondazione Fincantieri costruiscono, sempre con la nave Destriero, un ‘ponte’ culturale per esprimere un mare ‘territorio dell’uomo’ come ampio teorema dei Paesi costieri. Non solo la mobilità delle merci e delle persone, con i flussi migratori, ma anche ‘mare’ dell’informazione della cultura, del turismo e dell’impresa marittima/marinara. E la nave Destriero è testimonianza e patrimonio culturale di un’Italia che vuole ‘camminare sui mari’, che sa leggere i segni dell’ambiente marino e che sa tradurli in valori e aspirazioni di un’identità marittimo/marinara che aiuta a realizzare la propria missione, quella dell’Umanità. Per questo l’Italia tutta, non solo quella del mare, chiede a gran voce il ritorno della nave Destriero nel suo porto naturale del Mare Nostrum.

Non tutte le navi sono come il Destriero.
Il Destriero, costruito dalla Fincantieri Muggiano, La Spezia, (number book 5921 del 1991), è un monoscafo in alluminio con carena a ‘V pronunciata’; una propulsione generata da tre turbine a gas General Electric LM1600 (in moduli realizzati dalla tedesca MTU), capaci di sviluppare complessivamente 51.675 hp / 38.535 kW (continui) e collegate a tre idrogetti KaMeWa model 125 tramite riduttori Renk-Tacke. Questo consentiva un’autonomia a pieno carico di oltre 3.000 miglia nautiche con una velocità a pieno carico di oltre 40 nodi e nominale (in dislocamento leggero) di oltre 60 nodi.
Le dimensioni: LOA (lunghezza fuori tutto) di 67,7 metri; una LBP (lunghezza tra le perpendicolari) di 60,0 metri e una larghezza al baglio maestro di 13 metri; dislocamento 400 tonn; varato il 28 marzo 1991. Secondo quanto certificato dalla Società di Classificazione Navale, la Det Norske Veritas (DNV), la struttura del Destriero consentiva velocità fino a 65 nodi con condizioni del mare Forza 4 (con onde di altezza fino 2,5 metri) e fino a 30 nodi con condizioni del mare Forza 5-6 (con onde di altezza fino 5 metri).

L’impresa: New York – UK, 3.016 miglia senza rifornimento a 53,09 nodi.
Il 9 agosto 1992il Destriero percorse 3.106 miglia nautiche senza rifornimento sull’Oceano Atlantico, da New York (faro di Ambrose Light) al faro di Bishop Rock nelle Isole Scilly in Inghilterra in 58 ore, 34 minuti e 50 secondi, alla velocità media di 53,09 nodi (98,323 km/h), impiegando ventuno ore e mezza in meno del precedente record appartenuto al catamarano inglese (del tipo wavepiercing) Hoverspeed Great Britain. La miglior distanza coperta nell’arco di 24 ore è stata di 1.402 miglia nautiche alla velocità media di 58,4 nodi. Così all’alba del 9 agosto 1992, quando alle ore 6 e14 minuti, 50 secondi il personale di servizio al faro di Bishop Rock, isole Scilly in Inghilterra, ancora avvolto nella nebbia, fece un sobbalzo nel sentire una voce, quella di Cesare Fiorio, alla radio. “… Buon giorno, quì è la nave Destriero, siamo partiti da New York, grazie per registrare data e ora del nostro passaggio … ” . “… Buon giorno Destriero, non vi attendevamo così presto …”, fu la risposta dell’addetto. Già, così presto, Destriero, con il guidone dell’Yacht Club Costa Smeralda, aveva realizzato il record della traversata atlantica.

Quel primato, rimasto imbattuto, tuttora fa onore all’eccellenza del ‘made in Italy’ e agli uomini che quell’impresa idearono e realizzarono, in testa il ricco uomo d’affari e principe ismailita Karim Aga Khan (ancora oggi il proprietario) sostenuto dalla Fiat di Gianni Agnelli, dall’Iri di Franco Nobili e da numerosi altri sponsor, tra i quali la General Electric e la MTU.

L’Italia e il Destriero.
Il ritorno alla ribalta del Destriero aveva avuto origine, il 9 dicembre 2021, quando Alberto Scuro, presidente della Commissione Motorismo Storico, degli Stati Generali del Patrimonio Italiano e presidente di Asi Automotoclub Storico Italiano, rivolge un appello al principe Karim Aga Khan (proprietario dell’imbarcazione attraverso una complicata rete di società estere) per sensibilizzarlo e ricevere informazioni sullo stato della nave Destriero, anticipando di voler richiedere al Ministro della cultura Dario Franceschini l’apposizione del vincolo di bene culturale. “… Non si esclude la possibilità che il Ministero possa contribuire o partecipare a progetti di tutela e valorizzazione della nave Destriero”, si legge in una nota del Ministro Franceschini. Il presidente degli Stati Generali del Patrimonio Italiano, professor Ivan Drogo Inglese, si è già confrontato con il Generale Carlo Magrassi, attuale presidente della Fondazione Fincantieri, per mettere a punto un piano operativo per il ritorno decisivo della nave Destriero in Italia.

Abele Carruezzo