Mar Adriatico: una strada marittima moderna da rivedere

I “corridoi” della rete TEN-T non sono tutti uguali e tutti importanti allo stesso modo. Infatti, nel DEF 2013 preparato dal passato governo Monti ed elaborato per essere approvato definitivamente dal governo delle “grandi intese” di Letta, non vi sono tracce di stima strategica per i corridoi dell’Adriatico; anzi, questa asta trasportistica non è considerata degna di sviluppo.

La scarsa attenzione per l’Italia adriatica e per la politica estera dei trasporti con l’Europa Orientale è dimostrata dalla riduzione dei costi previsti e già deliberati dal CIPE per i corridoi plurimodali e soprattutto per quello Baltico-Adriatico, secondario rispetto agli altri assi del “core network” della UE. Per i corridoi Helsinki-La Valletta, Lione-Torino-Kiev, Genova-Rotterdam i fondi pubblici stanziati e previsti in futuro sono nettamente superiori rispetto a quelli dell’Adriatico.

Ancora si stanno aspettando fondi per rendere più europea la dorsale ferroviaria adriatica (Bologna-Bari-Lecce-Taranto); come pure, si aspettano i fondi per l’adeguamento degli hub portuali delle Marche, Abruzzo, Molise, della Puglia e dell’area ionica. Non si comprende come si possa connettere l’Alto, Medio e Basso Adriatico con tutto il Mediterraneo fino a Suez se non si riconsidera a livello trasportistico la linea strategica dell’intera Italia. Ultimamente, Bruxelles ha ufficialmente costituito la macro-regione Adriatico-Ionica, attesa da anni e che prevede subito una programmazione per il rafforzamento delle reti viarie, energetiche e informatiche.

Per le regioni adriatiche è giunto il momento di rivendicare una maggiore integrazione per trasformare il Mare Adriatico tutto in un moderno corridoio marittimo e sicuro per di una mobilità europea più sostenibile.

 

Abele Carruezzo