Progress Report 2023 on green shipping corridors: i corridoi verdi si espandono in numero e stanno maturando e Federagenti denuncia l’assenza dell’Italia

Progress Report 2023

Un nuovo rapporto del Global Maritime Forum, preparato per conto della Getting to Zero Coalition, rivela un raddoppio delle iniziative di ‘corridoio verde’, una maggiore maturità dei progetti esistenti e un aumento significativo del numero di stakeholder coinvolti. Anche se una serie di sfide vecchie e nuove potrebbero ancora impedire ai corridoi verdi di sbloccare una più ampia decarbonizzazione marittima.

Copenaghen. Il numero di iniziative di corridoio verde in tutto il mondo è passato da 21 a 44 nell’ultimo anno, e trova una sostanziale maturazione tra i corridoi esistenti; l’aumento dei corridoi significa entrare in una fase avanzata che permette di decidere i loro carburanti prioritari e fissare obiettivi per una decarbonizzazione marittima più matura.

Il rapporto, 2023, pubblicato in collaborazione con la COP28, afferma che il 2024 si rivelerà fondamentale per i corridoi verdi, definiti come rotte commerciali specifiche dove la fattibilità del trasporto marittimo a emissioni zero è catalizzata dall’azione pubblica e privata ed offre l’opportunità di accelerare la transizione del trasporto marittimo verso emissioni zero.

Decarbonizzare il trasporto marittimo è difficile, ma alcune rotte commerciali offrono delle opportunità vantaggi, sia perché sono vicini a hub fonti di carburante potenzialmente interessanti, e sia per profili operativi semplici, o a condizioni economiche favorevoli. I politici possono indirizzare questi percorsi per creare un ecosistema abilitante di adattamento misure normative ad hoc, incentivi finanziari e norme di sicurezza.

Le compagnie di navigazione, i porti e il terzo settore rappresentano oltre la metà dei 171 soggetti interessati coinvolti nei corridoi verdi. L’impegno diretto di 18 Governi, con 19 iniziative con una leadership pubblica o pubblico-privato, principalmente guidata dal Regno Unito e dagli Stati Uniti, evidenzia la crescente consapevolezza del potenziale dei corridoi verdi per sbloccare una più ampia decarbonizzazione all’interno del commercio marittimo globale.

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Il primo passo – iniziazione – per esplorare un potenziale corridoio verde, consiste nel determinare il ‘cosa’ e il ‘dove’ del corridoio. Poi si passa alla ‘Pianificazione’ che riguarda il ‘come’ e il ‘quando’. Questa fase si concentra nel co-sviluppo di un piano di implementazione per il corridoio prescelto, compreso un focus sul carburante (se non già deciso durante la fase di avvio), gli obiettivi comuni di attuazione e le azioni condivise necessari per raggiungerli lungo il percorso.

Le valutazioni di fattibilità consistono nell’esaminare gli aspetti tecnologici, normativi e requisiti commerciali per realizzare il corridoio. In questa fase è importante l’impegno politico nel comunicare il valore del corridoio, delineare le aree di sostegno politico e identificare potenziali misure politiche per favorire l’attuazione.

La fase dell’esecuzione ha una durata prevista di 2-3 anni e segna l’inizio di un’azione pratica per realizzare il corridoio. Si fissano i vari passaggi tecnici, normativi e commerciali per consentire il funzionamento delle navi a emissioni zero sul corridoio.

Nella fase operativa, le prime navi a emissioni zero entrano in acqua, supportate dalle infrastrutture, dagli standard e dai contratti pertinenti. Questa fase non ha fine in quanto tale, ma segna il successo del passaggio del corridoio verde a semplicemente una rotta marittima a emissioni zero.
Se si vuole che i corridoi verdi raggiungano i loro obiettivi e svolgano la loro funzione, il rapporto conclude che il 2024 deve essere un anno di svolta in cui le iniziative all’avanguardia iniziano a dare attuazione i piani e altri sono pronti a seguire rapidamente.

Intanto, Federagenti denuncia che i porti italiani sono tagliati fuori dai 44 progetti internazionali dei green corridor. Corridoi che vede tra i membri i Governi di nazioni dell’Europa nord-occidentale, degli USA, dell’Africa (Marocco), del sud-est asiatico (India e Singapore) e dell’Australia. In questi corridoi pianificati che collegano alcuni dei principali hub portuali mondiali, Federagenti sottolinea che non vi figura un singolo porto italiano. In particolare, la Federazione italiana evidenzia che nella lista dei 20 corridoi internazionali solo uno transita nel Mediterraneo, sfiorando le coste italiane ma solo per collegare la Cina con i porti del Northern range via Suez, stretto di Sicilia e Gibilterra.

“Considerando – la complessità per lo shipping di sostituire i carburanti fossili facilmente distribuibili e stoccabili a prezzi contenuti in tutte le aree mondiali interessate dallo shipping – spiega Santi – la strategia messa in campo dalla coalizione Getting to Zero ha appunto lo scopo di rendere sostenibile la transizione senza interrompere le supply chain: sono stati definiti 14 corridori mono fuel (metanolo e ammoniaca per primi) e otto multi fuel. L’Italia – denuncia il presidente della Federazione degli Agenti marittimi – non può essere assente da questo dibattito e se pensa di continuare ad avere un ruolo deve recuperare il terreno perso e difendere i propri porti e la propria indipendenza economica e strategica”.

Abele Carruezzo

Progress Report 2023
Progress Report 2023

Come mostra la slide, le regioni del Pacifico meridionale e dell’Atlantico meridionale hanno registrato un aumento dell’attività, con nuove iniziative emergenti sia in Sud America che in Africa. I numeri rimangono comunque bassi. L’Asia ha aumentato significativamente la sua rappresentanza, con diverse iniziative transpacifiche annunciate quest’anno, mentre il numero di progetti a breve termine i corridoi marittimi in Europa sono raddoppiati.

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(Slide courtesy Global Maritime Forum)