Speciale Crociere 2019: LA CROCIERISTICA INGRANA LA MARCIA

2019 destinato ad essere l’anno record in Italia con 11,89 milioni di movimenti passeggeri nei porti nazionali (+7,0% sul 2018), con variazioni positive pressoché ovunque. Alle conferme di Civitavecchia (2,56 milioni) e Venezia (1,56) ai primi due posti seguono Genova (1,35 milioni), Napoli (1,20) e Livorno (0,83). In un anno nel quale i clienti nel mondo dovrebbero superare la soglia dei 30 milioni e l’offerta di navi e posti letto segnare una nuova significativa accelerazione.

Nell’edizione 2019 dello short report Speciale Crociere, realizzato e pubblicato ogni anno da Risposte Turismo, emerge inoltre il ruolo del Mediterraneo nel panorama crocieristico mondiale e vengono riportati i dati definitivi del traffico crocieristico 2018 negli scali del nostro Paese.

Italia che cresce ed ingrana la marcia: +7,0% i crocieristi nei porti nazionali sul 2018 con il 2019 destinato ad essere l’anno record in Italia con 11,89 milioni di movimenti passeggeri, con variazioni positive pressoché ovunque. I fondamentali del business tuttavia restano più o meno gli stessi, anzi si rafforzano: dal punto di vista dei gruppi societari leader, dal punto di vista dei cantieri di costruzione, dal punto di vista delle aree di deployment, dal punto di vista dei source market, dal punto di vista dei principali porti. Tendenze, anzi conferme, che interessano di fatto anche l’Italia.

Francesco di Cesare, Presidente di Risposte Turismo, commenta: “da anni il comparto crocieristico mondiale vede nell’indice di concentrazione il segno distintivo più forte del suo DNA, con poche compagnie a dominare l’offerta, pochi cantieri a concentrare gli ordini, pochi porti a trattenere buona parte del traffico (pur all’interno di una geografia di scali molto variegata ed articolata), e di recente anche qualche altro singolo operatore a controllare la gestione di specifiche attività in molte destinazioni, gestione di terminal ed escursioni a terra in particolare.

Elevati tassi di concentrazione non vanno valutati come negativi, ed anzi quegli operatori sono poi chi traina la crescita dell’intero business a vantaggio di molti, ma è uno status quo con il quale fare i conti nella definizione delle future scelte, in particolare da parte dei porti e dei tanti fornitori della filiera”.

Dal punto di vista del deployment il Mediterraneo sembra aver assorbito il calo di due – tre anni fa dovuto a cause esogene al settore, per recuperare quota percentuale, riportandosi ad ogni modo a quanto era a suo appannaggio dieci anni fa. Certamente con valori assoluti di disponibilità navi e posti letto decisamente aumentati, e continueranno ad aumentare considerando come siano già almeno 120 le nuove navi in consegna da qui ai prossimi 8 anni, non poche delle quali alimentate ad LNG. In questi dieci anni variazioni a crescere sono state registrate per lo più in Asia e Australia Nuova Zelanda – Sud Pacifico.

La classifica dei porti mediterranei con dati a consuntivo 2018 conferma la leadership di Barcellona che di fatto stacca gli altri porti salendo per la prima volta oltre quota 3 milioni di movimenti passeggeri. Sono 8 i porti italiani all’interno della top20 mediterranea, e di essi 6 sono nei primi 10: Civitavecchia al secondo posto, e poi Venezia, Napoli, Genova, Savona e Livorno. Sono Palma de Mallorca e Marsiglia ad essersi contraddistinte negli ultimi anni per crescita maggiore, assicurandosi posizioni di vertice nell’area.

Nella ripartizione del traffico 2018 per regioni, è il Lazio, grazie a Civitavecchia, ad avere la leadership sia per movimenti passeggeri che per toccate nave. Nella prima classifica seguono Liguria e Veneto mentre nella seconda Sicilia e Liguria.
Nel decennio 2009-2018 l’andamento del traffico registra, complessivamente, una crescita sintetizzata da un indice pari a 1,2 (dunque intorno al +25%), che per i singoli principali porti del Paese è quasi sempre positivo con valori anche molto alti per i casi di Brindisi e La Spezia, e negativo (dunque traffico 2018 inferiore a quello registrato nel 2009) solo per Napoli, Catania ed Olbia.

Discorso diverso per le toccate nave, la cui crescita indicizzata si dimostra negativa per molti degli scali, conseguenza però in questo caso di un mutato scenario dal punto di vista delle flotte in operatività, caratterizzata da navi sempre più grandi che, anche con meno toccate, assicurano maggiori movimenti passeggeri.

Interessante notare come i porti italiani capaci nel 2018 di registrare più di 30.000 movimenti passeggeri sono scesi, rispetto al 2017, da 24 a 21, indice, questo come altri, di una concentrazione crescente o quantomeno confermata dei principali indicatori del business (in questo caso il riferimento va a quella del traffico nei porti, che in Italia ha visto i primi tre concentrare il 45,7% del totale nazionale, dato che dovrebbe salire ulteriormente nel 2019).

Proprio con riferimento al 2019, le previsioni di crescita indicano i valori nazionali di movimenti passeggeri e toccate nave pari rispettivamente a 11,89 milioni e 4.810, corrispondenti a variazioni rispetto al 2018 del +7,0% e +3,2%. Sono variazioni positive che seguono quelle dello stesso segno registrate nel 2018 rispetto al 2017: è la prima volta che ciò accade dopo il biennio 20092011.

Genova sembra strappare la terza posizione a Napoli con una crescita prevista intorno al 33% di movimenti passeggeri, nonostante anche il porto partenopeo dovrebbe a fine anno vedere questo dato incrementare del 12%. Di rilievo anche la crescita prevista per La Spezia, intorno al 45%, così come quelle di Messina e Catania (rispettivamente +20% e +67%). Nella top10 nazionale in controtendenza, con variazioni negative rispetto al 2018, Cagliari, Palermo e Savona, queste due ultime condizionate dai lavori di adeguamento infrastrutturale che ne ridurranno le potenzialità nel corso del presente anno.

“L’Italia – commenta di Cesare – ritrova slancio nella geografia crocieristica internazionale trainando, più che essendone trainata, l’intero Mediterraneo, che dal punto di vista della percezione sembra aver messo alle spalle gli anni di titubanza da parte della clientela mondiale, a partire da quella statunitense. Le performance che molti degli scali nazionali sono destinati a segnare sono frutto di competenze del management decisamente cresciute, di un più accorto dialogo con le compagnie di crociera e conseguenti investimenti mirati, volti a creare le condizioni per ospitare al meglio le nuove navi e i passeggeri a bordo. Per il resto, l’offerta turistica resta sempre di altissimo livello, e basta solo valorizzarla”.