Costa Concordia porta più controlli e sicurezza

La Carnival Corporation, global passenger carrier che controlla dieci compagnie di navigazione, tra cui la Costa Crociere, ha annunciato una campagna di procedure di controlli innovativi su  livelli superiore agli attuali per garantire la salvezza di vite umane in mare e soprattutto per prevenire eventi come quelli sopportati dalla nave Costa Concordia all’Isola del Giglio.

L’incaglio della nave Costa Concordia sta riproponendo la formulazione delle liste sulle procedure da adottare in caso di emergenza a bordo. Micky Arison, Chairman e Chief Operating Officer della Carnival Corporation, l’altro ieri, ha dato mandato al Comandante James Hunn, Capitano della Marina USA in pensione e attuale senior vice Presidente della Maritime Policy & Compliance, per progettare un nuovo planning di procedure di sicurezza per affrontare le emergenze a bordo delle navi della Compagnia; Hunn conosce bene queste navi, perché ha ricoperto incarichi dirigenziali per circa dieci anni proprio presso la Carnival.

Organizzazione della sicurezza va rivista nella sua impostazione fondamentale: vedere personale che non sa cosa fare in casi di emergenza; scialuppe che quando servono presentano delle difficoltà operative; scarsa preparazione relativa alla gestione di una crisi da parte di tutte le componenti l’equipaggio di una nave; il “chi e cosa” di una comunicazione fra gli addetti; sono tutte situazioni interne ad una nave che per una compagnia di navigazione seria dovrà studiarle e riorganizzarle.

Una vera risposta alle emergenze si costruisce con un serio addestramento che le compagnie di navigazione si dovranno fare carico, comprese le spese di una formazione continua in Centri di Alta Formazione Marittima, certificati ed accreditati dalle Autorità. Formare le abilità di una leadership, prendere decisioni, raccogliere informazioni, pianificare le azioni, adottare piani di emergenza concordati con la compagnia, sono azioni responsabili del “sapere” e del “saper fare” che non si possono soddisfatte con una sola esercitazione, e a volte gestita dagli animatori di crociera come uno show.

In particolare, poi, sappiamo tutti, in teoria, che cosa può significare panico: persone che si sentono minacciate, tempi di azioni/risposte limitati, fuga senza preoccuparsi degli altri, paura; passeggeri che cercano i loro parenti, passeggeri che non seguono le vie di fuga, ecc..

Tutto questo, nonostante il basso numero di incidenti gravi di navi, dovrà essere rivisitato, per garantire  maggiore sicurezza delle/sulle navi  e una più efficace professionalità di equipaggi, testati e certificati a livello internazionale. Questo settore va riorganizzato con più esercitazioni, simulazioni e training mirati nella gestione di una emergenza; l’equipaggio non deve passare da una nave all’altra senza una adeguata “familiarizzazione”; le navi anche se dal punto di vista costruttivo sono delle gemelle, presentano una vita diversa.

Abele Carruezzo