A rischio servizio antinquinamento in mare

ROMA – E’ a rischio il servizio antinquinamento dei mari italiani attivato dal ministero dell’Ambiente, in scadenza a fine maggio e per il cui rinnovo non è stato ancora emanato un nuovo bando. Lo denuncia il presidente della Commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, che sul problema ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Economia.

“Per procedere al bando – osserva – mancherebbe solo l’autorizzazione della Ragioneria dello Stato per il relativo impegno di spesa pluriennale, autorizzazione già richiesta dal ministero dell’Ambiente”. Per sollecitare una rapida emanazione del nuovo bando Realacci chiede al ministro dell’Economia, nell’interrogazione, “se intenda attivarsi con la massima urgenza presso la Ragioneria dello Stato, evitando così che alla scadenza dell’affidamento in corso il servizio antinquinamento marino venga sospeso con rischi evidenti per lo stato di salute del mare”.

Il parlamentare ricorda che il servizio antinquinamento “è essenziale per la salvaguardia del Mediterraneo”. I principali pericoli di inquinamento per il nostro mare, continua Realacci, “derivano dalla pressione antropica e dalla navigazione, soprattutto quella legata al trasporto marittimo di greggio e industriale. Rischi connessi – precisa – sia agli incidenti marittimi, con conseguente sversamento in mare di grandi carichi di prodotti petroliferi, di altri prodotti inquinanti, o di carburante, sia ad attività connesse alla navigazione, come lo scarico in mare delle acque di sentina, o la pratica illecita del lavaggio in mare delle cisterne delle petroliere.

Per avere idea della dimensione del fenomeno, conclude Realacci, “basti considerare che, secondo un dossier di Legambiente, ogni anno viaggiano verso le nostre coste 178 milioni di tonnellate di petrolio e sono ben 162.600 le tonnellate di idrocarburi finite nelle acque italiane negli ultimi 30 anni”.