Sncm acquistata da Patrick Rocca

MARSIGLIA – Patrick Rocca, immobiliarista còrso e imprenditore dell’autotrasporto, si è aggiudicato l’ex compagnia armatoriale di bandiera francese Sncm: quest’ultima era da oltre un anno sotto amministrazione controllata causa l’eccessiva esposizione debitoria del precedente azionista di maggioranza (Transdev ndr.).

Il tribunale del commercio di Marsiglia non ha voluto dissentire dalle indicazioni del procuratore generale e, pertanto, ha riconosciuto vittoriosa l’offerta presentata da Rocca, a discapito di quelle proposte, rispettivamente, dal consorzio Corsica Marittima, da Baja Ferries e dall’ex presidente degli armatori francesi Christian Garin (sostenuto da Arista Shipping, di proprietà della famiglia greca Panagopoulos).

Rocca è riuscito a mettere sul piatto un’offerta del valore complessivo di 58 milioni di euro, somma destinata all’acquisto di sei navi su sette della flotta (il “Corse” potrebbe essere ceduto-secondo indiscrezioni- a Moby lines), al mantenimento di 873 (su 1500) lavoratori marittimi e amministrativi e a nuovi investimenti, soprattutto sull’efficienza del naviglio. Proprio su quest’ultimo punto, Rocca ha dichiarato ufficialmente che “saranno investiti più di 30 milioni di euro per rimettere in efficienza le navi e dotarle di un nuovo sistema informatico. A lunga scadenza, le navi saranno sostituite, facendo acquistare le nuove alla collettività còrsa, che ne diventerà il proprietario e le noleggerà ad Sncm”. La nuova compagnia, da quanto risulta, rinuncerà completamente agli immobili societari siti a Marsiglia, Tolone, Tunisi e Calcatoggio.

L’ex compagnia di bandiera, il cui fatturato previsto per gli anni 2016 e 2017 dovrebbe ammontare rispettivamente a 143 e 182 milioni di euro, si concentrerà prevalentemente sulle linee per Ajaccio e Bastia mentre un collegamento settimanale sarà dedicato alla Tunisia. Le tradizionali rotte servite da Sncm saranno battagliate, a partire dalla prossima stagione, da un numero sempre maggiore di concorrenti, tra cui l’italiana Moby Lines (Nizza-Corsica).

Oltre alla consueta presenza di Corsica Ferries, ci dovrebbe essere il consorzio Corsica Marittima, composto da oltre 140 imprenditori còrsi: quest’ultimo aveva annunciato che, in caso di decisione negativa del Tribunale, avrebbe comunque noleggiato due navi dalla compagnia francese Brittany Ferries per effettuare un regolare collegamento marittimo tra Tolone e la Corsica. Tuttavia, soltanto pochi giorni fa il proprietario di Brittany Ferries, Jean-Marc Roué, che si è offerto nei mesi scorsi di entrare nel consiglio d’amministrazione di Corsica Maritima, ha detto che “il suo è un impegno personale e ha smentito che nel progetto sia coinvolta anche Brittany Ferries”.

Vi è, pertanto, una totale dissociazione di Rouè dal comunicato, reso noto dal quotidiano “Le Figaro”, segno evidente della confusione incombente all’interno del consorzio marittimo còrso.Altresì, le reazioni turbolente dei sindacati francesi non si sono fatte attendere. Il sindacato Cgt ha indetto proprio oggi uno sciopero generale: uno dei rappresentanti, Jean-François Simmarano, ha parlato di decisione scandalosa.” La grande famiglia di Sncm è stata derubata-dichiara Simmarano- e in tal modo Transdev potrà occuparsi degli autobus del signor Macron”: quest’ultimo, Ministro dell’Economia francese, ha varato poco tempo fa una legge sulla liberalizzazione del trasporto passeggeri su gomma, grazie alla quale Transdev ha aperto nuove linee di autobus tra Parigi, Tolosa e altre città.

Le principali perplessità delle organizzazioni sindacali vertono sui 650 dipendenti di Sncm non inclusi nel piano d’investimento di Rocca: si parlerà di compensazioni ed in che modo i 650 dipendenti-azionisti potranno recuperare le proprie quote? Come dichiara Pierre Maupoint de Vandeul-sindacato Cfe Cgc- “questo progetto poggia sulla sabbia”. La prossima stagione si preannuncerà torrida: la Commissione europea dovrà decidere sui “presunti” aiuti di Stato ricevuti da Sncm negli scorsi anni ed un esito negativo della controversia potrebbe costare circa 600 milioni di euro, tra interessi e sanzioni. Almeno che, non si riesca a dimostrare una sorta di discontinuità tra la vecchia e la nuova gestione.

 

Stefano Carbonara