Corridoio umanitario verso l’Ucraina, navigato dalle prime due navi portarinfuse

portarinfuse Aroyat,

(La portarinfuse Aroyat, operata dalla Turchia, è stata una delle due a utilizzare il corridoio per navigare in entrata verso l’Ucraina per caricare il grano; foto courtesy Authrity Sea Port Ucraina)

Odessa. Due navi portarinfuse di proprietà turca sono arrivate in Ucraina sabato 16 settembre, sfidando la moratoria russa sul trasporto di cereali dopo la fine degli accordi sul Mar Nero mediati dalle Nazioni Unite e dalla Turchia.
Sono state le prime grandi navi ad arrivare entrambe dirette al porto di Chornomorsk, a sud-ovest di Odessa.
All’inizio della giornata, il Vice primo ministro ucraino, Oleksandr Kubrakov, ha dichiarato: “Le navi portarinfuse Resilient Africa e Aroyat hanno confermato la loro disponibilità a utilizzare la rotta verso il porto di Chernomorsk per caricare quasi 20.000 tonnellate di grano per l’Africa e l’Asia. Le navi battono bandiera di Palau e il loro equipaggio è composto da cittadini della Turchia, Azerbaigian, Egitto e Ucraina”.

Ieri, Oleksandr Kubrakov, annunciando che la quinta nave mercantile aveva utilizzato il corridoio umanitario dell’Ucraina per fuggire dopo più di 18 mesi a Odessa, ha fatto riferimento alla possibilità che le navi in arrivo utilizzino la stessa rotta lungo la costa occidentale del Mar Nero, navigando attraverso le acque bulgare e rumene. Ha detto che stanno ‘considerando’ l’utilizzo del percorso a causa del crescente bisogno di prodotti agricoli. Ha detto anche che si sta valutando la possibilità di inviare le esportazioni agricole dell’Ucraina principalmente verso l’Asia e l’Africa lungo questo corridoio.

Kubrakov ha anche riferito di essersi recato ieri a Costanza per ‘un importante incontro con i colleghi di Romania, Stati Uniti, Moldavia e Commissione europea per trovare le migliori soluzioni per lo sviluppo della logistica delle esportazioni’.

Hanno concordato di organizzare ulteriori posti di trasbordo a Costanza e di massimizzare l’efficienza del Canale Sulina, che collega Costanza al Danubio. L’Ucraina ha cercato di espandere queste rotte alternative come strategia per continuare le spedizioni di grano che sono fondamentali per il commercio estero e l’economia del paese.

Sempre nel pomeriggio di ieri, l’Autorità Marittima ucraina ha confermato che entrambe le navi erano arrivate in porto. Il segnale AIS delle navi ha evidenziato anche il loro arrivo. Anche il Ministero dell’Agricoltura ucraino ha confermato l’arrivo sui suoi account sui social media affermando che il grano sarebbe stato caricato e inviato in Egitto e Israele.
La Aroyat, una bulker da 18.315 dwt costruita nel 1997, risulta essere partita dal porto turco di Diliskelesi a est di Istanbul diretta in Ucraina. Registrata a Palau, la nave è gestita da una società turca.

La Resilient Africa, una bulker da 3.267 dwt è una nave più piccola ma anch’essa registrata a Palau e gestita da una Compagnia turca. Ciò dimostra che proveniva dal porto marittimo rumeno di Costanza, che viene utilizzato anche per sostenere le spedizioni di grano dell’Ucraina dopo la fine dell’accordo di esportazione.

Funzionari delle Nazioni Unite hanno lamentato che la loro Organizzazione non è stata coinvolta in queste ultime spedizioni. Le Nazioni Unite hanno chiesto la ripresa delle spedizioni e, in via ufficiosa, accolgono con favore la notizia di queste spedizioni e tutti gli sforzi per riavviare le spedizioni di grano. Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan aveva recentemente tentato, senza riuscirci, di convincere Vladimir Putin ad accettare un nuovo accordo sui cereali.
Gli osservatori vedono l’arrivo di oggi come l’ultimo sforzo dell’Ucraina per aumentare le spedizioni di grano e mettere alla prova la determinazione della Russia di fermare le navi commerciali.
Il Regno Unito ha recentemente affermato che la Royal Air Force sta osservando le navi nel Mar Nero nel tentativo di dissuadere anche la Russia dall’interferire con la navigazione mercantile. Da quando l’Ucraina ha annunciato il corridoio a metà agosto, cinque navi lo hanno utilizzato per evadere dai porti del Mar Nero.
Abele Carruezzo

La portarinfuse Aroyat, operata dalla Turchia, è stata una delle due a utilizzare il corridoio per navigare in entrata verso l’Ucraina per caricare il grano; foto courtesy Authrity Sea Port Ucraina)

Odessa. Due navi portarinfuse di proprietà turca sono arrivate in Ucraina sabato 16 settembre, sfidando la moratoria russa sul trasporto di cereali dopo la fine degli accordi sul Mar Nero mediati dalle Nazioni Unite e dalla Turchia.
Sono state le prime grandi navi ad arrivare entrambe dirette al porto di Chornomorsk, a sud-ovest di Odessa.
All’inizio della giornata, il vice primo ministro ucraino, Oleksandr Kubrakov, ha dichiarato: “Le navi portarinfuse Resilient Africa e Aroyat hanno confermato la loro disponibilità a utilizzare la rotta verso il porto di Chernomorsk per caricare quasi 20.000 tonnellate di grano per l’Africa e l’Asia. Le navi battono bandiera di Palau e il loro equipaggio è composto da cittadini della Turchia, Azerbaigian, Egitto e Ucraina”.

Ieri, Oleksandr Kubrakov, annunciando che la quinta nave mercantile aveva utilizzato il corridoio umanitario dell’Ucraina per fuggire dopo più di 18 mesi a Odessa, ha inteso alla possibilità che le navi in arrivo utilizzino la stessa rotta lungo la costa occidentale del Mar Nero, navigando attraverso le acque bulgare e rumene. Ha detto che stanno ‘considerando’ l’utilizzo del percorso a causa del crescente bisogno di prodotti agricoli. Ha detto anche che si sta valutando la possibilità di inviare le esportazioni agricole dell’Ucraina principalmente verso l’Asia e l’Africa lungo questo corridoio.

Sul tardi di ieri, l’Autorità Marittima ucraina ha confermato che entrambe le navi erano arrivate in porto. Il segnale AIS delle navi ha evidenziato anche il loro arrivo. Anche il Ministero dell’Agricoltura ucraino ha confermato l’arrivo sui suoi account sui social media affermando che il grano sarebbe stato caricato e inviato in Egitto e Israele.
La Aroyat, una bulker da 18.315 dwt costruita nel 1997, risulta essere partita dal porto turco di Diliskelesi a est di Istanbul diretta in Ucraina. Registrata a Palau, la nave è gestita da una società turca.

La Resilient Africa, una bulker da 3.267 dwt è una nave più piccola ma anch’essa registrata a Palau e gestita da una Compagnia turca. Ciò dimostra che proveniva dal porto marittimo rumeno di Costanza, che viene utilizzato anche per sostenere le spedizioni di grano dell’Ucraina dopo la fine dell’accordo di esportazione.

Funzionari delle Nazioni Unite hanno lamentato che la loro Organizzazione non è stata coinvolta in queste ultime spedizioni. Le Nazioni Unite hanno chiesto la ripresa delle spedizioni e, in via ufficiosa, accolgono con favore la notizia di queste spedizioni e tutti gli sforzi per riavviare le spedizioni di grano. Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan aveva recentemente tentato, senza riuscirci, di convincere Vladimir Putin ad accettare un nuovo accordo sui cereali.

Kubrakov ha anche riferito sui suoi social media di essersi recato ieri a Costanza per ‘un importante incontro con i colleghi di Romania, Stati Uniti, Moldavia e Commissione europea per trovare le migliori soluzioni per lo sviluppo della logistica delle esportazioni’.

Hanno concordato di organizzare ulteriori posti di trasbordo a Costanza e di massimizzare l’efficienza del Canale Sulina, che collega Costanza al Danubio. L’Ucraina ha cercato di espandere queste rotte alternative come strategia per continuare le spedizioni di grano che sono fondamentali per il commercio estero e l’economia del paese.
Gli osservatori vedono l’arrivo di oggi come l’ultimo sforzo dell’Ucraina per aumentare le spedizioni di grano e mettere alla prova la determinazione della Russia di fermare le navi commerciali.

Il Regno Unito ha recentemente affermato che la Royal Air Force sta osservando le navi nel Mar Nero nel tentativo di dissuadere anche la Russia dall’interferire con la navigazione mercantile. Da quando l’Ucraina ha annunciato il corridoio a metà agosto, cinque navi lo hanno utilizzato per evadere dai porti del Mar Nero.

Abele Carruezzo