Banca d’Italia: Porto di Brindisi buona performance, perde meno di Bari

Roma. Sappiamo benissimo che la Puglia non ha niente da invidiare in termini di portualità e logistica alle altre regioni d’Italia: porti, interporto, strade, ferrovie e aeroporti, sono strumenti e infrastrutture di progresso per il territorio non solo per il settore dei trasporti, ma per tutta l’economia della Regione. Tre porti principali, Bari, Brindisi e Taranto e due aeroporti internazionali, Bari e Brindisi fanno sì che la Regione Puglia possa competere nel Mediterraneo e non solo. Si trova sempre qualche portatore d’interesse che non approva … perché non è il proprio interesse. Infatti, molti sono stati quelli, in quest’ultimo periodo, che hanno decretato, sui social … la ‘morte’ del porto di Brindisi. Invece non è così! Da sempre i porti hanno segnato l’evoluzione dei mercati e soprattutto nei periodi di crisi planetarie dovute a pandemie. Solo la ‘peste’ fermò le attività portuali di Brindisi.

Poi venne la bonifica delle acque (la storia e i meriti le lasciamo agli studiosi) e fu ripresa sostanziale del Porto di Brindisi. Quel periodo storico ha insegnato che Istituzioni ed Enti locali, se concertano e programmano vision e mission portuale, possono dare sviluppo economico a un territorio di mare come quello del nostro Salento. Non occorrono comunicati stampa diversi e contradditori giusto per ‘stare’ sui social e guadagnare consenso! Oggi, la Banca d’Italia ricorda alle varie organizzazioni dei portatori d’interesse e operatori portuali di Brindisi, che la performance delle attività produttive del porto di Brindisi è diversamente pensata da loro. Come pure è diversamente pensata dal Sindaco Rossi che, fin dal suo insediamento, ha osteggiato qualsiasi attività portuale, salvo la pensata dei “giardini del porto”, mentre oggi si barcamena a votare un bilancio previsionale 2020-2022 commissariato e che commissaria i cittadini.

Il Presidente dell’AdSPMAM, prof.  Ugo Patroni Griffi, afferma che “ … l’Adsp MAM perde nel primo semestre solo il 6% dimostrando grandi dosi di resilienza (in media le Adsp hanno perso circa il 15%). Brindisi mostra una performance migliore di Bari (il che contraddice la narrazione apodittica del porto morto)”. Il rapporto della Banca d’Italia contraddice pure il teorema che Taranto è per l’Italia una realtà da essere considerata esempio per le altre città, salvo poi a dimenticare che Brindisi è sede della più grande centrale Enel d’Europa, e con fondi Ue distratti. Noi siamo convinti che le rotte siano stabilite da tanti fattori funzionali di un porto e Brindisi non è da meno rispetto molti altri porti dell’Italia meridionale. Brindisi merita di più e lo dice una fonte super partes e autorevole come la Banca d’Italia.

Infatti, ieri, la Banca d’Italia ha diffuso il rapporto annuale e gli aggiornamenti congiunturali sull’andamento dell’economia nelle regioni italiane. La Puglia, una delle regioni del Meridione italiano che ha sempre trainato l’economia del Mezzogiorno e dell’Italia negli anni scorsi, per la Banca d’Italia, questi primi nove mesi di questo 2020 (bisestile e pandemico), ha subito un forte calo del prodotto dovuto essenzialmente all’emergenza sanitaria e le relative misure, nazionali e regionali. Gli indicatori economici, nei primi sei mesi 2020, in particolare quello trimestrale delle economie regionali (ITER) della Banca d’Italia, fanno registrare una diminuzione delle attività produttive di oltre il 10% rispetto allo stesso periodo del 2019; e la dinamica negativa si sarebbe attenuata, recuperando posizioni positive in questo terzo trimestre, coerentemente con l’andamento nazionale in corso.

Le ricadute economiche della pandemia hanno coinvolto tutti i principali settori di attività produttiva. Il fatturato delle imprese industriali si è ridotto in misura marcata nei primi nove mesi del 2020, sebbene la portata del calo si sia attenuata durante i mesi estivi. Settori come gli investimenti hanno risentito delle incertezze sul futuro da parte degli operatori; mentre il settore delle costruzioni è ancora in fase di stallo, risentendo delle difficoltà dell’edilizia residenziale, e della sensibile riduzione delle compravendite registrata nel primo semestre. Il comparto delle opere pubbliche ha invece beneficiato della ripresa della spesa per investimenti delle Amministrazioni locali. Nei servizi sono proseguite le difficoltà del commercio, soprattutto al dettaglio.

I comparti che hanno subito una forte riduzione dell’intensità produttiva, dovuta a questa crisi, per la Banca d’Italia  sono quelli del turismo e dei trasporti; mentre l’andamento dell’occupazione è stato controllato dalle misure governative, tra cui il blocco dei licenziamenti e l’estensione della platea dei beneficiari delle forme d’integrazione salariale: forme di sostegno al reddito delle famiglie introdotte dai vari DPCM e ‘reddito di dignità’ dall’Amministrazione regionale della Puglia, attenuando anche se di poco la sofferenza sociale di questi mesi. In base ai dati della Regione nei primi nove mesi del 2020 ne sono beneficiari circa 3.500 nuclei familiari; l’importo medio mensile riconosciuto per famiglia è di circa 260 euro.

Il turismo, settore tra i più colpiti a livello globale dal blocco delle attività, ha risentito del forte calo della domanda. Nel primo semestre 2020, secondo i dati provvisori e ancora parziali forniti dalla Regione, si legge nel rapporto della Banca d’Italia,  le presenze di turisti presso le strutture ricettive pugliesi si sono ridotte intensamente (da marzo a inizio estate dovuto alle restrizioni governative). Dai siti internet, si nota una crescita d’interesse per la Puglia durante i mesi estivi, anche rispetto agli anni precedenti. Secondo l’indagine condotta a inizio luglio da SWG-CISET per conto dell’Agenzia regionale del turismo Puglia Promozione, la Puglia sarebbe stata la prima regione per intenzioni di viaggio dei turisti italiani nei mesi estivi. Nel settore dei trasporti, secondo dati delle due Autorità di Sistema Portuale della Regione Puglia, il traffico di merci e container nei principali porti pugliesi nei primi sei mesi dell’anno si è ridotto sensibilmente rispetto allo stesso periodo

Il traffico di passeggeri su traghetti si è più che dimezzato; mentre quello del settore crocieristico si è sostanzialmente azzerato, a causa del blocco imposto dalla pandemia. Nel periodo estivo il calo del traffico merci del porto di Taranto si è attenuato (-18,6 per cento nei primi otto mesi dell’anno, dal -31,3 del primo semestre); nei porti di Bari e Brindisi invece la flessione è proseguita sino a settembre a ritmi sostanzialmente analoghi al primo semestre, con riferimento sia alle merci sia ai passeggeri. La diffusione dell’epidemia ha prodotto effetti negativi anche sul trasporto aereo. Secondo i dati di Assaeroporti, nei primi nove mesi dell’anno il traffico di passeggeri negli aeroporti di Bari e Brindisi si è ridotto complessivamente di quasi due terzi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, in misura di poco inferiore alla media dell’Italia.


Anche il movimento aereo di merci ha risentito del blocco delle attività: nei primi nove mesi dell’anno l’aeroporto di Taranto – Grottaglie, specializzato nel trasporto cargo, ha fatto registrare una riduzione di circa un quarto dei volumi movimentati, in linea con il Mezzogiorno e l’Italia. Poi il rapporto della Banca d’Italia prosegue nell’analisi degli altri settori come l’industria, le imprese l’occupazione, i redditi e le misure di sostegno. Se non consideriamo che stiamo vivendo una pandemia globale e planetaria di dimensioni mai riscontrate e desideriamo a tutti costi che i numeri di una crescita economica debbano essere tutti positivi, allora “… abbiamo bisogno di visita psichiatrica”.

Abele Carruezzo