UE: approvata soluzione globale sulle emissioni di CO2 per il trasporto marittimo

BRUXELLES – Per l’Europa le emissioni di CO2 dovute al trasporto marittimo vanno inserite nel più ampio sistema di trattamento di emissioni (Emission Trading Scheme ETS). Le variazioni climatiche rappresentano una sfida che interesserà l’intero settore dello shipping; ed è per questo che l’IMO, sensibile al problema, sta conducendo azioni per introdurre l’obiettivo CO2 e misure per la riduzione delle emissioni delle navi in linea con l’accordo di Parigi.

L’altro giorno, il Parlamento UE ha votato favorevolmente per una risoluzione globale; in più è stato istituito un fondo per la salvaguardia del clima marittimo, in assenza di azioni mirate da parte degli Stati membri fino al 2023. A tale proposito l’ESPO (European Sea Ports Organisation) ritiene che la roadmap, concordata durante l’ultima riunione IMO MEPC (Marine Environment Protection Committee) dello scorso ottobre, rimane una base di partenza importante.

L’Organizzazione Internazionale Marittima deve impegnarsi per un obiettivo di riduzione iniziale delle emissioni secondo l’accordo di Parigi entro il 2018 e agire poi con misure adeguate per una sostanziale riduzione entro il 2023. ESPO ritiene che un periodo di sei anni, necessario per l’entrata in vigore delle misure UE, sia un tempo sufficiente per l’IMO per discutere e concordare azioni necessarie. Il 2023 deve essere quindi visto come un anno di svolta e nel caso in cui tale termine non fosse rispettato, le misure comunitarie dovranno entrare in vigore, come deliberato dal Parlamento europeo. Mentre, di fronte ad un accordo internazionale raggiunto entro il 2023, dovrebbe essere chiaro che le misure comunitarie andrebbero abrogate.

“L’accordo di Parigi ha dato dei buoni risultati grazie alla cooperazione internazionale e l’impegno attivo di tutti i Paesi sviluppati e non – ha detto in una nota Isabelle Ryckbost, Segretario generale di ESPO – . Il voto del Parlamento UE dovrebbe essere visto come un incoraggiamento per una soluzione globale entro il 2023. Se, invece, l’IMO non sarà in grado di fornire obiettivi e piani di riduzione delle emissioni entro il 2023, l‘approccio UE sarà inevitabile.

Ci auguriamo – ha concluso il Segretario ESPO – che l’IMO acceleri il processo delle riduzioni delle emissioni di CO2 dovute al trasporto marittimo e dimostri effettivamente la volontà ad affrontare i cambiamenti climatici come da accordi dell’ottobre scorso”. Porti e città costiere con le loro comunità locali sono le zone del pianeta più vulnerabili alle condizioni climatiche estreme derivanti dal riscaldamento globale. In base all’accordo di Parigi tutti i Paesi e tutti i settori dell’economia dovranno intraprendere azioni per contribuire a mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 2°C.

ESPO è l’organizzazione che rappresenta le Autorità portuali, le associazioni e le amministrazioni degli scali degli Stati membri dell’Unione europea, oltre che della Norvegia. L’esperienza, avviata nel 1993, si propone di garantire una rappresentanza all’interno dell’Ue e opera attraverso un segretario permanente a Bruxelles per garantire la comunicazione tra istituzioni europee e scali portuali.

 

Abele Carruezzo