Le “milleproroghe” aiutano i balneari

La motivazione ha il sapore di un clima elettoralistico: “si ritiene possibile correlare la durata delle concessioni con gli investimenti finalizzati al miglioramento della qualità dei servizi e dell’immagine turistica dell’Italia”. Con questa motivazione, gli imprenditori balneari possono ringraziare il Governo, ed in particolare il Senato, per la proroga ottenuta fino al 2015. Infatti, proprio in Senato c’era stato un ordine del giorno del 14 febbraio in Affari Costituzionali del Senato, da Paolo Tancredi (PdL), cofirmatari Gasparri e Quagliarello. Si legge che è interesse della Comunità europea realizzare un mercato unico e competitivo a vantaggio delle piccole e medie imprese che, a causa di una eccessiva burocratizzazione o di prescrizioni legislative limitanti, impediscono la libera circolazione di servizi e la libertà di stabilimento di un prestatore. Ultimamente, il tema delle concessioni demaniali marittime e, in particolare, di quelle del demanio turistico-ricreativo, è stato al centro dell’attenzione del legislatore e di forti preoccupazioni da parte degli operatori. Sappiamo che le concessioni sono regolate da un insieme di leggi che comprende il Codice della Navigazione, la Legge 84/94, nonché il D.P.R. 509 del 2.12.1997, che reca il “Regolamento recante disciplina del procedimento di concessione di beni del demanio marittimo per la realizzazione di strutture dedicate alla nautica da diporto, a norma dell’articolo 20, comma 8, della Legge 15.03.1997, n. 59”. Questa disciplina, non ultimo, è stata attenzionata dalla Commissione Europea in seguito al ricorso di un operatore italiano che faceva rilevare come nel nostro sistema vigesse il cosiddetto “diritto di insistenza”, sancito dall’art. 37 del Codice della navigazione italiano, consistente nell’attribuire priorità nella riassegnazione della concessione all’attuale concessionario, e sostenendo che tale principio non sarebbe compatibile con il diritto comunitario in materia di diritto di stabilimento e di libera concorrenza.  Si nota che, poiché in Italia, l’articolo detto ha generato un sistema di automatismi in materia di concessioni demaniali marittime e si è determinata una tipologia di turismo unica al mondo,  e non solo unica in Europa ( esempio le riviere venete, romagnole, campane, pugliesi, ecc), con una specificità nazionale costituita da tante specificità locali e regionali tanto da indurre il Governo a salvaguardare questa “tipicità culturale”; con il decreto “milleproroghe” si è evitato così un repentino mutamento normativo a difesa di circa 30000 imprese e la relativa occupazione. Le Organizzazioni balneari S.I.B. Confcommercio, Assobalneari Italia – Federturismo Confindustria, F.I.B.A. Confesercenti e OASI Confartigianato esprimono soddisfazione per l’approvazione da parte del Senato del maxiemendamento che converte in legge il decreto “milleproroghe” nel quale è stata riportata al 31-12-2015 la proroga delle concessioni demaniali e conferma il disposto dell’art. 3 comma 4 bis della legge 494/93 attinente alla possibilità per gli imprenditori di correlare l’ammontare degli investimenti con la durata della concessione. Con questo provvedimento il Governo italiano esce dall’infrazione europea: “Siamo soddisfatti – affermano i presidenti delle quattro sigle imprenditoriali – perché si sta ponendo un importante tassello per superare uno stato di precarietà che avrebbe danneggiato non solo le nostre imprese ma l’intero sistema economico che fa capo al turismo balneare”. I Ministri Fitto e Brambilla  sono fiduciosi che si troverà la giusta risoluzione di una nuova normativa sulle concessioni demaniali marittime, sulla moratoria dei canoni e delle tipologie delle strutture. In materia di federalismo demaniale, in studio da parte del Governo, la nuova legge garantirà omogeneità di comportamento sul territorio, evitando decisioni difformi tra le singole regioni. A noi un’ultima considerazione: un italiano oltre a pagare l’ICI per la seconda casa, che si trova in una zona balneare e turistica, dovrà pagare anche una tassa per la spiaggia, visto che ormai tutto il litorale italiano è stato dato in concessione per attività turistico-balneare.

Abele Carruezzo